Negli ultimi mesi, negli Stati Uniti, la band di Brooklyn Lucius è oggetto di moltissime attenzioni nella scena musicale della Grande Mela, grazie a una recensione.
Il fatto che a scriverla non sia stato un giornalista del settore, bensì il celebre economista Paul Krugman, che sul suo blog del New York Times ne ha scritto un gran bene, ha creato molta curiosità attorno a questo gruppo che nel frattempo macina concerti, ha fatto da spalla ai Wilco ed è finita in uno spot Mercedes. Nel suo post, Krugman parlava dei Lucius in maniera entusiasta dopo aver assistito a una loro esibizione: “Wow! Credo sia stata la miglior performance musicale mai vista in vita mia. Sono dei musicisti incredibili. So che dopo questo mi considererete un hipster mancato di sessant’anni”. L’economista definiva il loro disco d’esordio, uscito nel mese di ottobre, “splendido, luminoso, fatto di allegre ninne nanne”: da allora, grazie all’endorsement dell’economista, ogni loro show registra il tutto esaurito e Wildewoman, questo il titolo della loro opera prima – al di là della copertina allusiva, opera peraltro della pop artist belga Evelyne Axell, intitolata Ice Cream – è fra i migliori di questo 2014. Non a caso per la rivista Rolling Stones i Lucius sono “la miglior band che potreste non aver ancora ascoltato”.

La band è guidata dalle due ventottenni Jess Wolfe e Holly Laessig, il cui impulso e la loro bravura abbaglia ma senza offuscare tutto il resto: le ragazze hanno inoltre il vezzo di apparire identiche, infatti a prima vista è impossibile non pensare che siano gemelle. Jess e Holly giocano sulla loro somiglianza, oltreché fisica – entrambe sono munite di frangette bionde, hanno stessi lineamenti del viso, stesse movenze sul palco e in più si vestono con gli stessi abiti di scena in stile Sixties – anche vocale, con chiari ed evidenti riferimenti a Nancy Sinatra. In realtà, le ragazze sono solo due grandi amiche, che hanno studiato assieme al Berklee College of Music di Boston e sono unite dalla passione per i Beatles, David Bowie e per il soul e il rock’n’roll.  

La loro è una storia come tante: terminato il college, le ragazze si trasferiscono a Brooklyn, dove condividono un appartamento in un palazzo vittoriano con altri otto amici musicisti. Si creano così le condizioni ideali per mettere su una band. La loro fortuna è che nella casa ci sia un pianoforte a cui le due amiche si appassionano, iniziando presto a sperimentare una scrittura a quattro mani. La loro autoconsapevolezza entusiasta nelle loro capacità artistiche e l’autenticità sfacciata che emerge nel loro modo di concepire la musica, spingono il batterista Dan Molad (oggi marito di Jess) a unirsi alle due Lucius, e poco tempo dopo la band acquista una precisa fisionomia con gli ingressi dei chitarristi Peter Lalish e Andrew Burri, anch’essi ex studenti dello stesso college di Boston.
Grazie ai tre, il progetto di Jess e Holly prende vita, e anche il loro sound si trasforma, diventando via via sempre più eclettico, ruvido e chiassoso. Non a caso l’Ep d’esordio viene intitolato Lucius Get Noisey (i Lucius diventano rumorosi). È l’etichetta Mom + Pop ad avere l’occhio lungo e a carpirne le potenzialità: attualmente i Lucius sono in tournée in Europa e il loro disco d’esordio Wildewoman, un album prevalentemente pop, elettronico, ma con svariate contaminazioni, composto da undici brani dalle melodie contagiose, in cui spiccano Turn It Around e Until We Get There sta riscuotendo un ottimo successo anche nel vecchio continente. Dategli un ascolto.

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