Politica

Grillo e gli ultimi colpi di teatro

Le ultime uscite di Beppe Grillo sono piuttosto preoccupanti perché dimostrano che l’uomo è un po’ confuso tra il ruolo di comico e quello di politico. Sembra quasi che il fondatore del Movimento 5 stelle voglia continuamente stupire con coup de theatre il suo popolo e i suoi potenziali elettori, forse per timore di non riuscire a realizzare quella vittoria più volte annunciata e assai improbabile come primo partito alle elezioni europee. L’ultima gaffe in ordine di tempo è il richiamo fuori luogo a Primo Levi e il fotomontaggio ancora più triste dell’entrata del campo di concentramento di Auschwitz con la modifica della scritta da il «lavoro rende liberi» a la «P2 rende liberi».

Al di là dell’indignazione della comunità ebraica, al di là delle polemiche, la prima cosa che viene da chiedersi è perché Beppe Grillo debba ricorrere ad argomentazioni così stupidamente provocatorie, inutili, per niente divertenti, per polemizzare con Matteo Renzi e con Giorgio Napolitano. Gli strumenti polemici non mancano certo al capo del M5S, perché scomodare in modo offensivo una tragedia come la Shoa per una polemica di bottega? A parte il pessimo gusto pensa forse di far ridere? Pensa di conquistare voti? Pensa che questo sia il modo di risalire al 25%. Speriamo di no, perché anche uno che la politica non l’ha mai frequentata capirebbe che le cose non funzionano così. Dopo la gaffe Beppe Grillo ha detto che è stato travisato. Una tecnica usata spesso da Silvio Berlusconi dopo le sue molteplici gaffe che il capo del Movimento 5 stelle farebbe bene a non imitare.

L’altra singolare uscita politica di Beppe Grillo riguarda l’annuncio che il capo del M5S ha dato in tv a proposito di un eventuale referendum per l’indipendenza del Veneto. Grillo ha detto esplicitamente che se ci fosse un referendum in tal senso il M5S darebbe il suo appoggio, stabilendo così un’alleanza nei fatti con la Lega Nord di Matteo Salvini, che non a caso ha accolto la notizia con grande orgoglio? Qui siamo alla follia politica: finora Beppe Grillo ha sempre rifiutato la politica delle alleanze. Una strategia da alcuni considerata miope ma legittima. Come è possibile che la prima deroga sia con la Lega Nord. Ma Grillo ha sentito bene le cose che dicono i capi del movimento per l’indipendenza del Veneto? E’ con loro che aspira a governare l’Europa? Beppe Grillo lasci perdere le battute da teatro e si renda conto che una cosa è il palcoscenico un’altra è la politica.