L’organizzatore principale del giro di prostituzione minorile e l’altro uomo pure cercava di guadagnarci, ma con meno successo. Il cliente che pagava le ragazzine con la cocaina e quello che avrebbe tentato un’estorsione a una di loro, girando immagini degli incontri e minacciando di diffonderle. Il commercialista che faceva circolare video pedopornografici. E poi la madre di una delle baby squillo dei Parioli, che avrebbe sfruttato la figlia. La procura di Roma chiede il processo per loro e altri due indagati nell’inchiesta sulle due adolescenti – 14 e 15 anni all’epoca dei fatti – che venivano fatte prostituire in un appartamento nel quartiere bene. Da questi sono separati processualmente gli oltre 50 clienti delle ragazzine, tra cui anche il marito dell’onorevole Alessandra Mussolini, Mauro Floriani. Che gli inquirenti ha dichiarato di ritenere che la ragazzina avesse 19 anni.
I reati contestati, a seconda delle posizioni, sono sfruttamento della prostituzione, cessione di droga, estorsione, detenzione di materiale pedopornografico e prostituzione minorile. L’udienza gup, Costantino del Robbio, sarà fissata subito dopo Pasqua, il 23 o il 24 aprile. Davanti al giudice dovranno tra gli altri presentarsi, Mirko Ieni, ritenuto il promotore del giro di prostituzione e accusato anche di aver ceduto droga alle due adolescenti; Nunzio Pizzacalla, pure lui accusato di sfruttamento della prostituzione; i clienti Riccardo Sbarra e Marco Galluzzo: al primo si contestano non solo i rapporti con le minorenni, ma anche di aver detenuto e ceduto materiale pedopornografico, Galluzzo è accusato invece di aver dato cocaina in cambio dei rapporti sessuali; un terzo cliente, Mario De Quattro, avrebbe cercato di ottenere 1.500 euro dopo aver filmato un incontro sessuale, minacciando di diffondere il video (l’intervento di Ieni lo convinse a desistere) e deve rispondere di tentata estorsione; infine la madre di una delle adolescenti, accusata di prostituzione minorile.
Con la richiesta di rinvio a giudizio si è conclusa la prima tranche dell’inchiesta giudiziaria sulle due ragazzine fatte prostituire in un appartamento dei Parioli a Roma. I magistrati di piazzale Clodio proseguono gli accertamenti sul giro di clienti delle minori. Finora sono una cinquantina quelli identificati, ed accusati di prostituzione e molti di loro hanno già fatto agli inquirenti proposte di giudizio con riti alternativi (abbreviato, patteggiamento) a quello ordinario. Una volta formalizzate, le richieste saranno valutate dai magistrati.
A leggere i verbali delle due ragazzine, dopo gli arresti dell’ottobre scorso, si ricostruisce come siano finite in un giro di prostituzione, di quanto fossero pressate da Ieni e di come fingevano di essere maggiorenni. La più piccola delle due voleva guadagnare come l’amica, potersi permettere una “indipendenza economica”. Di fatto così la giovane comincia a prostituirsi. “Dai, se vuoi prova, mi diceva la mia amica, alla fine ci ho provato. Fingevamo di essere maggiorenni. All’inizio erano due o tre clienti al giorno”, spiega ancora in sede di incidente probatorio. Sempre la ragazzina, racconta, come l’amica, forse per farle vincere le resistenze, la portò con lei un giorno ad un incontro. “Lei era sul letto con Sbarra (un cliente indagato) – dice – io ero seduta in poltrona, ero imbarazzatissima”.
“Chiedevamo sempre di non avere ragazzi troppo giovani – hanno spiegato le ragazzine – per il fatto che magari li potevamo conoscere. Cioè, tipo di 18, 20 anni no, perché magari li potevamo conoscere. Questa era l’unica nostra preferenza”. Nel corso dell’interrogatorio una delle due aveva detto che “qualche cliente si lamentava del fatto che fossimo arrivate in ritardo o non ci fossimo presentate. Perché comunque noi alla fine siamo due ragazzine – ha aggiunto -, è normale non essere sempre puntuali. Magari a volte ci innervosivamo, non eravamo proprio cortesi. E poi eravamo in una situazione sotto pressione. Perché poi Ieni si lamentava del fatto che magari rispondevamo male, andavamo in ritardo quando lui ci chiamava … Noi gli dicevamo di no. Ci pressava“.
