Coinvolte tutte le province. E al vaglio della giunta di Vasco Errani ci sono già altre 14 istanze per trovare nel sottosuolo metano o petrolio. Ogni nuovo 'via libera' è stato sospeso finchè non sarà del tutto esclusa la correlazione con fenomeni sismici (come ipotizzato dalla commissione Ichese). Legambiente: "Avanti così e tra pochi anni metà del territorio regionale sarà oggetto di trivellazioni"
Ben 35 permessi di ricerca già concessi per scavare pozzi esplorativi, e 14 istanze di autorizzazione, ancora pendenti, per trivellare in aree non interessate da alcuna attività mineraria. E’ la più ambita tra le regioni d’Italia dalle compagnie che vorrebbero perforare il sottosuolo alla ricerca di idrocarburi, l’Emilia Romagna, terra devastata dai terremoti del maggio 2012. Sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico, infatti, al momento risultano 35 autorizzazioni già approvate per effettuare “indagini geofisiche e perforazione del pozzo esplorativo” nel territorio regionale, allo scopo di individuare eventuali giacimenti di combustibile fossile, come petrolio o metano. Autorizzazioni che si sommano alle altre 14 istanze, sempre relative all’Emilia Romagna, che al momento sono al vaglio della giunta guidata da Vasco Errani, in attesa di approvazione. E se per ora ogni nuovo ‘via libera’ a trivellare è stato sospeso proprio dalla Regione in virtù di quei fenomeni sismici che secondo la commissione Ichese “potrebbero essere stati innescati” dalle trivelle degli impianti petrolifici di Cavone (Modena), come riportava la rivista Science l’11 aprile scorso, non c’è provincia che esuli dalla possibilità di vedere l’avvio, un giorno, di un pozzo esplorativo per la ricerca di idrocarburi. La giunta Errani, alla luce delle conclusioni della commissione Ichese, del resto, ha fatto sapere che la possibilità che ci sia un nesso tra trivelle e terremoti sarà verificata da un gruppo di lavoro costituito appositamente presso il ministero dello Sviluppo Economico. Quindi ogni futura autorizzazione alle perforazioni esplorative del sottosuolo dipenderà dall’esito delle nuove indagini. Tuttavia Legambiente, nel rapporto 2013, ha calcolato che “se tutte le domande in sospeso dovessero ricevere il via libera nei prossimi anni i progetti potrebbero interessare oltre la metà dell’intero territorio regionale”.
Provincia di Bologna
Tenendo presente che le autorizzazioni concesse o pendenti che interessano più di una provincia vengono conteggiate più volte, nel distretto di Bologna i titoli esclusivi approvati a consentire indagini geofisiche e perforazione del pozzo esplorativo per l’individuazione di un eventuale giacimento di idrocarburi, sono 11. Per i siti di Bastiglia e Cento l’ok alla ricerca, concesso nel 2011 ad Ascent Resources Italia, è stato prorogato fino al 19 febbraio 2013, poi secondo quanto riporta il sito dello Sviluppo economico, è stata presentata un’istanza di sospensione del decorso temporale pubblicata nel Buig, il bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse, del 31 marzo 3013. Il permesso di ricerca per Crocetta, accordato agli operatori Northsun Italia, 65%, e Po Valley Operations, 35%, nel 2001, è stato sospeso nel 2010, ma una richiesta di proroga è stata pubblicata sui Buig dell’agosto 2013. Per San Vincenzo, sempre Po Valley e Northsun, il via libera agli scavi è stato concesso con varie proroghe sino al 19 febbraio 2013, poi è stata presentata istanza di sospensione del decorso temporale, ma intanto le due società hanno chiesto l’autorizzazione a trivellare a Sant’Alberto, sempre nel bolognese, e la domanda nel 2013 ha ricevuto parere favorevole dal Cirm, la Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie.
A Podere Gallina Po Valley ha ricevuto il via libera nel 2008, il permesso è scaduto il 2 febbraio scorso e al momento non risultano richieste di proroga. A Ponte dei Grilli, invece, la compagnia petrolifera texana Aleanna Resources potrà trivellare fino al 30 marzo 2015. A Zappolino, Edison ha ottenuto il via libera fino al 28 settembre 2016, a Portomaggiore Enel Longanesi Developments fino al 2017, a Bosco e a Dardagnola l’italiana Coimepa potrà cercare idrocarburi fino al 2017, e infine a Tozzona il via libera di Po Valley varrà fino al 2019. La provincia di Bologna, poi, conta anche 6 richieste di permesso di ricerca per altrettante aree non ancora interessate da alcuna attività mineraria, ferme sul tavolo della Regione Emilia Romagna: per il sito Brola, la cui istanza attende l’esame del Cirm, per i siti Fiume Panaro e Fiume Reno, su cui è ancora in corso la valutazione ambientale, con i Comuni interessati che hanno espresso parere negativo al via libera, e per il sito Fiume Secchia, che attende la fase decisoria del decreto Via, a cui dovrebbero seguire la Conferenza dei servizi e poi l’emanazione del decreto di conferimento, richiesto dalla texana Hunt Oil Company. Per le istanze denominate Reno Centese e San Patrizio, invece, la valutazione ambientale è ancora in corso presso la Regione Emilia Romagna.
