Il leader del Movimento 5 Stelle a Montecitorio per presentare il disegno di legge M5S per l'abolizione di Equitalia fa un nuovo comizio. Difende l'idea di scrivere un articolo sul blog "parafrasando" l'autore di "Se questo è un uomo": "Non ho offeso nessuno". Attacca la presidente della Camera e il premier Matteo Renzi: "E' un pagliaccetto che vuole fare tutto entro il 25 maggio"
Dice di non aver offeso nessuno e che la sua è stata “una reinterpretazione” ai giorni nostri del testo di Primo Levi “Se questo è un uomo”. Il giorno dopo le polemiche che hanno investito Beppe Grillo per il suo post “Se questo è un Paese”, il leader si presenta alla stampa. Si parla della proposta di legge M5S per l’abolizione di Equitalia, ma le domande sono tutte per le critiche delle ultime ore.”Hanno scritto”, ha risposto Grillo, “che io ho utilizzato la shoah a fine elettorali. Questa è una menzogna, che respingo. Anche la comunità ebraica deve cambiare il comunicatore, stupido e ignorante. Io non devo chiedere scusa a nessuno, perché è stata data un’interpretazione distorta delle mie parole“. Ha poi spiegato i motivi della pubblicazione dell’articolo : “Non ho preso le parole di Primo Levi per fare del sarcasmo. Ho rapportato la poesia ai giorni nostri, ho parlato dei poteri mafiosi e della P2. La Shoah è dietro l’angolo, e ne succede forse una al mese o una all’anno: dal Ruanda alla Siria, a un sistema bancario e finanziario che fa migliaia di morti all’anno. Abbiamo Shoah da tutte le parti, dobbiamo stare attenti a non abbassare la guardia. Questo mi ha insegnato Primo Levi e questo ho scritto. Non ho fatto battute o ironia. Ho usato la frase ‘Arbeit macht frei’ – il lavoro rende liberi – per dire che oggi il lavoro fa tante vittime e che la P2 rende liberi”.
Doveva essere la conferenza stampa per presentare il disegno di legge a 5 Stelle per l’abolizione di Equitalia, ma l’ospite Beppe Grillo ha tenuto un nuovo comizio dagli uffici di Montecitorio. E ha lanciato un allarme per quello che lui definisce “un Paese che crolla e di cui dovremo presto raccogliere le macerie”. La Boldrini? “Una dilettante allo sbaraglio”. Lo Stato? “Una democrazia che frana”. Renzi? “Un pagliaccetto che fa tutto entro il 25 maggio“. La legge sul voto di scambio? “Una vergogna”. Dell’Utri e Berlusconi? “Io sarei andato in galera”.
Oggetto dell’attacco del leader è stata ancora la presidente della Camera che ha appena deciso una nuova sospensione per i deputati M5S: “Non ci stiamo più a farci convocare da una dilettante allo sbaraglio: la prossima volta se ne andranno loro. Non ci stiamo più a farci convocare dalla Boldrini e farci far andar fuori dal Parlamento. Noi probabilmente non c’è ne andremo più fuori dal Parlamento. I prossimi ad andarsene saranno loro”. E non si è risparmiato nemmeno un attacco a Berlusconi e Dell’Utri: “Silvio Berlusconi fa mezzora di servizi sociali a settimana. Io sarei andato in galera. Io avrei fatto un discorso e mi sarei fatto arrestare. Questi non sono neanche uomini. Dell’Utri non tornerà mai. Lo sappiamo benissimo. È uno che ha traghettato la mafia con Publitalie e Forza Italia. Questa fine miserabile che farà non è da uomini, scappano”.
Tra gli obiettivi di Grillo anche Matteo Renzi. “Questo Parlamento è diventato una burla, abbiamo un pagliaccetto messo lì che fa tutto entrò il 25 di maggio. Gli 80 euro sono un voto di scambio“. E poi ancora: “L’ebetino di Firenze copia tutto il nostro programma. Ruba il tempo, come gli usurai”. I 5 Stelle di Grillo ora puntano tutto sulle Europee: “Quel giorno cambierà la storia di questo Paese. L’avversario del premier non sono io, ma sono la democrazia e l’onestà”. E la legge elettorale? “L’Italicum non si farà più perché hanno capito che al ballottaggio ci va il M5S”. E ha chiuso attaccando i giornalisti: “Avete i mesi contati, dovrete cercarvi un altro lavoro. Io vi chiedo di migliorare questo Paese con l’informazione. Abbiamo sbagliato? Bene, ma sempre in maniera onestà. Non ci avete mai dato credito. Non avete capito che abbiamo fatto una rivoluzione straordinaria. Io vi chiedo di non avallare più le menzogne”.
