Gli operai di Fiat e dell’indotto hanno “impacchettato” i cancelli della fabbrica di auto di Termini Imerese, chiusa dal novembre 2011, attaccandoci sopra un cartello con la scritta “Anche tu ci hai spezzato il cuore…”. Una risposta – amara –  all’operazione di marketing realizzata dal Lingotto nei giorni scorsi: le auto straniere dei dipendenti lasciate in sosta nel parcheggio di Mirafiori erano state ricoperte di cellophane e “marchiate” con un cartello a forma di cuore spezzato dentro il quale campeggiava la scritta “vederti con un’altra mi ha spezzato il cuore, ma nonostante ciò continuo a pensare a te”. Oggi la reazione: duecento operai, secondo le cifre dei sindacati, si sono radunati nel piazzale davanti allo stabilimento fermo da quasi tre anni. L’iniziativa è stata organizzata in occasione del vertice tra rappresentanti del governo, della Regione Sicilia, dell’azienda e dei lavoratori che si è svolto nel pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico e ha dato il via libera alla proroga per altri sei mesi – fino al 31 dicembre – della cassa integrazione in deroga, che sarebbe altrimenti terminata il 30 giugno. A Roma si è discusso anche delle proposte di reindustrializzazione del sito, da quella della molisana Dr Motor della famiglia Di Risio a quella di Lima corporate (protesi ortopediche) fino agli studi tv di Einstein multimedia. Tutte, finora, sfociate in un nulla di fatto. Lo scorso febbraio i sindacati avevano organizzato l’ultimo sciopero generale in sostegno degli operai lasciati a casa da Fiat. 

 

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