Pio Albergo Trivulzio, basta nominarlo per evocare subito alla mente lo scandalo di Tangentopoli del ‘92 e quello di affittopoli del 2011. Poi arrivano la giunta Pisapia e l’assessore Majorino che cambiano il CdA e inaugurano la stagione della spending review. Obiettivi dichiarati: sanare il bilancio e riorganizzare l’azienda Trivulzio.
Sotto questi buoni auspici è iniziato il repulisti della nuova amministrazione “delle larghe intese” (4 membri nominati dal Comune e 3 dalla Regione) che ha colpito indistintamente tutti gli uffici e tutti i settori dell’Istituto, da quelli sanitari a quelli amministrativi, tagliando le posizioni lavorative ritenute inutili rispetto alle reali necessità dell’azienda ma anche avviando percorsi di esternalizzazione di alcune attività sanitarie di specialistica ambulatoriale come il servizio di odontoiatria.
A tutto ciò si è aggiunto lo spettro dei tanto temuti tagli lineari, soprattutto per i molti Co.co.co., Co.co.pro. e liberi professionisti con la partita Iva forzata (un passaggio obbligato per ambire a un posto nel pubblico impiego). Spettro che purtroppo si è materializzato innescando in meno di due anni una lunga serie di ricorsi presso il Tribunale di Milano (Sezione Lavoro), il Tar della Regione Lombardia e il Consiglio di Stato; per non parlare dei contenziosi, delle controversie e delle costituzioni in giudizio con certi fornitori.
I tagli hanno interessato alcune decine di persone tra infermieri, medici, fisioterapisti, amministrativi e tecnici; una sfilza di lavoratori quasi del tutto sconosciuti all’opinione pubblica, tenuti quasi nascosti. Lavoratori che sono stati tagliati dall’oggi al domani o ai quali non è stato più rinnovato il contratto, magari dopo tanti anni di servizio al Trivulzio. Tutti lavoratori inutili e raccomandati? La risposta non è così semplice e certi casi pongono interrogativi che meriterebbero maggiori approfondimenti dall’attuale Amministrazione.
E’ eclatante ad esempio il caso di un lavoratore dell’Ufficio Tecnico che dopo quasi 10 anni di incontestabile carriera, con ben 7 contratti sistematicamente rinnovati come precario, è stato improvvisamente lasciato a casa.
L’architetto Ivan Masciadri ancor oggi si chiede come sia stato possibile che il nuovo CdA non abbia preso in considerazione il suo ampio curriculum: 6 qualifiche/abilitazioni, 21 corsi di formazione, innumerevoli partecipazioni a seminari tecnici e importanti pubblicazioni che avvalorano la sua competenza specialistica in materia di sanità e sicurezza.
“Del resto – racconta l’architetto – il mio stipendio era di soli 22 euro lorde all’ora: rapportato a quello che potevo offrire all’Ente, certamente non poteva essere visto come spreco, semmai tutto il contrario!” E continua: “Com’è possibile non aver coscienza in tal senso e lasciarmi sulla strada senza troppi complimenti a 42 anni d’età con un figlio di 12 mesi da mantenere? Nonostante i miei 10 anni di permanenza nell’Ente ero consapevole della mia situazione di precario, ma non riesco a capire come mi si possa aver tagliato in questo modo. Mi piacerebbe che almeno qualcuno si degnasse di spiegarmelo!”
Ma i suoi dubbi sono comuni a tanti altri lavoratori che a distanza di poco tempo dal loro licenziamento, o mancato rinnovo contrattuale, hanno visto entrare al Trivulzio nuovi medici, amministrativi, tecnici e fisioterapisti. Attraverso l’uso delle procedure comparative, ovvero il sistema con cui una commissione (spesso interna) decide chi assumere solo in base a un semplice colloquio e la valutazione di un curriculum, un Ente pubblico come il Trivulzio può ingaggiare con una certa facilità qualsiasi genere di professionista o consulente che ritiene indispensabile per i propri uffici.
