L'accordo con il vettore sembra cosa fatta e tutti attendono per lunedì la lettera di intenti. Intanto Alitalia disdice gli acquisti di aerei a lungo raggio, di cui Etihad è ricca. Mentre il Tar boccia la concorrenza di Emirates
La trattativa tra Alitalia ed Etihad è alle fasi finali. I rumors indicano che già lunedì potrebbe arrivare la lettera d’intenti da parte della compagnia medio-orientale nei confronti del vettore italiano. Non sono solo le parole incoraggianti del Governo, dato che era dai tempi del Governo Letta che la trattativa era alle fasi finali, ma vi è un altro indizio che indica la trattativa è in dirittura d’arrivo. Nei giorni scorsi Alitalia ha disdetto un ordine per 12 Airbus A350, aerei a lungo raggio. Questo dato è passato inosservato alla maggior parte dei quotidiani, ma indica che vi sono buone possibilità che l’accordo tra Etihad e la compagnia guidata da Del Torchio sia davvero alle fasi finali. Questa tipologia di aeromobili a lungo raggio ed erano stati ordinati da Alitalia nel lontano 2008. Il vettore italiano ha estrema necessità di aerei a lungo raggio per potere sviluppare la propria strategia di hub and spoke nell’aeroporto di Roma Fiumicino. Di fatto, tale strategia è possibile solo se ad una rete di feederaggio di voli domestici e europei, si “attacca” una rete di voli a lungo raggio.
Del resto, uno dei difetti alla nascita della “Fenice italiana” è stata proprio la mancanza di voli intercontinentali, i più remunerativi, poiché il vettore aveva completamente sbagliato la strategia di partenza con l’acquisto di aeromobili di corto-medio raggio (in dote ad Airone). Etihad invece è una delle compagnie al mondo che più sta investendo nel lungo raggio e per fare ciò ha deciso di acquistare un numero impressionante di aeromobili per le tratte intercontinentali.
Il problema maggiore di Etihad è quello di avere un mercato relativamente piccolo e ha difficoltà nell’attrarre i voli nello scalo di Abu Dhabi. Oltretutto il vettore è in competizione con le altre compagnie medio-orientali, Emirates e Qatar Airways. E la competizione tra vettori medio-orientali è accesissima e si gioca non solo a livello di compagnie aeree, ma anche tra scali aeroportuali. Infatti ogni vettore ha sviluppato un sistema integrato con l’aeroporto di riferimento, il proprio hub. Doha per Qatar Airways, Dubai per Emirates. E qui arriva un’altra spinta indiretta dallo Stato Italiano, il secondo indizio.
In quest’ottica non sembra casuale – e comunque capita a favore – la decisione del Tar del Lazio che ha sospeso l’apertura ad Emirates per il volo tra Dubai e New York con scalo commerciale a Milano Malpensa (la famosa quinta libertà). Una decisione che va contro la liberalizzazione dei cieli che tanto è utile all’Italia, vista la mancanza di un vettore di riferimento. Un segnale negativo nei confronti del Paese e allo stesso tempo un segnale positivo per Etihad-Alitalia, le quali si tolgono la concorrenza di un pericoloso competitor da Milano per i voli verso il Nord America.
Un segnale molto chiaro che arriva con un tempismo perfetto e che sembra indicare chiaramente che lo Stato Italiano appoggia l’accordo tra il vettore medio-orientale e Alitalia. Con l’acquisto di una quota importante di Alitalia, di fatto Etihad mette una bandierina importante nel suo panorama globale, dopo essere sbarcato, in Serbia, in Svizzera e in Germania, tramite Air Berlin.
L’Italia è un mercato strategico ed insieme ad Alitalia, Etihad ha la possibilità di sviluppare anche lo scalo di Roma Fiumicino. Per fare questo Alitalia avrebbe bisogno di diversi aerei a lungo raggio e a prima vista, la scelta di abbandonare l’acquisto degli A350 di Airbus sarebbe un controsenso. Ma è chiaro che in un’ottica di accordo con i medio-orientali, Alitalia non ha più bisogno di acquistare direttamente quegli aeromobili che può avere da Etihad.
I due segnali quindi dicono questo:
Etihad aiuterà Alitalia nelle rotte a lungo raggio con i propri aerei
Fiumicino rimane lo scalo preferenziale con la parziale chiusura alla liberalizzazione ad Emirates su Malpensa.
Segnali che sembrano indicare dunque che la fine delle trattative è relativamente vicino, salvo colpi di scena finali e l’accordo prevederà probabilmente una riduzione del personale e un taglio del debito delle banche. Il benvenuto ad Etihad è servito.