Va messo in riga quel discolaccio di Renato Brunetta? Un paio di battute con l’inflessione toscana, puntuali e asettiche, e ci pensa Maria Elena Boschi. Vanno riposti dietro la cattedra (o la lavagna) – simbolico contrappasso – i professoroni che non esaltano le riforme costituzionali? Un breve intervento, più estetico che chirurgico, e ci pensa sempre Maria Elena Boschi: non caracollando in Transatlantico, ma a Uno Mattina su Rai1, il contenitore più sulfureo per casalinghe, febbricitanti, minorenni che non vanno a scuola, proprio mentre i professoroni sono in servizio. Vanno ipotizzate maggioranze parallele, paracaduti d’emergenza, spianate per l’atterraggio? Con l’autorevolezza di una studentessa che ha memorizzato il compito e l’ha recitato dinanzi ai familiari raccolti in adulazione, senza smuovere un muscolo facciale tranne per un sorriso d’ordinanza, ci pensa ancora Maria Elena Boschi: il volto di Palazzo Chigi, il numero 2 di Matteo Renzi, l’unica a poter illustrare le miracolose slide (seppur non stravaganti come quelle a disposizione del Capo).

Il ministro per le Riforme e i Rapporti col Parlamento, che fu Madonna in un presepe vivente di paese, non ha bisogno di istruttori, esperti di comunicazione, consulenti di immagine: non ha voluto, e chissà se vorrà, il tradizionale (e doveroso) portavoce. Non ha testimoni: il verbo boschiano lo diffonde la Boschi. L’ufficio stampa fa da protezione, il resto è “dichiarazione”. E con lungimirante generosità, la Boschi ha dichiarato ai quattro telegiornali di Viale Mazzini, ai colleghi di La7 e s’è meritata un servizio celebrativo su Rete 4: esatto, su Rete 4. Da lunedì 31 marzo, dopo aver informato l’Italia che il Senato era da considerare rottamato, il nome Boschi è transitato nove volte nei telegiornali di prima serata: non ai saluti, ma nei titoli di testa, fa notare Alberto Baldazzi, direttore dell’Osservatorio Quotidiano dei Tg. La rincorsa (in discesa) di Maria Elena Boschi è cominciata a fine ottobre, ultima Leopolda, accanto a Matteo Renzi, in tacchi a spillo: i consiglieri dell’allora sindaco, non ancora segretario, la spedirono in televisione, nei salotti dove le chiacchiere possono durare ore senza condurre a un punto. E l’avvocato fiorentino ha sfrattato la concorrenza, da Alessia Morani a Simona Bonafè, inclusi i parlamentari devoti a Matteo. Dopo la firma al Quirinale, in versione pizzardone, la Boschi s’è piazzata in aula a dirigere il traffico per poi uscire e commentare, aggiungere, sottrarre, sbottare. Non per l’imitazione di Virginia Raffaele: no, adesso giura che non l’ha offesa. Adesso, dopo che il prode Michele Anzaldi ne chiese la censura. Domenica mattina, in collegamento con Maria Latella su SkyTg24, s’è presentata in maglietta e occhiali oblunghi. Icona di un governo t-shirt.

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