E se nel frattempo la spending review fosse diventata solo un pretesto per tagliare i rami più deboli, quei lavoratori giudicati sacrificabili magari solo perché privi di protezione e non perché poco utili o capaci?
Come può un Paese come l’Italia permettere proprio a un ente pubblico di prendere in carico un lavoratore per 10 anni, rinnovargli 7 volte il contratto, per poi lasciarlo a casa senza che gli venga prospettata una possibilità di assunzione attraverso un regolare concorso pubblico?
Quanti casi come questo ci sono in una Repubblica democratica che, stando al primo articolo della sua Costituzione, sarebbe fondata sul lavoro?
(continua)
Twitter: @nicvalen
Niccolò Valentini
Ingegnere Tlc e Blogger
Economia & Lobby - 14 Aprile 2014
Pio Albergo Trivulzio, la spending review sospetta
Sotto questi buoni auspici è iniziato il repulisti della nuova amministrazione “delle larghe intese” (4 membri nominati dal Comune e 3 dalla Regione) che ha colpito indistintamente tutti gli uffici e tutti i settori dell’Istituto, da quelli sanitari a quelli amministrativi, tagliando le posizioni lavorative ritenute inutili rispetto alle reali necessità dell’azienda ma anche avviando percorsi di esternalizzazione di alcune attività sanitarie di specialistica ambulatoriale come il servizio di odontoiatria.
A tutto ciò si è aggiunto lo spettro dei tanto temuti tagli lineari, soprattutto per i molti Co.co.co., Co.co.pro. e liberi professionisti con la partita Iva forzata (un passaggio obbligato per ambire a un posto nel pubblico impiego). Spettro che purtroppo si è materializzato innescando in meno di due anni una lunga serie di ricorsi presso il Tribunale di Milano (Sezione Lavoro), il Tar della Regione Lombardia e il Consiglio di Stato; per non parlare dei contenziosi, delle controversie e delle costituzioni in giudizio con certi fornitori.
I tagli hanno interessato alcune decine di persone tra infermieri, medici, fisioterapisti, amministrativi e tecnici; una sfilza di lavoratori quasi del tutto sconosciuti all’opinione pubblica, tenuti quasi nascosti. Lavoratori che sono stati tagliati dall’oggi al domani o ai quali non è stato più rinnovato il contratto, magari dopo tanti anni di servizio al Trivulzio. Tutti lavoratori inutili e raccomandati? La risposta non è così semplice e certi casi pongono interrogativi che meriterebbero maggiori approfondimenti dall’attuale Amministrazione.
E’ eclatante ad esempio il caso di un lavoratore dell’Ufficio Tecnico che dopo quasi 10 anni di incontestabile carriera, con ben 7 contratti sistematicamente rinnovati come precario, è stato improvvisamente lasciato a casa.
L’architetto Ivan Masciadri ancor oggi si chiede come sia stato possibile che il nuovo CdA non abbia preso in considerazione il suo ampio curriculum: 6 qualifiche/abilitazioni, 21 corsi di formazione, innumerevoli partecipazioni a seminari tecnici e importanti pubblicazioni che avvalorano la sua competenza specialistica in materia di sanità e sicurezza.
“Del resto – racconta l’architetto – il mio stipendio era di soli 22 euro lorde all’ora: rapportato a quello che potevo offrire all’Ente, certamente non poteva essere visto come spreco, semmai tutto il contrario!” E continua: “Com’è possibile non aver coscienza in tal senso e lasciarmi sulla strada senza troppi complimenti a 42 anni d’età con un figlio di 12 mesi da mantenere? Nonostante i miei 10 anni di permanenza nell’Ente ero consapevole della mia situazione di precario, ma non riesco a capire come mi si possa aver tagliato in questo modo. Mi piacerebbe che almeno qualcuno si degnasse di spiegarmelo!”