Giustizia & Impunità
Baby squillo Parioli, chiesto il rinvio a giudizio per otto persone. Poi i clienti
I reati contestati, a seconda delle posizioni, sono sfruttamento della prostituzione, cessione di droga, estorsione, detenzione di materiale pedopornografico e prostituzione minorile. L'udienza gup, Costantino del Robbio, sarà fissata subito dopo Pasqua, il 23 o il 24 aprile. I magistrati di piazzale Clodio proseguono gli accertamenti sugli uomini che pagavano le minori in cambio di sesso
L’organizzatore principale del giro di prostituzione minorile e l’altro uomo pure cercava di guadagnarci, ma con meno successo. Il cliente che pagava le ragazzine con la cocaina e quello che avrebbe tentato un’estorsione a una di loro, girando immagini degli incontri e minacciando di diffonderle. Il commercialista che faceva circolare video pedopornografici. E poi la madre di una delle baby squillo dei Parioli, che avrebbe sfruttato la figlia. La procura di Roma chiede il processo per loro e altri due indagati nell’inchiesta sulle due adolescenti – 14 e 15 anni all’epoca dei fatti – che venivano fatte prostituire in un appartamento nel quartiere bene. Da questi sono separati processualmente gli oltre 50 clienti delle ragazzine, tra cui anche il marito dell’onorevole Alessandra Mussolini, Mauro Floriani. Che gli inquirenti ha dichiarato di ritenere che la ragazzina avesse 19 anni.
I reati contestati, a seconda delle posizioni, sono sfruttamento della prostituzione, cessione di droga, estorsione, detenzione di materiale pedopornografico e prostituzione minorile. L’udienza gup, Costantino del Robbio, sarà fissata subito dopo Pasqua, il 23 o il 24 aprile. Davanti al giudice dovranno tra gli altri presentarsi, Mirko Ieni, ritenuto il promotore del giro di prostituzione e accusato anche di aver ceduto droga alle due adolescenti; Nunzio Pizzacalla, pure lui accusato di sfruttamento della prostituzione; i clienti Riccardo Sbarra e Marco Galluzzo: al primo si contestano non solo i rapporti con le minorenni, ma anche di aver detenuto e ceduto materiale pedopornografico, Galluzzo è accusato invece di aver dato cocaina in cambio dei rapporti sessuali; un terzo cliente, Mario De Quattro, avrebbe cercato di ottenere 1.500 euro dopo aver filmato un incontro sessuale, minacciando di diffondere il video (l’intervento di Ieni lo convinse a desistere) e deve rispondere di tentata estorsione; infine la madre di una delle adolescenti, accusata di prostituzione minorile.
Con la richiesta di rinvio a giudizio si è conclusa la prima tranche dell’inchiesta giudiziaria sulle due ragazzine fatte prostituire in un appartamento dei Parioli a Roma. I magistrati di piazzale Clodio proseguono gli accertamenti sul giro di clienti delle minori. Finora sono una cinquantina quelli identificati, ed accusati di prostituzione e molti di loro hanno già fatto agli inquirenti proposte di giudizio con riti alternativi (abbreviato, patteggiamento) a quello ordinario. Una volta formalizzate, le richieste saranno valutate dai magistrati.
A leggere i verbali delle due ragazzine, dopo gli arresti dell’ottobre scorso, si ricostruisce come siano finite in un giro di prostituzione, di quanto fossero pressate da Ieni e di come fingevano di essere maggiorenni. La più piccola delle due voleva guadagnare come l’amica, potersi permettere una “indipendenza economica”. Di fatto così la giovane comincia a prostituirsi. “Dai, se vuoi prova, mi diceva la mia amica, alla fine ci ho provato. Fingevamo di essere maggiorenni. All’inizio erano due o tre clienti al giorno”, spiega ancora in sede di incidente probatorio. Sempre la ragazzina, racconta, come l’amica, forse per farle vincere le resistenze, la portò con lei un giorno ad un incontro. “Lei era sul letto con Sbarra (un cliente indagato) – dice – io ero seduta in poltrona, ero imbarazzatissima”.
“Chiedevamo sempre di non avere ragazzi troppo giovani – hanno spiegato le ragazzine – per il fatto che magari li potevamo conoscere. Cioè, tipo di 18, 20 anni no, perché magari li potevamo conoscere. Questa era l’unica nostra preferenza”. Nel corso dell’interrogatorio una delle due aveva detto che “qualche cliente si lamentava del fatto che fossimo arrivate in ritardo o non ci fossimo presentate. Perché comunque noi alla fine siamo due ragazzine – ha aggiunto -, è normale non essere sempre puntuali. Magari a volte ci innervosivamo, non eravamo proprio cortesi. E poi eravamo in una situazione sotto pressione. Perché poi Ieni si lamentava del fatto che magari rispondevamo male, andavamo in ritardo quando lui ci chiamava … Noi gli dicevamo di no. Ci pressava“.
