Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha confermato lo spostamento dei boss stragisti di Cosa Nostra e di 'ndrangheta e camorra. "Operazione per evitare che i boss rimangano troppo tempo negli stessi luoghi". Anche lo spostamento di Provenzano da Parma a Opera va inserito in questo piano
Dopo il trasferimento di Bernardo Provenzano dal carcere di Parma a quello milanese di Opera, oggi il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – come riporta l’Agi – ha fatto sapere che i capi di Cosa Nostra sono stati spostati dalle carceri in cui si trovavano da decine d’anni in regime di 41bis. Tra questi anche i boss stragisti corleonesi: Totò Riina, Leoluca Bagarella, Bernardo Provenzano e i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano.
Si tratta, ha riferito il Dap, di un avvicendamento “di routine”. Fonti qualificate dell’amministrazione penitenziaria hanno dichiarato a ilfattoquotidiano.it che le “operazioni servono a evitare l’eccessiva permanenza dei boss negli stessi luoghi”. Il Dap ha aggiunto che si tratta di “trasferimenti che avvengono periodicamente. Non avviene in tempi brevi, ma si cambiano o scambiano di sede i boss rinchiusi in aree protette”.
I movimenti, avvenuti quasi in contemporanea tra il mese scorso e questi giorni, con eccezionali misure di sicurezza e di segretezza, hanno riguardato circa 200 detenuti sottoposti al cosiddetto carcere duro. In quest’ottica va letto anche il trasferimento dal carcere di Parma a Milano di Provenzano, che ieri è stato ricoverato all’ospedale San Paolo per accertamenti. Al fine di valutare se il padrino potrà continuare a rimanere in carcere o dovrà essere ricoverato definitivamente in una struttura sanitaria. E proprio ieri il ministro della giustizia Andrea Orlando, che a fine marzo aveva prorogato il 41bis per Binnu, ha chiesto chiarimenti sui motivi dello spostamento del capomafia. Mentre Riina, protagonista nei mesi scorsi di conversazioni in cui minacciava i magistrati di Palermo che indagano sulla trattativa Stato-mafia, è finito nel di Parma. Un avvicendamento generale, che ha riguardato anche i capi di altre organizzazioni criminali, come la ’ndrangheta e la camorra.