“Sulla riforma del Senato e delle Province il Movimento 5 Stelle mi sorprende: avevo capito che erano nati per altro, non per difendere le Province o l’indennità dei senatori”. Così il premier, Matteo Renzi, risponde – durante la conferenza stampa del Consiglio dei ministri che ha approvato il Def – ai 22 senatori del Pd firmatari del ddl Chiti, il testo presentato come proposta alternativa al disegno di legge approvato dal governo in consiglio dei ministri che rischia così di diventare un virus che si diffonde e che può far deragliare il treno delle riforme istituzionali. Chiuso, infatti, per il momento il fronte esterno, con la tregua tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, la riforma costituzionale del Senato vede aprirsi un fronte interno al Pd che ha trovato la sponda anche del Movimento 5 stelle, che si sarebbe detto favorevole a votare il testo di Chiti. “L’impegno che abbiamo preso al Nazareno – spiega Renzi – ci vede convinti sul fatto che non ci siano più casi di rimborsopoli e che il Senato venga superato, senza indennità né elezione diretta. Quanto al mio partito, al di là di qualche senatore che cerca visibilità, abbiamo discusso per anni di queste cose, mettendo ai voti alle primarie e in direzione le varie proposte” di Manolo Lanaro
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