“Fatemela pagare 20 euro al mese e me la vado a comprare subito! Noi guadagniamo poco!”. Non tutti gli operai FIAT di Pomigliano hanno preso bene la trovata pubblicitaria di ‘impacchettare’ le auto straniere dei dipendenti dell’azienda, che già ieri aveva scatenato le polemiche nello stabilimento di Mirafiori. Così, spacchettando la sua Wolksvagen, una tuta blu si lascia andare a un duro sfogo contro l’azienda davanti alle telecamere. “Preferisco non commentare”, dice invece un’altra operaia, anche lei infastidita dal cellophane di cui è stata ricoperta la sua Toyota. La cambierà per una FIAT? “No, per ora sicuramente no”. “Se avessimo uno sconto ulteriore me la comprerei – dice un operaio vicino alla sua Renault – io la mia l’ho comprata usata. Ho un contratto a tempo determinato e non posso comprarne una nuova”. Ma c’è pure chi trova l’iniziativa simpatica: “Qualcuno ha preso l’iniziativa sul piano personale – dicono due team leader – “E’ una iniziativa che mi piace, ho preso un cuore spezzato per ricordo”. Lo Slai-Cobas, che stamattina ha organizzato un picchetto di protesta all’ingresso della fabbrica, ha già annunciato di voler presentare un esposto denuncia alle procure di Nola, Torino e Melfi. “L’iniziativa della Fiat di Pomigliano d’Arco – si legge in un comunicato – travalica abbondantemente ogni legittima manifestazione della libertà di pensiero, sconfinando in vera e propria azione di mobbing e violenza privata” di Andrea Postiglione
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