“Da una parte si consente a Marcello Dell’Utri, imputato nel ‘processo trattativa’, di fuggire all’estero, dall’altra il Pd pensa di candidare uno dei principali giustificazionisti della trattativa stato-mafia, il professor Fiandaca, che è anche uno degli ispiratori dell’attuale formulazione del 416 ter praticamente inutile. Aspettiamo ora qualcuno che ci dica che la mafia non esiste, come accadeva fino agli anni 80″. Antonio Ingroia, presidente di Azione Civile, movimento che ha aderito alla Lista Tsipras critica così la possibile candidatura del giurista Giovanni Fiandaca nelle liste europee del Partito democratico.
“Le due cose sembrerebbero estranee ma a legarle vi è un filo conduttore – sostiene Ingroia – la delegittimazione del processo sulla trattativa e di chi è in prima linea nella lotta contro la mafia. Lo Stato, in tutte le sue articolazioni, dovrebbe stringersi attorno alla procura di Palermo impegnata in un processo già difficile di per sé e reso ancor più complicato dalle minacce di morte giunte, anche recentemente, a Nino Di Matteo. Insomma, Dell’Utri fugge e si fa arrestare solo per la sua imperizia, e il Pd vuole candidare, proprio in Sicilia, il professor Fiandaca. Poiché – dice ancora – non credo che le cose avvengano a caso, penso che si stia creando ad arte un clima, anche di opinione, per oscurare ancora una volta, con atti politicamente discutibili e mediaticamente rilevanti, la verità sulla stagione dei patti osceni con la mafia di una classe politica, che occupa ancora ruoli di rilievo nelle istituzioni. E questo alla vigilia della decisione della Cassazione se mantenere a Palermo il processo sulla trattativa. Sarebbe la fine. Ma tutto già dimostra che c’è la precisa volontà di mantenere, nell’immaginario collettivo, la visione della mafia in coppola e lupara e di delegittimare tutti coloro che, invece, considerano la mafia dei colletti bianchi ancora più pericolosa”.