Il fatto che il signor Berlusconi Silvio potrebbe essere utilizzato al fianco dei disabili psichici nel percorso rieducativo previsto dai giudici è una notizia. Chi si occupa o vive accanto alla disabilità sa che un requisito essenziale dovrebbero essere sempre la competenza e la motivazione degli operatori impiegati.
Immagino pertanto che la decisione dei giudici sarebbe guidata da tali premesse.
Ricordo a questo proposito nitidamente le parole di uno dei genitori della associazione “Tutti a scuola” che mi confessò il suo timore alla prospettiva che il signor Berlusconi potesse essere utilizzato vicino a suo figlio disabile mentale al 100%.
Sottolineo timore, sentimento che ogni genitore di un disabile mentale prova quando vedono gli altri rapportarsi al proprio figlio.
Forse però esiste un altro modo per consentire al signor Berlusconi di occuparsi dei disabili.
In sintesi proverò prima a ricordare alcuni provvedimenti dei governi che egli ha guidato in questi ultimi venti anni che andrebbero corretti (eufemismo lessicale):
Nella scuola il ministro dell’istruzione Moratti (quella delle tre i: inglese, internet ed impresa) eliminò l’obbligo da parte dei dirigenti scolastici di sdoppiare le classi quando il numero degli alunni con disabilità e degli iscritti totali avesse superato le venti unità.
Negli anni questo cinico provvedimento, confermato dalla sua collega di partito Gelmini con il piano di riduzione delle classi ha determinato la presenza di classi formate anche da trenta alunni con tre o quattro alunni disabili.
Il primo suggerimento che offrirei al signor Berlusconi, ormai dedito alla causa del riscatto dei disabili, sarebbe proprio questo: si effettui una rapida ricognizione negli uffici scolastici regionali di tutta Italia, si raccolgano i dati sulla composizione delle classi e si predispongano gli sdoppiamenti necessari per riportare la scuola dell’inclusione nell’alveo pensato dai legislatori che a metà degli anni 70 la avevano realizzata.
Un altro forse utile suggerimento che sentirei di fornire ad un militante dei diritti dei disabili è una pubblica ammenda su quella incredibile decisione del ministro Moratti, poi ripresa con sottile distinguo da parte della Gelmini, di offrire la cattedra di insegnante specializzato di sostegno a professori che si qualificavano con brevi corsi on line di 30 ore (!).
Certo che su questo tema la pubbliche scuse sarebbero gradite anche se provenissero dai sindacati nazionali della scuola.
Ancora vorrei aggiungere qualcosa riguardo alla circostanza che negli anni in cui il signor Berlusconi ricoprì il ruolo di presidente del consiglio il numero di insegnanti di sostegno segnò un progressivo decremento pur in presenza di una costante crescita degli alunni disabili.
D’altronde il taglio di 8 miliardi di euro al sistema scolastico pubblico italiano da qualche parte doveva pur finire ed allora gli oltre 35.000 insegnanti precari di sostegno rappresentarono un terreno di caccia molto appetitoso.
Ho scelto di ricordare solo alcune scelte di governo che hanno scaraventato nella angoscia le famiglie dei disabili in questi anni, ma non posso omettere in questo breve elenco il colpo di teatro compiuto dall’ultimo governo a guida Berlusconi: l’azzeramento totale del fondo dei non autosufficienti. Azzeramento totale.
Ricordo ancora le meditate parole del fidato ministro Tremonti che commentando con tono gravoso le cifre provenienti dagli analisti economici affermò che con oltre due milione di invalidi il nostro Paese non avrebbe mai ripreso a crescere.
Potrei continuare ma ritengo non sarebbe utile al lettore.
Se invece il signor Berlusconi che risulta essere ancora il ledear di un partito politico impegnato in una delicata riforma dell’architettura costituzionale “inviasse” i suoi parlamentari a correggere queste aberrazioni i disabili ed i loro famigliari gli sarebbero veramente riconoscenti.
Ed il mio amico papà della associazione tirerebbe un gran sospiro di sollievo.