“Renzie e Dell’Utri per me pari sono”. E’ il titolo dell’ultimo post del blog di Beppe Grillo a firma del responsabile comunicazione del M5S alla Camera Nicola Biondo. “Per 20 anni sinistra e destra l’hanno menata con l’antimafia. Da una parte i buoni, Violante e compagnia bella. Dall’altra i cattivi, Berlusconi e i suoi compari Dell’Utri e Cosentino. Come al solito ci fottevano con le parole, era tutta una recita – scrive Biondo – Perché poi quando era il momento si accordavano sempre. Prendi il caso del 416ter“. Il riferimento è alla legge che disciplina il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Martedì 15 aprile la Camera dovrà approvare il disegno di legge che va a modificare quello stesso articolo, con l’intento di rendere più efficaci controlli e punizioni. Ma nel passaggio dal Senato, il testo è stato annacquato dopo le polemiche di Forza Italia e Nuovo centrodestra.
“Falcone”, si legge sul blog, “sapeva che le organizzazioni criminali non vendono i loro voti in cambio di soldi, quelli li fanno in altro modo. Ma Falcone morì mentre Violante fu uno degli artefici del 416ter, una delle legge più inutili che infatti non è mai stata applicata: il politico va punito se in cambio di voti dà soldi ai boss. Un genio. Se quella legge fosse stata scritta come oggi chiede il M5S il latitante dell’Utri sarebbe stato processato e condannato non per concorso esterno – avvenuto fino al 1992 – ma per lo scambio elettorale con la mafia e con una pena più alta, un reato che Dell’Utri ha commesso – secondo le indagini – fino all’altro ieri”.
L’attacco è poi alla sinistra e alle sue operazioni antimafia. “Mentre la sinistra faceva i convegni antimafia – pagati con i soldi pubblici – chiudeva gli occhi sull’invasione delle cosche nelle regioni che amministrava. Per vent’anni la sinistra ha parlato di Falcone e Borsellino mentre li tradiva, per vent’anni la destra difendeva l’eroe Mangano per difendere il boss di Arcore. E in mezzo c’eravamo noi: quelli che la legalità di uno Stato criminale – quello di Equitalia, quello delle Grandi opere – provavamo a rispettarla, con le immagini di Capaci e Via d’Amelio a bruciarci ancora il cuore e gli occhi”. Secondo Biondo, la sinistra si sponsorizza con interventi pubblici, salvo poi in Parlamento trattare “con i mafiosi”.
“L’antimafia dei buoni'”, continua Biondo, “vi chiedeva il voto contro Dell’Utri e poi contrattava con il suo padrone, vi chiedeva il voto contro la mafia e non ci pensavano nemmeno a fare una legge anti-corruzione. Vi chiedevano il voto in nome di Falcone e Borsellino e poi quando il Quirinale prova a far saltare l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, in attesa magari che il pm Nino Di Matteo salti in aria per mano del Riina di turno, nessuno a sinistra apre bocca. Forse perché i giudici antimafia buoni, a sinistra, sono solo quelli morti. Quelli su cui fare campagna elettorale. Ma quando poi si arriva in Parlamento i “mafiosi”, i cattivi, come Dell’Utri diventano interlocutore per le riforme o per l’elezione di D’Alema al Quirinale e per mille altri patti”.