La proposta di legge per l’abolizione di Equitalia
L’abolizione di Equitalia secondo i 5 Stelle, sarebbe uno dei primi passi per cambiare il sistema. “Questo Paese”, ha detto Grillo, “sta franando ed Equitalia è il simbolo di un rapporto criminogeno che ha questo Stato, che non esiste più con i cittadini che non esistono più”. Il disegno di legge prevede l’abolizione, a decorrere dal 1° gennaio 2015, di Equitalia, e il passaggio delle relative funzioni all’Agenzia delle entrate. È quanto chiede la proposta grillina. Secondo i 5 stelle, “le modalità con cui Equitalia effettua la riscossione si sono rivelate strumenti vessatori nei confronti di imprese, artigiani, commercianti e famiglie. Equitalia infatti fa lievitare, considerevolmente, il livello effettivo di tassazione in quanto ai tributi pregressi sono aggiunti le spese di riscossione, le penali e gli interessi, che sommati arrivano a toccare il tasso d’usura. Il risultato è stato l’ulteriore inasprimento della pressione fiscale“. I parlamentari puntano il dito contro una riscossione che definiscono “irrazionale”. Equitalia viene definita una “società per azioni che punta non a recuperare crediti, ma a garantirsi un guadagno. E che non serve nemmeno per la lotta all’evasione“.
Il disegno di legge depositato alla Camera. All’articolo 1 si prevede, come detto, l’abolizione di Equitalia a decorrere dal 1° gennaio 2015 e il passaggio delle relative funzioni all’Agenzia delle entrate, “esercitate, concretamente, dalla Direzione centrale per la riscossione, la quale subentra integralmente nei diritti e negli oneri relativi all’esercizio delle funzioni di riscossione della società Equitalia S.p.a. e delle società pubbliche ad essa collegate”. L’articolo 2 reca disposizioni in materia di riscossione prevedendo che “gli interessi, le more, gli aggi e le sanzioni per il ritardo o mancato pagamento delle cartelle esattoriali maturati fino all’entrata in vigore della presente proposta di legge, fatta eccezione per le cartelle esattoriali in relazione alle quali sia stata pronunciata una sentenza passata in giudicato […] sono annullati e sono sostituiti dal pagamento di un interesse pari alla quotazione dell’Euribor a 12 mesi da applicare sulla base delle modalità e criteri direttivi fissati da un provvedimento del direttore dell’Agenzia dell’entrate“. Invece, “a decorrere dall’entrata in vigore della presente proposta di legge, gli interessi, le more, gli aggi e le sanzioni per il ritardo o mancato pagamento delle cartelle esattoriali non possono superare il limite del tasso di usura previsto dalla legge 7 marzo 1996, n.108”. L’articolo 3 parla di assunzioni alla Direzione centrale per la riscossione, prevedendo “una riserva pari al 50 per cento delle assunzioni, per il personale impiegato presso la società Equitalia SpA“. L’articolo 4, infine, reca disposizioni relative alla “rettifica dei residui attivi sia del bilancio dello Stato che del bilancio degli Enti locali” e precisa che “il capitale sociale della società Equitalia Spa e delle società ad essa collegate” confluirà “nel Fondo di ammortamento dei titoli di Stato istituito dalla legge 27 ottobre 1993, n. 432”.
Equitalia si difende: “Dal 2006 boom riscossioni”. Nonostante il calo del 5% delle riscossioni registrato nel 2013, scese da 7,5 a 7,1 miliardi di euro a causa alla crisi economica ma anche alle nuove norme in materia (che consentono ampie tutele per i beni dei contribuenti come la prima casa ad esempio), da quando è stata istituita nel 2006 Equitalia ha riscosso in media quasi 8 miliardi di euro all’anno. Una cifra che rappresenta un’impennata di ben il 175% rispetto a quanto raccolto dalle società private a cui precedentemente erano affidati i compiti di riscossione.
Per scrollarsi di dosso ogni immagine negativa, il gruppo sottolinea il potenziamento dei servizi online di informazione, assistenza e pagamento e la riorganizzazione della rete degli sportelli sul territorio, diventati veri e propri punti di consulenza a disposizione dei cittadini e delle imprese. Nel corso dell’anno sono stati sottoscritti anche accordi con associazioni di categoria e ordini professionali e ha assunto sempre più importanza la rateazioni delle cartelle. Le rateizzazioni concesse nel 2013 sono state 398 mila, per oltre 2,9 miliardi. Complessivamente le rateizzazioni attive sono ad oggi 2,2 milioni per un ammontare di 24,7 miliardi di euro e rappresentano più del 50% del valore del riscosso.
Malgrado la crisi, nel 2013 Equitalia è inoltre riuscita a mantenere l’equilibrio della gestione, chiudendo il bilancio 2013 con un risultato positivo di 2,67 milioni. Un risultato, spiega ancora il gruppo, determinato da una serie di interventi volti a garantire contemporaneamente una maggiore efficacia del sistema della riscossione e una significativa riduzione dei costi per la fiscalità generale, con una contrazione della spesa di oltre 200 milioni rispetto al 2010. Il solo risparmio conseguito nel 2013 sulle spese amministrative è stato pari a circa 77 milioni.