Diritti

Legge 40, l’adozione come alternativa all’eterologa?

La fecondazione eterologa è illegittima. Finalmente è stata riconosciuta l’atrocità di una norma della legge 40 che vietava il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. Il divieto alla fecondazione eterologa aveva spinto fino ad oggi molte coppie al cosiddetto turismo procreativo. Ad andare all’estero per cercare di avere un figlio. Nella maggior parte dei casi perché l’infertilità era causata da malattie che costringeva loro a cercare un donatore di gamete. Talvolta perché magari uno dei due era stato sottoposto a cure chemioterapiche che l’avevano reso infertile. Non parliamo quindi di un capriccio. Ma di viaggi già appesantiti dal carico psicologico e aggravati dal fattore economico, perché doversi spostare in un altro paese per i controlli e i trattamenti ha un costo maggiore. Tutto questo perché il nostro paese non ne riconosceva la problematica.

L’American Society for Reproductive Medicine ha definito la sterilità come una malattia. Quindi è giusto trattarla come tale. Così come viene fatto per altre malattie quali ad esempio il diabete o la depressione. Perché queste sono considerate malattie da curare e la sterilità no? La salute riproduttiva deve far parte della salute complessiva dell’individuo. Lo Stato non può continuare ad essere cieco. Se ne deve occupare, accertandosi che la diagnosi e le possibili terapie possano essere fatte senza ostacoli. Riconoscendo alle coppie il diritto ad essere aiutate nella loro ricerca. Il diritto a fare il possibile per costruirsi una famiglia, senza sconfinare dalle regole della morale. 

In merito ad un eventuale utilizzo di gameti di un donatore e una successiva fecondazione eterologa, sarà ora necessario affrontare il problema dell’interesse e diritto del nato a conoscere la verità del proprio concepimento e della propria ascendenza biologica. Si dovrà decidere quale binario è più giusto prendere per l’interesse del nascituro: quello dell’anonimato del donatore o della possibilità di scegliere se conoscere le proprie origini. E per quanto riguarda i donatori, credo che sarebbe più giusto donare i gameti con uno spirito altruista piuttosto che economico. Certo è che risulterebbe difficile trovare chi sarebbe disposto a sottoporsi a cure ormonali, come nel caso delle donne, correndo eventuali rischi per la propria salute, soltanto come gesto altruista. 

Con la dichiarazione dell’illegittimità della norma sulla fecondazione eterologa, Famiglia Cristiana ha ribadito il primato della famiglia biologica che verrebbe confusa con la presenza di gameti estranei. “Questo divieto determinava una serie di garanzie soprattutto per il nascituro, a tutela della chiara identità dei genitori, con le relative responsabilità” riporta Famiglia Cristiana. “Questa sentenza, in particolare, ignora il diritto del neonato, che è il soggetto più debole e indifeso, ad avere un padre e una madre riconoscibili e riconosciuti”. Anche una famiglia che adotta un bambino però non ha nessun legame biologico con questo. Eppure non suscita tanto scalpore.

Quando si parla infatti di infertilità e dell’eventuale ricorso alle tecniche di fecondazione assistita, molti si domandano perché dover guarire l’infertilità quando ci sono tanti bambini orfani o abbandonati che desiderano anche loro avere una famiglia e essere adottati. Gli orfanotrofi sono pieni, i numeri dell’infanzia abbandonata crescono, e  in Italia esiste un elevato numero di minori in istituto che avrebbero bisogno di una famiglia. L’interrogativo è comprensibile. L’adozione è un’istituzione importante e una scelta bellissima, ma anche chi ha percorso questa strada come soluzione al non poter avere figli, spesso si è trovato di fronte a non pochi ostacoli. Anni e anni di attesa talvolta senza successo. Alti i costi e le “prove psicologiche”. Procedure altrettanto respingenti che portano le coppie a provare la via biologica attraverso la fecondazione assistita. Quindi la strada dell’adozione è ugualmente tortuosa. Anzi forse più difficile.

Si continua a moralizzare le varie forme di fecondazione assistita, perché non si prendono invece in considerazione gli innumerevoli atteggiamenti irresponsabili nei confronti della procreazione naturale? Pensiamo ad un uomo che mette incinta la sua partner e poi sparisce. Non riconosce il figlio. Non solo questo è inaccettabile, ma dovrebbe essere regolato legalmente, cosi come avviene per l’adozione e per le tecniche di fecondazione assistita.

Il figlio è di chi ha il desiderio di crescerlo, accudirlo e amarlo. Se esisteranno queste tre condizioni, la tutela del nascituro sarà garantita.