Ora che è ufficiale possiamo provare a definire la efficacia (!) del provvedimento di affidamento ai servizi sociali del signor Berlusconi Silvio.

Ovviamente non si intende entrare nel merito del dispositivo giudiziario ma delle possibilità che potranno scaturire da una esperienza dall’intenso impatto emotivo come quella di assistere degli anziani accolti in una struttura specializzata. Utile potrà essere per l’ex presidente del Consiglio approfondire nel centro Sacra famiglia un grande tema, quello del Patto della salute che coinvolge con cadenza triennale il Governo e le Regioni. Forse la possibilità di verificare anche i meccanismi burocratici ed i criteri di ripartizione che il Servizio Sanitario Nazionale prevede in questo ambito rappresenterà una eccellente opportunità.

Sono anche molto convinto e speranzoso nel ritenere che il signor Berlusconi potrà, dopo la personale conoscenza con le persone accolte nel centro, considerare con una prospettiva diversa il valore della Adi (Assistenza Domiciliare Integrata). Penso alla nonnina brianzola che incontrerà costretta a vivere lontana dalla casa e dagli affetti di sempre perché il suo Comune non aveva potuto predisporre una adeguata assistenza domiciliare.

Non mi stupirò se il signor Berlusconi inizierà ad interrogarsi, guardandosi intorno nel centro vicino alla sua residenza, sui criteri di selezione del personale impiegato e sul grado di specializzazione e delle tutele lavorative di cui essi beneficiano. Il passaggio decisivo poi potrebbe essere rappresentato dal fatto che l’ex presidente del Consiglio italiano decida di mettere il naso anche fuori dal centro lombardo. Potrebbe scoprire l’abisso esistente nel nostro Paese, proprio quello di cui è stato per tanti anni il maggiore esponente politico, tra Regioni e Comuni diversi.

Non penso di voler aggiungere altro, confido nel fatto che questi mesi faranno scoprire al signor Berlusconi come, fuori dai palazzi dorati e dalle cliniche di lusso, vivono tanti italiani. Cittadini tutti i giorni alle prese con una sanità che ha smesso di coniugare l’assistenza alla protezione, proprio quello di cui hanno bisogno i non autosufficienti. Ma se ne accorgerà?

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