Stop alle trivelle in tutta l’Emilia Romagna, ma solo per quanto riguarda i nuovi permessi di ricerca. Per chi invece il via libera a individuare o a coltivare idrocarburi l’aveva già ricevuto, non ci sarà nessuna revoca. É una sospensione delle autorizzazioni a perforare il sottosuolo per cercare giacimenti di combustibile fossile solo parziale quella varata dalla giunta Vasco Errani alla luce delle conclusioni redatte dalla commissione internazionale Ichese, che nel report consegnato lo scorso febbraio (leggi qui) aveva scritto di non poter escludere un nesso tra le attività estrattive e l’aumento di sismicità nel territorio regionale. Il provvedimento, infatti, riguarderà solo i 14 nuovi permessi di ricerca che attendevano il via libera della Regione Emilia Romagna, mentre non toccherà né le 35 autorizzazioni già approvate a scavare pozzi esplorativi per individuare giacimenti in tutte le nove provincie, né le 3 concessioni di sfruttamento attive a Spilamberto, a Recovato e a Mirandola. Solo l’impianto petrolifero di Cavone, di proprietà della Gas Plus, “innesco”, secondo la commissione Ichese, del terremoto del 20 maggio, smetterà di produrre petrolio, almeno temporaneamente: “domani – annuncia Errani – presso il ministero, verrà firmata un’intesa per condurre una sperimentazione finalizzata alla definizione del modello geodinamico del sottosuolo, di monitoraggio nonché alla realizzazione di un sistema semaforo per stabilire un vero e proprio piano di gestione del rischio”.
“Quelle autorizzazioni – precisa Errani – non sono di competenza della Regione, ma del ministero dello Sviluppo Economico“. Tanto che a larga maggioranza é stata bocciata dall’Assemblea legislativa la risoluzione presentata da Andrea Defrancheschi, capogruppo del Movimento 5 Stelle, e da Giovanni Favia, Gruppo Misto, per “impegnare la giunta a negare tutte le autorizzazioni di ricerca e prelievo di idrocarburi sul territorio regionale attualmente in corso di valutazione impatto ambientale, nonché a revocare, di concerto col ministero, quelle già rilasciate”: 35 voti contrari su 43 votanti.
“Non possiamo votare un provvedimento illegittimo – spiega anche l’assessore alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – ed é illegittimo dire si revocano i permessi. La Regione non é titolata dalla legislazione a farlo perché é il ministero a concedere le autorizzazioni”. Per ora, quindi, gli occhi del parlamento regionale rimarranno rivolti verso Roma, dove un gruppo di tecnici costituito presso il dicastero allo Sviluppo Economico sta lavorando agli approfondimenti indicati nelle raccomandazioni della commissione, con lo scopo definire linee guida operative per ulteriori attività di monitoraggio. Sulla base di ciò che concluderà questa nuova commissione, quindi, la Regione deciderà sulle trivellazioni future. Intanto, però, la giunta Errani, accusata di aver tentato di “insabbiare” per ragioni politico – economiche la relazione Ichese, ha annunciato che il documento sarà immediatamente reso pubblico in versione integrale sul sito della Regione Emilia Romagna.
“Nessuno – sottolinea Errani, rivendicando la ‘buona fede della propria decisione, quella cioè di attendere prima di diffondere l’esito dell’indagine sul rapporto trivelle e terremoti – può pensare che non si volesse far conoscere la relazione, semplicemente si è pensato di far corrispondere alla pubblicazione le scelte conseguenti per non ingenerare allarme, ma visto che le anticipazioni sulla relazione pubblicate hanno creato sospetti chiedo scusa. Me ne assumo la responsabilità”. Scuse che però non sono state accolte dai comitati No Triv di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che a marzo, quindi circa un mese dopo la consegna delle conclusioni alla Regione, avevano richiesto un incontro con l’assessore alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli proprio per parlare di idrocarburi e trivelle, e per chiedere conto sulle attività della Ichese. All’incontro, del resto, l’attuale candidato a sindaco di Modena per il centrosinistra non c’era andato, e al suo posto si era presentato il sottosegretario Alfredo Bertelli, “che però – racconta Irene Gigante dei No Triv di Ferrara – ci ha mentito. Ci ha detto che la commissione era ancora molto lontana dalla consegna della relazione, quando invece era già stata consegnata da un mese. É una vergogna”.
“Ciò che Errani ha detto oggi non soddisfa né noi comitati, né i cittadini – spiega Elisabetta Sala dei No Triv – Non è possibile aspettarsi dalla scienza una risposta unitaria, univoca, ma per noi che in questa terra terremotata e trivellata ci viviamo, quel “non si può escludere” pronunciato dalla commissione Ichese é più che sufficiente a dire ‘stop a tutte le trivellazioni in Emilia Romagna‘”.
“L’idea che l’Emilia Romagna diventi un modello per sperimentare delle linee guida per estrarre idrocarburi dal sottosuolo, con 27 persone morte in seguito a terremoti che potrebbero essere stati innescati da quelle stesse trivelle é scellerata – commenta anche Maria Teresa Pistocchi, No Triv e M5S di Ferrara – noi non siamo cavie”. “É inaccettabile che si spendano ancora soldi pubblici per un’attività che alla Regione e ai Comuni interessati non porta guadagno, che inquina e deturpa il paesaggio” sottolinea anche Favia. “Errani così prende tempo, e parla di trasparenza quanto per due mesi hanno tenuto questo rapporto nel cassetto – conclude Defranceschi – a questo punto viene da chiedersi cos’altro ci venga tenuto nascosto finché qualche bravo giornalista non li smaschera come in questo caso. Ai cittadini dell’Emilia Romagna serviva un atto politico, che con la bocciatura della nostra risoluzione è mancato”.