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Trump “aiuterà Kiev ad avere più difesa aerea dall’Ue” e ipotizza controllo Usa delle centrali ucraine. Zelensky: “Possibile pace quest’anno”
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La Lega in Aula: “Dov’è l’ugenza per il riarmo da 800 miliardi?”. Meloni attacca il Manifesto di Ventotene: è caos. Le opposizioni: “Vuole coprire le liti con Salvini”
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“Più efficienza bellica in tempi di pace per inevitabili guerre”: così il Manifesto parla dell’Ue di oggi
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha ribadito che continueremo a sostenere l'Ucraina anche nel documento approvato oggi alla Camera e ieri al Senato. E' un impegno che noi manteniamo, continueremo a fare la nostra parte. Noi non siamo mai stati in guerra con la Russia e non abbiamo mai autorizzato l'uso di nostre armi da parte degli ucraini in territorio russo". Lo ha detto Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Mi pare che la telefonata Trump-Putin sia un segnale positivo così come quella tra Trump e Zelensky. Noi abbiamo chiesto che l'Ucraina fosse coinvolta e questo è accaduto. Noi incoraggiamo tutte le iniziative che portano alla pace. Non è facile ma qualche speranza c'è". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Si tratta di garantire la sicurezza dell'intera Unione europea. C'è bisogno di rafforzare la sicurezza europea ma questo non significa essere guerrafondai. Per garantire la pace serve un equilibrio delle forze in campo per garantire la sicurezza dell'Europa e dell'Italia. Stiamo lavorando in questa direzione come un buon padre di famiglia che mette le finestre blindate perchè la sua famiglia sia al sicuro". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno. "Bisogna avere il coraggio di andare avanti: l'Europa è l'unico modo per essere sicuri".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Meloni non ha attaccato Altiero Spinelli. Mi sembra una tempesta in un bicchier d'acqua. Spinelli è un personaggio illustre della storia europea, lo rispetto e la presidente Meloni non lo ha mai offeso". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Sarà una 'magia comunicativa' delle sue, come dicono in Transatlantico dalle parti della maggioranza, quella di Giorgia Meloni che con l'attacco oggi in aula al Manifesto di Ventotene ha sviato l'attenzione dalle tensioni del centrodestra. Ma lo stesso effetto, la premier lo ha provocato anche nel campo avversario: le opposizioni divise, che si sono presentate in aula con 6 risoluzioni diverse, sono tornate a parlare con una sola voce nella difesa del Manifesto antifascista di Ventotene, testo fondante dell'Unione europea, sul quale la presidente del Consiglio ha detto di non riconoscersi: "Quella non è la mia Europa".
Duro il commento di Elly Schlein: "Giorgia Meloni ha deciso in aula di nascondere le divisioni del suo governo oltraggiando la memoria europea. Noi non accettiamo tentativi di riscrivere la storia". Scrive Matteo Renzi sui social. "La Meloni non ama Ventotene perché la storia di Ventotene dice il contrario della storia di Giorgia Meloni. Le prossime elezioni saranno un referendum tra chi crede nelle idee di Ventotene e tra chi crede in Giorgia Meloni. Noi non abbiamo dubbi su da che parte stare".
L'effetto delle parole della premier si è visto anche nel voto delle risoluzioni. Dopo le divisioni nel Pd sul piano ReArm Eu, composte in una lunga mediazione, si temevano comunque 'scarti' rispetto alle indicazioni di voto. Non si sono verificati. "Tutto il gruppo ha votato compatto", si fa sapere. E i tabulati lo confermano. Unica eccezione Lorenzo Guerini, che oltre alla risoluzione del Pd, ha votato a favore anche a quelle di Azione e Più Europa, meno critiche rispetto al testo dem sul piano ReArm Eu.
Nel dettaglio, il Pd ha votato ovviamente la sua risoluzione, bocciato quella della maggioranza, dato voto favorevole al punto del testo Avs in cui si dice no all'espulsione dei palestinesi da Gaza e contro, invece, alla richiesta sempre di Alleanza Verdi e Sinistra di interrompere l'invio di forniture militari a Kiev. Su quest'ultimo punto ci sarebbe stata qualche non partecipazione al voto tra i dem. Insomma, un risultato 'ordinato' dopo giorni di tensione nel Pd.
Altro punto che è stato rimarcato da tutte le opposizioni è stata l'assenza in aula, al momento delle dichiarazioni di voto, della premier Meloni. Dopo l'attacco al Manifesto di Ventotene, in aula si è accesa la polemica. Tra gli interventi è già virale sui social quello appassionato del dem Federico Fornaro. "Non è accettabile fare la caricatura di quegli uomini, lei presidente Meloni siede in questo Parlamento anche grazie a loro, questo è un luogo sacro della democrazia e noi siamo qua grazie a quei visionari di Ventotene che erano confinati politici. Si inginocchi la presidente del Consiglio di fronte a questi uomini e queste donne, altro che dileggiarli", ha gridato commuovendosi in aula.