Provincia di Modena
Seconda per numero di richieste a trivellare in via esplorativa già autorizzate è la provincia di Modena, in cui sono attivi i siti di Bastiglia e Cento, in comune con il bolognese, Bibbiano e Sassuolo, per cui a è stato accordato il permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi fino al 2016, Bugia e Fantozza, dove Aleanna Resources potrà cercare il combustibile fossile fino al 2016, a Zappolino, Grattasasso, Bosco e Dardagnola. Attualmente, invece, le istanze che attendono l’ok della giunta Errani sono 3: Fiume Panaro, Reno Centese e Fiume Secchia.
Provincia di Ferrara
Al terzo posto c’è poi la provincia di Ferrara, che attualmente, sempre secondo i dati del ministero, conta 8 siti interessati da attività di ricerca idrocarburi. Cento, dove appunto opera Ascent Resources, a Longastrino, dove fino a ottobre 2014 trivellerà la britannica Northern Petroleum, alla Corte dei Signori, sito Aleanna Resources, che ha chiesto una proroga per l’autorizzazione scaduta lo scorso 28 marzo, a Jolanda di Savoia, il cui sito fino al 10 ottobre prossimo sarà gestito da Enel e Geogas, a La Prospera, dove Northsun Italia cercherà idrocarburi almeno fino al 22 settembre 2014, a Podere Gallina, a Ponte del Diavolo, dove sempre Aleanna Resources vorrebbe individuare eventuali giacimenti di metano, e a Portomaggiore. In sospeso in Regione, invece, ci sono 6 richieste per aree non ancora interessate da attività mineraria: la Risorta, le Saline, Reno Centese, San Patrizio, Tre Ponti e Zanza.
Provincia di Ravenna
E 8 sono anche le autorizzazioni alla ricerca di idrocarburi concesse per il territorio di Ravenna, denominate Crocetta, per cui Northsun e Po Valley hanno chiesto la proroga, San Marco, affidata a Enel Longanesi Developments fino al 2015, che ha domandato di poter realizzare i pozzi esplorativi Rosetta 1 Dir e Lugatti 1 Dir, Longastrino, il cui titolare è Northern Petroleum, Casale Cocchi, sempre di Enel, in scadenza a settembre, Ponte dei Grilli di Aleanna Resources, Portomaggiore, Faenza, dove fino al 2017 Gas Plus, già proprietaria degli impianti di Cavone indicati nel rapporto Ichese come possibile “innesco” dei terremoti del maggio 2012, potrà cercare idrocarburi, e Tozzona. In attesa di approvazione della giunta Errani, invece, risultano 2 istanze di autorizzazione: Castiglione di Cervia e San Patrizio. La prima in fase di rigetto, la seconda in corso di valutazione ambientale a carico della Regione Emilia Romagna.
Provincia di Reggio Emilia
I permessi di ricerca nella provincia di Reggio Emilia, invece, sono 7: Torrente Parma, per cui Edison ha ricevuto l’autorizzazione fino al 29 ottobre prossimo, Bibbiano, che interessa anche le provincie di Modena e Parma, Sassuolo, Fantozza, Grattasasso e Bugia, che riguardano anche il modenese, e Cadelbosco di Sopra, sito in cui Po Valley e Petrorep Italiana potranno cercare idrocarburi fino al 2017. L’istanza per Fiume Secchia, come si è detto, attende la convocazione della Conferenza dei servizi, mentre per Sorbolo, area ‘vergine’ dalle attività minerarie, è in corso la valutazione ambientale della Regione.
Provincia di Parma
E 7 sono anche le autorizzazioni alla ricerca di idrocarburi concesse nel territorio di Parma: oltre ai già nominati siti di Bibbiano, Torrente Parma e Cadelbosco Sopra, risultano approvate le istanze richieste per Torrente Nure, Bardone, affidata ancora a Gas Plus, su cui però pende un’istanza di sospensione del decorso temporale, Santa Margherita e Pannocchia. Sul tavolo della Regione Emilia Romagna, invece, ci sono 2 richieste di permesso di ricerca per altrettante aree non ancora interessate da alcuna attività mineraria: Fiorenziola D’Arda e Sorbolo.
Le altre province
Ultime nella classifica delle provincie interessate dal maggior numero di richieste di autorizzazione a trivellazioni esplorative, Piacenza, 5 ‘via libera’ ad attività di ricerca, Forlì – Cesena, 2, e Rimini, 1. Al vaglio della Regione al momento non ci sono richieste pendenti su Rimini, mentre Piacenza è interessata dall’istanza Fiorenzuola D’Arda, e a Forlì – Cesena la giunta Errani dovrà decidere dei siti Castiglione di Cervia e Torre del Moro.