Un immenso incendio sta devastando la città di Valparaiso in Cile, a circa 120 chilometri a nordovest della capitale Santiago. Il bilancio per ora è di 11 morti, 500 feriti, 10mila sfollati e almeno 500 abitazioni distrutte. Sono andati in fiamme intere zone dell’area metropolitana dove vivono 250 mila persone.

Le fiamme, scoppiate in una zona boschiva nella periferia, si sono rapidamente estese ad una dozzina di quartieri, bruciando per ora 660 acri, circa 267 ettari, secondo quanto riferito dalla protezione civile cilena. Al momento, i quartieri più colpiti sono quelli collinari di La Cruz, El Litre, Mariposas, Las Canas e Merced.

“Questo è il peggior disastro che abbia mai visto”, ha detto il governatore della regione Ricardo Bravo. “Adesso temiamo che il fuoco si diffonderà anche al centro della città”, patrimonio dell’Unesco e famosa meta turistica. La presidente Michelle Bachelet ha proclamato lo stato di calamità, chiamando in campo l’esercito ed è attualmente a Valparaiso a supervisionare i soccorsi insieme al ministro dell’Interno, Rodrigo Penailillo.

Circa 1250 vigili del fuoco, guardie forestali e poliziotti, con l’ausilio di 18 mezzi, fra canadair ed elicotteri, sono impegnati nelle operazioni di spegnimento dell’incendio. Stanno causando grosse difficoltà la topografia della città, che è circondata da decine di colline scoscese, sulle quali vive la maggior parte delle persone e i forti venti che stanno spirando nella zona. Due mila marines in tenuta da combattimento hanno pattugliato le strade per mantenere l’ordine e impedire saccheggi. I rifugi sono pieni, e gli ospedali hanno curato centinaia di persone per problemi respiratori provocati dal fumo. 

“Siamo senza elettricità e questo significa che la colonna di fiamme sta creando un panorama dantesco e sta avanzando in modo incontrollabile”, ha detto il sindaco Castro

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