La risposta di Bruxelles: "Valuteremo il percorso di aggiustamento verso l'obiettivo". Il Tesoro ha informato la Commissione dello slittamento al 2016 del pareggio strutturale a causa del pagamento di ulteriori 13 miliardi di debiti arretrati della pa
La Commissione europea ha già risposto alla lettera inviata dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per avvertire che l’Italia nel Def ha previsto il rinvio di un anno del pareggio strutturale di bilancio. Bruxelles nella sua replica, firmata dal funzionario Marco Buti del direttorato generale per gli Affari economici e finanziari (che riferisce al commissario Olli Rehn), “prende atto della deviazione temporanea annunciata dagli obiettivi di bilancio e del rinvio fino al 2016 dell’obiettivo a medio termine (il pareggio)” e “valuterà il percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine” nel contesto “della sua valutazione, che sarà pubblicata il 2 giugno, del Programma di stabilità e del Piano nazionale delle riforme”.
Il rinvio, spiega la missiva di Padoan, è dovuto al fatto che il governo ha deciso di accelerare il pagamento di ulteriori 13 miliardi di debiti della pubblica amministrazione alle imprese: un’operazione sollecitata dalla stessa Ue, nonché una delle ‘circostanze eccezionali’ che in base alla legge sul pareggio possono giustificare una deviazione temporanea dagli obiettivi. Il Def, scrive il ministro, è “la risposta del governo italiano agli effetti della pesante recessione che ha colpito l’economia nel 2012 e 2013, attraverso misure concrete per aumentare la crescita potenziale nel medio termine e per l’attuazione di audaci riforme strutturali”. Proprio per contrastare gli effetti della crisi, appunto, l’esecutivo Renzi “nel rispetto della clausola delle ‘circostanze eccezionali’, come prevista nella legge di pareggio di bilancio” – la norma che ha introdotto il principio del pareggio in Costituzione – ha deciso di “accelerare il pagamento dei rimanenti debiti pubblici arretrati per ulteriori 13 miliardi, che aumenteranno il rapporto debito/pil nel 2014”. Il piano per riallineare i conti pubblici, si legge nella lettera, è illustrato nel dettaglio nel capitolo 3 del Def. Assicurando il pareggio strutturale nel 2016, il governo “procederà nel periodo 2014-2017 con un piano di privatizzazioni di circa lo 0,7 per cento di pil all’anno”. Il governo annuncia infine che per il restante 2014 i risparmi della spending review “saranno usati per finanziare un ambizioso piano per ridurre il cuneo fiscale e aumentare la crescita potenziale dell’Italia nel breve e medio termine”.
La lettera di Padoan e la risposta della Commissione sono state consegnate ai presidenti delle Camere e delle rispettive commissioni Bilancio, dopo che Renato Brunetta aveva innescato una polemica contro la presidente Boldrini rea, secondo il capogruppo di Forza Italia, di non aver ottenuto l’immediato invio al Parlamento della missiva del Mef. Letti i due documenti, Brunetta ha commentato: “Finalmente capiamo perché il presidente Renzi e il ministro Padoan hanno temporeggiato tanto: si tratta di una lettera assolutamente confusa e probabilmente sbagliata. Forse si vergognavano a pubblicarla”. Quanto alla risposta, secondo l’esponente di FI è “pilatesca, oltre che comprensibilmente imbarazzata” e “rinvia al 2 giugno ogni valutazione”. Le ragioni dello scostamento dell’Italia dall’obiettivo di medio termine “continuano ad essere oscure, data l’inconsistenza di quelle addotte dal governo”, dice Brunetta. I 13 miliardi di pagamenti da parte della pa, infatti, “sono ben al di sotto dell’obiettivo iniziale di 40 miliardi, tra l’altro già autorizzati dalla Commissione ad aprile 2013, affinché il governo italiano li effettuasse tra il 2013 e il 2014″. Quanto al piano di rientro, “non ci si appelli, per favore, agli effetti benefici in termini di crescita di riforme ancora neanche abbozzate”. Il carteggio, è la conclusione, “conferma tutte le nostre perplessità sul Def. A pensar male avevamo ragione”.