Dopo le tensioni, il timing dell'aula è slittato di diverse ore, quando ormai Meloni era già in partenza per il Consiglio europeo a Bruxelles. Di fronte alle proteste per l'assenza della presidente del Consiglio è intervenuto in aula il sottosegretario Alfredo Mantovano: "I governo ha massimo rispetto nei confronti del Parlamento, e in particolare la presidenza del consiglio e la presidente del consiglio, che però aveva presente il programma originario dell'Aula che avrebbe concluso i lavori nel primo pomeriggio e in questo momento è già in volo per Bruxelles".
Una precisazione che non ha convinto le opposizioni. "Giorgia Meloni -attacca Elly Schlein- è fuggita di nuovo, non la vedevamo dal dicembre scorso e le volte che si è palesata in aula si contano sulle dita di una mano. Si è chiusa per mesi nel silenzio imbarazzato di chi non sa cosa dire o non vuole dire cosa pensa". E poi Giuseppe Conte: "Avete cambiato idea su Ventotene, ma sfiorate l'irriconoscenza. Presidente Meloni adesso è volata a Bruxelles, non vedeva l'ora, eppure poteva rimanere". Quindi Angelo Bonelli: "Questo è il manifesto di Ventotene, glielo avrei regalato alla presidente ma lei fugge dal dibattito parlamentare, anche perché ha un problema con la Lega".
Al netto delle posizioni diverse all'interno del campo delle opposizioni, tutti i gruppi di minoranza evidenziano di contro quelle presenti nelle maggioranza. E stamattina il capogruppo leghista Riccardo Molinari ha servito un assist su questo parlando in tv. Lo rilancia Schlein: "La Lega ha sostanzialmente commissariato la presidente Meloni dicendo che non ha mandato per esprimersi al Consiglio Ue". La segretaria Pd insiste nelle divisioni della maggioranza: "Nella vostra risoluzione, per non dividervi in tre posizioni diverse, avete fato sparire la difesa comune e il piano di riamo di Ursula von der Leyen, l'avete scritta con l'inchiostro simpatico. Facile far sparire le proposte divisive, ci credo che siete compatti, non avete scritto nulla".
Rimarca Maria Elena Boschi: "La Lega ha linea chiara, e l'ha detto: lei non ha mandato per andare al Consiglio Ue". E poi Riccardo Magi: "Meloni è scaltra e furba. Vuole farci parlare delle sue oscene parole e della sua esegesi sbagliata e truffaldina del Manifesto di Ventotene per nascondere che non ha una linea di politica estera e non ha una maggioranza in politica estera. Non lo dico io ma lo ha detto il capogruppo della Lega, Molinari". Ed ancora Bonelli: Meloni "oggi ha fatto scientemente quest'operazione" su Ventotene "perché Molinari lo ha detto chiaramente che non ha il mandato per dire sì a Rearm Europe". Infine Matteo Richetti di Azione: "Mentre discutevamo è uscita una dichiarazione di Molinari in cui dice che Meloni non ha il mandato per trattare: con tanti saluti per la risoluzione di maggioranza...".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "È grave che Rai News abbia censurato l’ultima parte del discorso della segretaria Schlein. Dallo sfiduciato Petrecca, un ultimo colpo di coda a sostegno della propaganda di governo, forse come ringraziamento per il passaggio di sede." Così i componenti democratici del gruppo PD in Commissione di vigilanza Rai, che hanno deciso di riportare integralmente la parte del discorso "censurato".
Eccola: “La Presidente Meloni non solo non ha il coraggio di difendere i valori su cui l’Unione s’è fondata dagli attacchi di Trump e di Musk, ma ha deciso qui di nascondere le divisioni del governo oltraggiando la memoria europea. Noi non accettiamo i vostri tentativi di riscrivere la storia. Lei in quest’aula ha oltraggiato la memoria del manifesto di Ventotene, riconosciuto da tutti come la base su cui si è fondata l’Unione europea, perché scritto da giovani mandati al confino dai fascisti che non risposero all’odio e alla privazione di libertà con altro odio, ma con una visione di Europa federale che superasse i nazionalismi che nel nostro continente hanno prodotto soltanto guerre, anche oggi. Non si permetta mai più di oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann, Ernesto e Ada Rossi, Eugenio Colorni, se siamo qui a discutere in un Parlamento democratico è grazie a persone come loro. Lei dice che quell’Europa non è la sua. E allora le chiedo se la sua Italia è quella della Costituzione perché sono gli stessi antifascisti che l’hanno scritta. E stiamo ancora aspettando che si dichiari antifascista pure lei”.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Via libera all'unanimità da parte dell'aula del Senato al progetto di legge sui viaggi nella memoria nei campi nazisti per le scuole. Approvato anche il ddl sui Nuovi giochi della Gioventù.