Un appalto da quasi 28 milioni di euro Iva esclusa. E più di un sospetto. Un nuovo giallo rischia di scuotere gli uffici del Comune di Milano, dopo i misteri della cessione delle quote Sea al fondo F2i. Questa volta non si parla di aeroporti, ma del pranzo dei dipendenti di Palazzo Marino, circa 15mila persone. Nella gara per i buoni pasto e i servizi di ristorazione la migliore offerta, dopo valutazione tecnica ed economica, è risultata quella della Edenred Italia, multinazionale che possiede tra gli altri il marchio Ticket Restaurant. Sul verdetto di due settimane fa, però, si è acceso il faro dell’autorità di vigilanza sui contratti pubblici (Avcp), perché altri concorrenti hanno proposto sconti sulla base d’asta ben maggiori dello 0,01 per cento di Edenred. Ma la vicenda non si ferma qui. Secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, infatti, la presidente della società è convivente di un importante dirigente comunale, il vice direttore generale Sergio Mancuso. Che per più di dieci anni, fino al 2006, è stato un dirigente di Accor Italia, gruppo che nel 2010 ha cambiato nome. Ed è diventato Edenred, “leader mondiale dei buoni servizio prepagati“, come riportava il comunicato stampa che quattro anni fa annunciava la novità.
Mancuso, come vice direttore di Palazzo Marino, è attualmente responsabile dell’area Innovazione, Economia e Sviluppo. All’anagrafe risulta abitare a Milano insieme a Graziella Gavezotti, presidente del consiglio di amministrazione di Edenred Italia. Proprio l’azienda che il 24 marzo scorso ha ricevuto il miglior punteggio nella gara per la ristorazione dei dipendenti comunali e che già gestiva tale servizio prima dell’ultimo bando. L’autorità di vigilanza, oltre alla valutazione degli aspetti legati alle offerte per l’appalto, dovrà mettere al centro delle proprie verifiche anche questo nuovo elemento, insieme alla precedente esperienza professionale di Mancuso nella medesima azienda.
L’autorità di vigilanza si è attivata dopo una segnalazione del Cobes, il comitato buoni pasto, voucher sociali e servizi di Confindustria Federvarie, che rappresenta alcune delle aziende che si sono sentite danneggiate dalla procedura di gara, come Qui Group. Ma che qualcosa di strano potesse esserci nelle procedura di gara era stato segnalato direttamente al sindaco Giuliano Pisapia ancora prima della scadenza per la presentazione delle offerte. Il 10 febbraio scorso, infatti, il Cobes aveva scritto al sindaco chiedendo la sospensione del bando, perché riteneva che alcune prescrizioni previste dalla gara avrebbero favorito l’azienda che già gestiva il servizio, ovvero Edenred, e avrebbero messo a rischio “il rispetto dei principi di parità di trattamento e di libera concorrenza”.
In risposta il 21 febbraio Pisapia aveva inviato una lettera con allegato il parere dei direttori del settore Servizi generali, Salvatore Sirna, e del direttore del settore Gare Beni e Servizi, Nunzio Dragonetti, i quali respingevano “tutte le illazioni su presunti favoritismi nei confronti dell’attuale esecutore del servizio, poiché destituite di qualsiasi fondamento”. Parole che non hanno convinto la società Qui Group, che il 25 marzo a seguito dell’apertura della buste ha scritto al sindaco, all’autorità di vigilanza e alla Corte dei conti. Nella missiva Qui Group ha sottolineato che il comune, rinunciando alla proposta di aderire “alla convenzione Consip 6 con l’attivazione del servizio di buono pasto elettronico”, ha rinunciato a uno sconto del 18,45 per cento, ben più consistente dello 0,01 offerto da Edenred. Con un mancato risparmio per le casse pubbliche di oltre 5 milioni, secondo la stima del Cobes. Da qui la richiesta di annullare il procedimento di gara contestato. Ora toccherà al comune dare una risposta all’autorità di vigilanza. Entro dieci giorni.
LA PRECISAZIONE DEL COMUNE DI MILANO: “APPALTO NON ANCORA ASSEGNATO, FAREMO TUTTE LE VERIFICHE”
In relazione all’articolo pubblicato dal fattoquotidiano.it l’Ufficio Stampa di Palazzo Marino precisa innanzitutto che nessun appalto sui buoni pasto è stato aggiudicato. E’ stata stilata una prima graduatoria delle offerte e solo termine di tutta l’attività di verifica della congruità delle proposte verranno prese le decisioni finali per l’affidamento della gestione dei buoni pasto comunali. Tutti i controlli sulle offerte sono in corso da tempo indipendentemente dalla richiesta dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici che è giunta al Comune solo ieri e a cui sarà data puntuale risposta nei tempi previsti di dieci giorni. Il Comune ribadisce la totalità regolarità di tutte le procedure adottate e che la decisone finale non sarà presa prima di aver valutato l’interesse economico dell’Amministrazione insieme alla qualità del servizio proposto per i dipendenti. Quanto al dottor Mancuso, si precisa che non ha avuto nessun ruolo nella gara in questione e che il Comune era perfettamente a conoscenza del suo stato di famiglia che certo non ha influito e non influirà in alcun modo sull’esito della gara. Del resto la società citata dall’articolo ha rapporti contrattuali con il Comune di Milano che risalgono a molti anni prima rispetto all’inizio dell’attività professionale del dottor Mancuso presso il Comune di Milano.