Confins, Cuiabá, Curitiba, Salvador, Porto Alegre e Fortaleza: sono questi gli scali che certamente non saranno ultimati per l'inizio della coppa del mondo di calcio. La soluzione tampone sarà quella di costruire terminal provvisori. Il rischio è il caos totale
Rio de Janeiro – Chi conosce i brasiliani sa che la puntualità non è certo un loro punto di forza. E questa caratteristica è a rischio di diventar nota da qui a poco in tutto il mondo. In occasione dei lavori per le infrastrutture che serviranno per la Coppa del mondo di calcio, infatti, il Paese mostra il suo lato meno efficiente. I ritardi ormai affliggono ogni settore. Dopo le preoccupazioni esposte per gli stadi da parte anche della Fifa, l’ultima crisi in ordine di tempo riguarda gli aeroporti. Dopo voci, polemiche e inchieste varie, qualche giorno fa la Infraero, azienda che si occupa della gestione degli scali e anche delle ristrutturazioni, ha fatto sapere di non essere in grado di consegnare i lavori in tempo per l’inizio dei mondiali, comunicando contestualmente anche gli avanzamenti dei lavori in corso.
Sono sei gli scali che non saranno pronti per giugno: Confins, Cuiabá, Curitiba, Salvador, Porto Alegre e Fortaleza. Alcuni di questi affrontano situazioni davvero incredibili. E’ il caso per esempio dell’aeroporto di Porto Alegre, capitale dello Stato del Rio Grande do Sul. Qui solo l’1,85% dei lavori allo scalo è stato ultimato e solo il 20,64% di quelli relative alla pista. Critica anche la situazione a Fortaleza, capitale dello Stato del Cearà: qui sono stati ultimati solo il 15% dei lavori allo scalo. Visto l’andamento, la stima è che tutto sarà ultimato non prima del 2016-2017. Quando forse non sarà più utile. Non utile ai passeggeri in viaggio in occasione dei mondiali quantomeno. Il problema a Fortaleza è stato soprattutto nella pianificazione e progettazione. Cosa che ha causato lo stop dei lavori.
Così, la spesa di 350milioni stimati potrebbe crescere. Il bilancio complessivo della Infraero, è di un appena 55% delle opere in cantiere già ultimate. Negli scali dove sarà impossibile risolvere in breve, come ad esempio Fortaleza, Porto Alegre e Cuiabà, la soluzione adottata sarà quella di costruire un terminal temporaneo, e poi terminare le opere dopo i mondiali. Una spesa ulteriore difficile da capire: per Fortaleza la cifra sarà di 3,5 milioni di Real. Sempre in ritardo, ma in una situazione um pochino migliore è la situazione all’aeroporto internazionale di Rio, Galeão, dove il 48,07% dei lavori al terminal 1 sono terminati e il 66,36 relativamente al terminal 2. A Manaus, in Amazzonia, dove l’Italia giocherà la sua prima partita, l’85,49% delle opere è ultimato. Altri scali interessati dalla Coppa dove non ci saranno problemi sono quelli di Recife, capitale del Pernambuco e Natal, capital del Rio Grande do Norte.
Tutto regolare anche nei ‘secondi’ aeroporti di Rio, Santos Dumont, e San Paolo, Conconhas, dove tutto è già pronto. Tutto pronto anche nella capital federale Brasília, dove l’aeroporto inaugurerà ad aprile. Nonostante i limitati dati positivi, il dato è che a meno di 10 settimane dall’inizio del torneo, i lavori nella metà delle sedi dei mondiali sono in ritardo. E il rischio è che possa finire tutto nel caos nel momento di massimo transito. Qualsiasi problema finirà per ricadere sulla presidentessa Dilma Rousseff, che ha spinto molto sulla privatizzazione degli scali purché potessero essere ristrutturati in tempo per l’inizio della Coppa del mondo. Se non offriranno un buon servizio, la domanda sarà per tutti: perchè aver privatizzato? Qualcosa di difficile da spiegare soprattutto in una campagna elettorale dove le spese per la coppa risulteranno centrali nel dibattito, vista l’intenzione delle piazze di voler far sentire forte la propria voce.