Giornata di stallo per il caso Dell’Utri. A Beirut non si è tenuta l’annunciata udienza di convalida dell’arresto avvenuto sabato su mandato delle autorità italiane, mentre si profila un rinvio per la pronuncia definitiva della Cassazione nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa, data la richiesta di legittimo impedimento per malattia dei due legali dell’ex senatore, che oggi ha ricevuto la visita dei familiari.
Intanto l’ufficio stampa del presidente del partito libanese delle Falangi, Amin Gemayel, “smentisce” in una dichiarazione “il presunto ruolo del presidente russo Vladimir Putin e dell’ex presidente italiano del Consiglio Silvio Berlusconi nel sostenere Gemayel alle prossime elezioni presidenziali”. La smentita arriva dopo che, ieri, la stampa italiana ha riferito che Marcello Dell’Utri, al momento dell’arresto, si trovava in Libano perché inviato da Berlusconi, al quale Putin avrebbe chiesto aiuto per la campagna elettorale di Gemayel. “La notizia – si legge nella nota – è destituita di qualsiasi fondamento sotto tutti gli aspetti, anche nei piccoli dettagli, e la sua pubblicazione tende a confondere e alterare la realtà”. L’ex senatore, secondo l’Ansa, ha ricevuto la visita della moglie e uno dei figli oggi pomeriggio nella sezione del Comando della polizia dove è detenuto. la visita è durata una quindicina di minuti. L’ex braccio destro di Berlusconi ha preso in consegna alcuni libri e farmaci, ha detto di essere “trattato bene” ed è parso di buon umore. A quanto si apprende, Dell’Utri è rinchiuso nella sezione dei servizi di Intelligence del Comando della polizia. Ma il locale in cui è rinchiuso avrebbe le caratteristiche di un appartamentino più che di una cella di sicurezza. L’ex senatore non può ricevere giornali né guardare la televisione perché è in isolamento.
Intanto, in seguito alla richiesta di legittimo impedimento per malattia presentato da entrambi i legali di Dell’Utri, fonti della Cassazione indicano come scenario più probabile il rinvio dell’udienza prevista domani a Roma, che avrebbe dovuto sancire la sentenza definitiva (oppure un nuovo rinvio) nei confronti dell’ex senatore già condannato in appello a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. A quanto si è appreso, il certificato di malattia dell’avvocato Krogh è pervenuto in Cassazione da almeno una settimana, mentre quello dell’avvocato Di Peri è arrivato l’altroieri, il giorno dell’arresto. Domattina, innanzi alla Prima sezione penale dove è fissata l’udienza per Dell’Utri, il collegio presieduto da Cristina Siotto, sentito il parere del sostituto procuratore generale Aurelio Galasso, terrà una breve camera di consiglio per deliberare il rinvio ed, eventualmente, fissare già una nuova data. Molto probabilmente verrà sentito il parere anche dell’Avvocatura dello Stato e delle parti civili costituitesi in giudizio, come il Comune di Palermo. La Procura della Cassazione potrebbe anche chiedere un accertamento alle Asl competenti sulla effettività dello stato di malattia dei due difensori di Dell’Utri. Ma questa ipotesi appare molto remota.
Nulla di fatto neppure a Beirut. Stamattina Dell’Utri non è comparso davanti ai magistrati libanesi per l’attesa udienza di convalida dell’arresto, perché le autorità libanesi non hanno ancora ricevuto dall’Italia i documenti necessari. Lo ha confermato una fonte giudiziaria libanese all’agenzia di stampa Dpa. L’udienza era attesa per stamani, ma “il suo dossier non è arrivato al ministero libanese della Giustizia, pertanto non è al momento necessario che venga ascoltato dai magistrati”, ha detto la fonte. Intanto, in merito alla richiesta di estradizione di Dell’Utri, il procuratore generale della corte di cassazione libanese, Samir Hammoud, ha ricevuto – secondo la fonte della Dpa – una delegazione dell’ufficio italiano dell’Interpol e della polizia. Stando a una fonte della polizia libanese citata dall’agenzia di stampa tedesca, Italia e Libano stanno esaminando la questione dell’estradizione ed è atteso nelle prossime 24 ore a Beirut un funzionario del ministero italiano della Giustizia. “L’udienza non è prevista dalla legge, ha spiegato Hammud, sottolineando che Dell’Utri potrebbe rimanere detenuto “fino alla decisione sull’estradizione”. Il procuratore generale ha sottolineato che “fino alla ricezione del dossier con la richiesta di estradizione non ho nemmeno l’obbligo di vedere il detenuto per un’udienza”.
Il magistrato ha spiegato quale sarà la procedura di estradizione, prevista da un trattato italo-libanese del 1975 per le condanne superiori a sei mesi, ma anche i “perseguiti” per reati con pena superiore a sei mesi. “Quando riceverò il file dall’Italia, dovrò studiarlo e interrogare Dell’Utri. Successivamente dovrò presentare al ministro della Giustizia una relazione con parere favorevole o contrario alla richiesta. Sarà poi il potere esecutivo – ha concluso l’alto magistrato – a prendere la decisione finale con un provvedimento che dovrà essere firmato dallo stesso ministro della Giustizia, dal primo ministro e dal presidente della Repubblica”. In base alla convenzione bilaterale in vigore, le autorità italiane hanno trenta giorni di tempo per presentare la richiesta formale di estradizione a quelle libanesi con tutti i documenti del caso.