Attestavano con false dichiarazioni l’idoneità ai servizi di handling di aziende create ad hoc, inducendo Enac all’errore nell’autorizzazione dei subappalti. Non avrebbero fatto nulla per impedire la frode sulle forniture minime di personale rispetto agli standard di qualità previsti per lo smistamento di merci e bagagli. Hanno contraffatto i Durc (documenti unici di regolarità contributiva) e le prescrizioni Inps-Inail, hanno truffato lo Stato con mancati versamenti di contributi Inps-Inail pari a 12 milioni di euro.

Queste le accuse a dirigenti ed ex dirigenti degli aeroporti di Bologna, Forlì e Rimini, che risultano tra i 10 manager indagati nell’inchiesta sulla truffa dei servizi di terra appena conclusa dalla squadra mobile di Forlì e dalla polizia di frontiera di Bologna e Forlì su mandato della procura di Forlì-Cesena. A tutti dalle prime ore di lunedì è arrivato l’avviso di fine indagine (ex articolo 415 bis) e adesso si procede verso il probabile processo, in vista della richiesta di rinvio a giudizio da parte del procuratore capo Sergio Sottani. Nelle stesse ore, come emerge oggi, gli uffici e le abitazioni dei consiglieri di Enac (ente nazionale dell’aviazione civile), a partire da quelli del suo presidente Vito Riggio, sono stati perquisiti dalla Guardia di finanza, che per conto della procura di Rimini ha inviato a Roma avvisi di garanzia a pioggia in merito al fallimento della società di gestione riminese Aeradria.

I reati a vario titolo contestati dai pm forlivesi, anche a tre soggetti giuridici, riguardano dunque la frode nelle pubbliche forniture, il falso materiale, l’abuso d’ufficio e la truffa ai danni dello Stato. Risultano indagati per falso l’amministratore delegato della Marconi Handling, Vincenzo Grimaldi, Giulio Comerci in qualità di dg di Airport Service e Fabrizio Camilletti, legale rappresentante della Servizi Integrati sas della stessa Airport Service srl. Secondo gli inquirenti erano loro, d’intesa con i procuratori speciali dell’azienda Giacchieri Antonio Bonarrigo e Sabrina Brasi oltre al suo amministratore unico Antonio Ferrara, ad attestare il falso per strappare ad Enac il via libera sui subappalti nei servizi.

In particolare, come denunciato a suo tempo dal sindacato Uilt in un esposto, il ‘gioco’ portato avanti sarebbe quello delle scatole cinesi: Giacchieri, erede della coop Doro Group che come emerso lavorava allo scalo “Marconi” senza avere le carte in regola, aveva ceduto gli appalti a Servizi Integrati, creata ad hoc dalla Giacchieri stessa. Solo lo scorso febbraio, hanno segnalato i sindacati, Servizi Integrati avrebbe ‘trasferito’ ad una nuova ulteriore società una sessantina di dipendenti attivi sia in Marconi Handling sia in Bologna Airport Service nel traffico dei cargo e nella pulizia dei velivoli. Di qui l’iscrizione nel registro degli indagati anche delle tre società: Giacchieri sas, Calumet sas (già Giacchieri e servizi Integrati sas di Airport Service srl.

L’inchiesta forlivese (portata avanti nel 2013 su fatti a partire dal 2009, tra gli indagati anche l‘ex amministratore delegato dell’aeroporto di Firenze Biagio Marinò) ha investito pure i volti noti degli aeroporti di Forlì e di Rimini, i cui vecchi amministratori riminesi in particolare stanno già passando guai seri per via dei fallimenti delle rispettive società di gestione (su Aeradria pendono due ricorsi in appello) schiacciate da decine di milioni di euro di debiti. A Forlì è indagato l’ex presidente della società di gestione Seaf Fabio Castellari, generale dell’Aeronautica in congedo, cui vengono contestati l’abuso d’ufficio e, in quanto incaricato di pubblico servizio, l’omessa denuncia.

In sostanza, secondo l’accusa Castellari avrebbe procurato intenzionalmente alla Giacchieri un ingiusto vantaggio patrimoniale, e contestualmente un danno alla stessa Seaf, non denunciando la falsità del Durc presentato nel febbraio 2012 per partecipare all’appalto dei servizi a terra (dopo che la sede Inps di Roma aveva comunicato a Seaf che il documento non risultava emesso). All’ex direttore generale della società di gestione del “Fellini” di Rimini, Claudio Fiume, si rimprovera invece di non aver richiesto i Durc necessari al pagamento delle fatture per i servizi di terra e di non aver impedito, così, la frode. L’ex presidente di Aeradria, Massimo Masini, dovrà rispondere da parte sua di abuso d’ufficio in quanto, da funzionario di pubblico servizio, non avrebbe richiesto il Durc alle società sotto accusa.

Intanto, il crac di Aeradria travolge Enac. Dopo gli avvisi di garanzia ricevuti nell’ambito dell’inchiesta della procura di Rimini, Riggio anche a nome del suo board esprime in una nota “sconcerto” e assicura “l’assoluta estraneità alle contestazioni ricevute, frutto di un evidente fraintendimento dei compiti del Consiglio di amministrazione e del presidente”. Riggio ha convocato una seduta straordinaria del Cda per giovedì, all’ordine del giorno c’è una relazione del direttore generale Alessio Quaranta in merito ai compiti e alle responsabilità attribuite ai diversi organi dell’Enac in merito alla vigilanza sulle società di gestione aeroportuale. “L’Enac ha comunque fornito la propria collaborazione agli organi inquirenti facilitando le azioni di estrazione copie degli atti e di sequestro del materiale amministrativo avvenute presso la propria sede”, riporta ancora l’ente nazionale.

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