La corrente critica del Partito democratico si ritrova a Roma per parlare della "sinistra nella nuova fase", mentre contemporaneamente a Torino il presidente del Consiglio Matteo Renzi lancia la campagna elettorale per le amministrative. D'Alema: "Il Pd sta morendo. Sembra il comitato elettorale del leader". Bersani: "Fino a qui non abbiamo dormito, ma prima c'era Berlusconi"
“Quando arriveremo alla verità non sarò disponibile a sacrificare la bibbia della Costituzione sull’altare di un accordo politico”. Gianni Cuperlo apre la manifestazione della minoranza del Pd al teatro Ghione a Roma, mentre contemporaneamente da Torino il presidente del Consiglio Matteo Renzi lancia la campagna elettorale per amministrative ed europee a Torino. I critici del Partito democratico si ritrovano per “studiare cosa deve essere la sinistra in questa nuova fase” aperta dal premier ‘rottamatore’. Tra i presenti Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema e Stefano Fassina. “Noi dobbiamo essere il Pd”, dice D’Alema, “una minoranza deve aspirare a diventare una maggioranza. Non possiamo accettare che il Pd diventi un’altra cosa, che si spenga. Il partito vive un processo di impoverimento che può prendere una piega drammatica”.
L’attacco dei presenti alla Convention riguarda soprattutto le riforme: “Non possiamo votare qualunque cosa”, dice Cuperlo tra gli applausi. “Noi siamo per le riforme, ma per ‘buone riforme’. Lavoreremo con spirito costruttivo e leale. Il treno delle riforme è bene che sia partito ma questo non deve impedirci di dire che va rivisto l’impianto riformistico”. “Definire le riforme blindate – osserva Cuperlo – è una contraddizione in sé e non si può dire ‘o si fa così o me ne vado’. Non si cambia il Senato perché i senatori costano troppo, anche se è chiaro che il Senato non risponde più ad un’architettura moderna. Si vuol fare non elettivo? Discutiamone”, precisa Cuperlo che è contrario al prendere o lasciare di Renzi. “Non conviene al Governo piegare il confronto ad una conflitto tra riformisti e conservatori”. E aggiunge: “Le norme della destra non diventano giuste se a proporle siamo noi”.
E a chi punta il dito contro la concomitanza tra il lancio della campagna elettorale Pd a Torino e la convention di Roma, l’ex presidente Pd risponde cercando di stemperare i toni. “Noi siamo qui”, dice Gianni Cuperlo aprendo i lavori dell’incontro, “ma molti di noi sono anche lì a Torino. Non c’è nessuna polemica: Lorenzo Guerini era stato invitato e probabilmente verrà nel pomeriggio. Oggi è una giornata bella per l’avvio di una campagna elettorale così importante”. “
Molto critico verso le politiche di Matteo Renzi anche l’intervento di Massimo D’Alema. “Dobbiamo organizzarci”, dice, “non come la minoranza che si riduce ad una frazione parlamentare percepita come una componente che frena l’attivismo di Renzi. Noi dobbiamo essere una componente che si prende con sé l’obiettivo, la sfida di organizzare il partito, aprire i circoli, fare le tessere. Noi dobbiamo essere quelli che rilanciano la sfida riformista”. “Noi – aggiunge D’Alema riferendosi alla minoranza e galvanizzando la platea – siamo la parte maggiore della militanza e la nostra forza deve attivarsi. Il Pd, non la minoranza, dobbiamo farlo funzionare, dobbiamo fare le tessere anche se non si stampano più”. Massimo D’Alema, che rimane per la minoranza Pd il leader indiscusso, lamenta: “Si sta aprendo una divaricazione grave perché questa maggioranza considera gli altri come un peso, un ostacolo e non come una straordinaria risorsa. Ho l’impressione che il partito stia diventando un comitato elettorale del leader, un partito radicato nelle istituzioni, con una funzione ‘serventè”. “Il partito delle primarie senza il partito che cosa diventa?”, si chiede D’Alema pensando a come si possano organizzare le primarie con circoli e sezioni chiuse. “Qui c’è il rischio – sottolinea – di un mutamento qualitativo del sistema democratico”.
Presente alla convention anche l’ex candidato premier Pierluigi Bersani, che non risparmia le sue perplessità sull’esecutivo di Renzi. “Oggi ci sono i rapporti di forza per fare le riforme. Vorrei sconfiggere quella leggenda metropolitana poi cui si dice ‘sin qui non avete fatto nulla’. Ma sin qui c’era Berlusconi e il Pd non è che ha dormito. Ora c’è il rapporto di forza per mandare avanti le riforme e le riforme devono andare avanti. Ma ci vuole lo stesso tempo per fare la cosa giusta e quella sbagliata”