Si parte oggi con Medicina. È la prima volta che gli esami di ammissione arrivano così presto. Una decisione presa dall’ex ministro Maria Chiara Carrozza. L'attuale ministro Giannini si smarca: "Decisione precedente, la tempistica fa riflettere". Secondo un sondaggio pubblicato dal portale Skuola.net, tre studenti su cinque sono stati sorpresi dall’anticipazione degli esami. E quasi il 30% si sta preparando solo da qualche giorno
Circa 83mila candidati per 19mila posti a disposizione. E la solita dose di confusione e polemiche che accompagna ogni concorso in Italia. I test di accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso cominciano oggi con le facoltà di Medicina e Odontoiatria.
La data segnata dal calendario, martedì 8 aprile, è già una grossa novità: è la prima volta che gli esami di ammissione arrivano così presto. Una decisione presa dall’ex ministro Maria Chiara Carrozza, dopo che nel 2013 i test si erano tenuti a luglio per volontà del suo predecessore Francesco Profumo. Allora, la coincidenza con gli esami di maturità aveva mandato nel panico gli studenti italiani. Stavolta le cose non sembrano essere andata in maniera troppo diversa: la comunicazione tardiva della data (avvenuta solo il 27 dicembre, nel pieno delle vacanze di Natale e senza troppa diffusione) ha confuso gli aspiranti universitari. Secondo un sondaggio pubblicato dal portale Skuola.net, tre studenti su cinque sono stati sorpresi dall’anticipazione degli esami. E quasi il 30% si sta preparando solo da qualche giorno. A questo si aggiunge che la primavera è comunque un mese “caldo” per gli studenti che frequentano l’ultimo anno delle scuole superiori, tra ultime interrogazioni e preparazione della tesina. E infatti anche il nuovo ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, si è detta perplessa: “È una decisione precedente su cui non sono intervenuta. Credo però che la compresenza dei test e della stagione finale della scuola con l’esame di maturità offra elementi su cui riflettere”. Ma se settembre è troppo tardi, aprile troppo presto e luglio già occupato dagli esami di maturità, la data dei test universitari resta un rebus ancora tutto da risolvere.
Per quest’anno, comunque, tocca farli in primavera. Quello di Medicina è sicuramente il test più atteso e più temuto: gli iscritti sono 64.187 contro i 74.312 dello scorso anno, quando i partecipanti effettivi alle prove furono 69.073; si contenderanno in totale 10.551 posti. La settimana di “passione” degli studenti proseguirà mercoledì con gli esami di Veterinaria (poco meno di 7mila partecipanti) e Architettura giovedì (11.884 iscritti, parecchi di meno dei 16.651 del 2013). I risultati saranno pubblicati a partire dal prossimo 22 aprile.
Rispetto all’anno scorso la grande novità non è solo la data ma anche l’eliminazione del tanto contestato bonus maturità. A settembre il valore da assegnare al voto di maturità era stato fonte di polemiche, ripensamenti da parte del ministero e conseguenti ricorsi. Quest’anno, con il bando pubblicato a dicembre sull’onda delle proteste, non ci sarà. Ma anche qui la questione è apertissima: “Che la carriera scolastica conti per me è importante”, ha dichiarato in una delle sue prime uscite pubbliche il ministro Giannini. Rivisto o mascherato, dunque, il bonus maturità potrebbe tornare in futuro. Forse già a partire dal prossimo anno.
Di confermato, invece, c’è la graduatoria nazionale: all’atto dell’iscrizione al test ogni studente indica una sede universitaria preferita, più delle scelte alternative. E i posti vengono assegnati incrociando la disponibilità degli atenei ai risultati conseguiti alle prove; se lo studente non viene assegnato alla sede preferita, risulta prenotato per una delle seconde scelte, e ha quattro giorni di tempo per decidere se iscriversi, o aspettare sperando che si liberi un posto. Un sistema che sembra aver eliminato le ingiustizie generate in passato dalle graduatorie locali. Almeno su questo, dunque, non dovrebbero esserci ripensamenti. In bocca al lupo agli 83mila candidati, dunque. E anche al ministero: sui test d’ammissione all’università c’è ancora tanto da lavorare.