Nel 2013 il vicepresidente di Mediaset - che quest'anno non distribuirà dividendi agli azionisti - ha incassato 1,96 milioni tra stipendio fisso e premio di risultato da 500mila euro. La sorella, che presiede Mondadori, si è fermata invece a 515mila euro. Senza incentivi né gettoni aggiuntivi
Pier Silvio batte Marina nella guerra degli stipendi e dei bonus interna alla famiglia Berlusconi: 1,96 milioni contro 515mila euro. Lo scorso anno, infatti, il vicepresidente di Mediaset – tornata in utile grazie a un piano di tagli draconiani da oltre 600 milioni – ha incassato una busta paga vicina ai 2 milioni comprensiva di un generoso premio da 500mila euro maturato “in base ai risultati di redditività e sostenibilità patrimoniale” del Biscione. La sorella Marina, invece, nella veste di presidente di Mondadori ha guadagnato “solo” 515mila euro di compensi fissi, senza bonus né gettoni aggiuntivi (mentre il ruolo di consigliere in Mediaset le ha fruttato soli 20mila euro complessivi). D’altronde il gruppo editoriale di Segrate ha archiviato il 2013 con una pesante perdita di 185 milioni. E anche i vertici del Biscione, nella stessa situazione – cioè di fronte a un bilancio in profondo rosso, quello del 2012 – si erano diligentemente tagliati la busta paga rinunciando agli incentivi.
L’unico aspetto che non torna è che Mediaset è tornata ai fasti del passato (e con gli interessi) solo per quanto riguarda le retribuzioni dei suoi vertici: gli azionisti, infatti, resteranno ancora a bocca asciutta. Anche per quest’anno dal Biscione non riceveranno alcun dividendo. Poco male, evidentemente, per Pier Silvio e per il presidente Fedele Confalonieri. Quest’ultimo, come riporta la Relazione sulla remunerazione presentata in vista dell’assemblea, ha ricevuto per l’esercizio 2013 una retribuzione complessiva di 3,73 milioni di euro, contro i 2,7 del 2012 e i 3,55 del 2011. Nel dettaglio, 2,99 milioni gli sono stati corrisposti a titolo di “componente fissa” e 200mila euro come premio di risultato. A questo vanno aggiunti i 400mila euro di corrispettivo per il patto di non concorrenza, i 60mila per la carica di consigliere della controllata Mediaset España e i gettoni di presenza per la partecipazione alle riunioni del cda. Più qualche altro spicciolo (11.532 euro) alla voce benefici non monetari. Lo storico braccio destro di Silvio Berlusconi ha poi in portafoglio 1.077.000 azioni della società. Pier Silvio, da parte sua, ha incassato 1,39 milioni come componente fissa della remunerazione, 500mila come parte variabile e 60mila, come Confalonieri, per la poltrona nel cda di Mediaset España. A cui si sommano, anche qui, gettoni di presenza (8mila euro) e benefit non monetari (2.135 euro).
Pesante anche la busta paga dell’amministratore delegato del Biscione, Giuliano Adreani: 3,29 milioni composti per 1,9 milioni dalla componente fissa (retribuzione annua lorda da dirigente della controllata Publitalia ’80, compensi per la carica in Mediaset e per la presidenza della stessa Publitalia) e per ben 960mila euro dal premio per i risultati della raccolta pubblicitaria. In più ci sono i 200mila euro ricevuti nell’ambito del patto di non concorrenza, i gettoni di presenza in cda e, anche qui, benefici non monetari (9.498 euro). Ernesto Mauri, suo omologo in Mondadori, in carica da marzo 2013, si è dovuto accontentare di 1,3 milioni (compresi 160mila euro di bonus), mentre 657mila euro sono andati al precedente ad e vicepresidente Maurizio Costa, che – dopo oltre 15 anni in azienda – ha preso anche una buonuscita di 5,75 milioni.