Come tutti i comuni mortali, che di vite ne hanno a disposizione qualcuna di meno, anche lui, naturalmente, ne ha avuta una giovanile. Erano gli anni Sessanta e, “Figlio unico di madre vedova” (titolo del suo romanzo d’esordio, una ventina d’anni fa), studiava Giurisprudenza e cercava l’amore. Qualche volta ci cascava dentro senza nemmeno cercarlo, e forse non era nemmeno amore, ma quasi. Non erano, però, nemmeno storie da dimenticare se, a distanza di tanti anni, l’Augusto ha deciso di ricordarle e, chissà?, reinventarle nel suo ultimo libro: “Tre storie quasi d’amore” (Mursia).
Cultura - 10 Aprile 2014
Libri: le avventure e gli amori di Augusto Bianchi Rizzi
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