Una bimba di due anni e quattro mesi “sottratta” alla famiglia affidataria, che era in attesa di adottarla, per tornare con la madre naturale, una ex suora congolese che in un primo tempo aveva deciso di non riconoscerla. La donna era rimasta incinta nel 2011 e aveva rinunciato alla neonata subito dopo il parto all’Ospedale di Pesaro. Tempo dopo però, una volta lasciato l’ordine religioso, aveva cambiato idea. Poi è intervenuta la Cassazione che ha stabilito il ritorno della piccola dalla madre. Una decisione a seguito della quale il comitato spontaneo “Nati dal cuore” e circa duecento persone hanno manifestato nel centro di Ancona a sostegno della famiglia di Tolentino con cui la bimba viveva, con fischietti, cartelloni e palloncini rossi. I manifestanti, arrivati con quattro pullman da Tolentino e Macerata, sono andati dal presidente facente funzione del tribunale per i minorenni Vincenzo Capezza. Il funzionario non li ha ricevuti, ma li ha invitati a presentare una richiesta formale di incontro.
Il comitato, spiega la portavoce del comitato Ilaria Cardarelli, “si è costituito spontaneamente, tra persone che hanno avuto un sussulto quando hanno conosciuto questa storia, dai media o attraverso conoscenze. Successivamente hanno aderito anche genitori e figli adottivi e ora siamo in contatto anche con altre associazioni. Questa vicenda – prosegue Cardarelli – ha gettato nell’angoscia decine e decine di famiglie che hanno avviato il percorso per l’adozione. Le decisioni dei giudici favoriscono la madre naturale, ma il problema vero qui è la bambina, vissuta per due anni e mezzo con una famiglia, con due persone che chiama ‘mammà e ‘papà'”.
“Siamo tutti nati dal cuore” la scritta su uno striscione esposto dai manifestanti. Molti i bimbi con cartelli scritti a pennarello: “È diritto di un bambino: avere una famiglia“, ma anche “essere rispettato”, “ricevere una buona educazione” o “cure speciali”. Un gruppo ha invece innalzato un foglio con la scritta “È un’ingiustizia“. Alla manifestazione di oggi non erano presenti i genitori affidatari della piccola, per la quale nel frattempo è stato avviato un percorso di avvicinamento alla madre naturale, con visite e pernottamenti presso una struttura di accoglienza a Fano. Una di queste visite si doveva concludere oggi, ma, raccontano alcuni esponenti del comitato: “Proprio a causa della manifestazione il Tribunale ha deciso di prolungarla fino a non si sa quando”.