Ma i suoi dubbi sono comuni a tanti altri lavoratori che a distanza di poco tempo dal loro licenziamento, o mancato rinnovo contrattuale, hanno visto entrare al Trivulzio nuovi medici, amministrativi, tecnici e fisioterapisti. Attraverso l’uso delle procedure comparative, ovvero il sistema con cui una commissione (spesso interna) decide chi assumere solo in base a un semplice colloquio e la valutazione di un curriculum, un Ente pubblico come il Trivulzio può ingaggiare con una certa facilità qualsiasi genere di professionista o consulente che ritiene indispensabile per i propri uffici.
E se nel frattempo la spending review fosse diventata solo un pretesto per tagliare i rami più deboli, quei lavoratori giudicati sacrificabili magari solo perché privi di protezione e non perché poco utili o capaci?
Come può un Paese come l’Italia permettere proprio a un ente pubblico di prendere in carico un lavoratore per 10 anni, rinnovargli 7 volte il contratto, per poi lasciarlo a casa senza che gli venga prospettata una possibilità di assunzione attraverso un regolare concorso pubblico?
Quanti casi come questo ci sono in una Repubblica democratica che, stando al primo articolo della sua Costituzione, sarebbe fondata sul lavoro?
(continua)
Twitter: @nicvalen
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Standing ovation dalla platea della convention Cpac a Washington al termine dell'intervento video della premier Giorgia Meloni. Un intervento nel quale la presidente del Consiglio ha richiamato valori e temi che uniscono conservatori europei e americani, a partire dalla difesa dei confini, ribadendo la solidità del legame tra Usa e Ue. "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno".
"So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta. Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente", ha affermato la premier.
La presidente Meloni ha fatto un passaggio sull'Ucraina ribadendo "la brutale aggressione" subito dal popolo ucraino e confidando nella collaborazione con gli Usa per raggiungere una "pace giusta e duratura" che, ha sottolineato, "può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Le "elite di sinistra" si sono "recentemente indignate per il discorso di JD Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o bilance commerciali su cui ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia". Mo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Cpac.
"Il vicepresidente Vance stava discutendo di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell'Europa. Molti hanno finto di essere indignati, invocando l'orgoglio europeo contro un americano che osa farci la predica. Ma lasciate che ve lo dica io, da persona orgogliosa di essere europea - ha detto ancora - Innanzitutto, se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l'Europa ha perso la sua autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall'immigrazione illegale di massa, ora vivremmo in un'Europa più forte".
(Adnkronos) - "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno. So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta".
"Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "So che con Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, non vedremo mai più il disastro che abbiamo visto in Afghanistan quattro anni fa. Quindi sicurezza delle frontiere, sicurezza delle frontiere, sicurezza energetica, sicurezza economica, sicurezza alimentare, difesa e sicurezza nazionale per una semplice ragione. Se non sei sicuro, non sei libero". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "C'è una crescente consapevolezza. C'è una crescente consapevolezza in Europa che la sicurezza è ora la massima priorità. Non puoi difendere la tua libertà se non hai i mezzi o il coraggio per farlo. La felicità dipende dalla libertà e la libertà dipende dal coraggio. Lo abbiamo dimostrato quando abbiamo fermato le invasioni, conquistato le nostre indipendenze e rovesciato i dittatori". Così la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
"E lo abbiamo fatto insieme negli ultimi tre anni in Ucraina, dove un popolo orgoglioso combatte per la propria libertà contro un'aggressione brutale. E dobbiamo continuare oggi a lavorare insieme per una pace giusta e duratura. Una pace che può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - In Ucraina "un popolo coraggioso combatte contro una brutale aggressione". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "I nostri avversari sperano che Trump si allontani da noi. Io lo conosco, e scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l'Europa come distante, lontana. Io vi dico: non è così". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio alla convention Cpac a Washington.