Pesantissima Finmeccanica, che chiude a -5,22%. Debole Enel, a -2,39%. Poco sotto la parità Eni, che archivia la seduta con un -0,38%. Il verdetto di Piazza Affari il giorno dopo le nomine del Tesoro per le società partecipate è chiaro: il mercato apprezza la continuità al vertice incarnata da Claudio Descalzi, accetta con qualche perplessità il passaggio di Francesco Starace da Enel Green Power (Egp) alla società “madre” e accoglie con preoccupazione la soluzione di rottura scelta dal governo per il gruppo della difesa e dell’aerospazio, per la cui guida è stato indicato l’attuale ad di Fs Mauro Moretti, al posto di Alessandro Pansa.
I report di giornata delle banche di investimento aiutano a fare chiarezza e a capire più a fondo su quali aspetti si concentrano le perplessità degli investitori. Partiamo da Finmeccanica, tra i tre il titolo più colpito dalle vendite. Secondo gli analisti di Mediobanca Securities, l’avvicendamento sulla poltrona di ad potrebbe avere come conseguenza una nuova tornata di pulizie di bilancio e “ritardi o ripensamenti radicali” per quanto riguarda la cessione di Ansaldo Sts (sistemi di segnalamento e di trasporto) e Ansaldo Breda (treni e metropolitane), per le quali Pansa già stava valutando alcune offerte preliminari. Anche Equita sim sottolinea la possibilità che Moretti, vista l’esperienza nel settore dei trasporti, riveda tempi e modi della vendita: un passo indietro non auspicabile, per la banca investimento, che ritiene invece “una priorità” la focalizzazione del gruppo di piazza Montegrappa sul core business. “Se questo fosse lo scenario, sarebbe negativo per Sts, venendo meno l’appeal speculativo, ma anche per Finmeccanica, che dovrebbe sostenere da sola i costi del rilancio di Breda”, scrivono gli analisti.
Per quanto riguarda Enel, Banca Imi dà un giudizio positivo sulla “promozione” di Starace, prevedendo che il manager – nel gruppo dal 2000 – si atterrà alle principali linee guida fornite di recente dalla società: debito sotto controllo, investimento nella crescita nelle rinnovabili e focus sui nuovi mercati. “Crediamo che anche questa scelta verrà apprezzata dalla Borsa”, conclude Imi. Banca Akros, poi, alla luce dei risultati di Egp definisce la scelta di Starace “la migliore soluzione” per Enel. Meno ottimista Mediobanca, che intravede il rischio che il nuovo management “possa rivedere i target presentati a marzo”. Per questo motivo, oltre che per un livello di ritorno sull’investimento considerato “significativamente più alto”, Piazzetta Cuccetta preferisce Eni all’operatore elettrico.
E’ su Eni e sul suo futuro ad, d’altronde, che gli analisti appaiono più unanimi nell’apprezzamento. Banca Imi ritiene che Descalzi, finora responsabile della divisione Exploration & production, si concentrerà proprio sulle attività di esplorazione, “strategia che dovrebbe essere apprezzata dal mercato”. Anche Equita dà il suo ok, sospendendo però il giudizio per quanto riguarda il futuro della controllata Saipem, su cui “le intenzioni del nuovo ad” sono “da verificare”. Mediobanca securities, infine, scommette che il mercato apprezzerà l’arrivo di Descalzi per tre motivi: “il fondamento stesso della sua nomina, più industriale che politica, il suo track record di successo nel settore Exploration e la probabile rifocalizzazione del gruppo” – sotto la sua guida – “sulla ricerca e l’estrazione di idrocarburi, a scapito (potenzialmente) di parte delle attività di trading e distribuzione”. Tutto questo “potrebbe sfociare in una maggiore disponibilità di risorse cash per gli investimenti”. Infine, non ultimo, il cambio al vertice potrebbe anche accelerare l’avvio di azioni sulla controllata Saipem, come il deconsolidamento del suo debito. Debito che, ad oggi, rappresenta quasi un terzo di quello consolidato del gruppo. Facile capire che il mercato brinderebbe.