La procura di Ferrara ha chiuso le indagini sul crac Cmr, cooperativa edile di Argenta, in provincia di Ferrara. La lettera verde del 415 bis è stata recapitata a dodici persone, accusate a vario titolo di bancarotta. Accanto agli ex vertici Cmr Bruno Caravita, Giorgio Camilletti e Lauro Capisani, rispettivamente ex direttore generale, ex presidente ed ex vice presidente della Cmr Costruzioni, accusati di fraudolenta, sono iscritte nel registro degli indagati altre nove persone.
Si tratta di Paolo Conforti, presidente del Gruppo Nettuno; Carlo Fossati in qualità di prestanome nelle operazioni di Paolo Conforti; Maria Giulia Scozzoli, rappresentante legale della società Marina Estate; Gianni Fabbri, presidente cda di Ecis coop. A loro la magistrata contesta il concorso nella bancarotta per aver ‘approfittato’ dello stato di Cmr acquisendone quote e beni a prezzi ritenuti dubbi. Vengono poi imprenditori accusati di bancarotta preferenziale per aver accettato di essere favoriti nel pagamento di crediti verso Cmr, violando così la par condicio tra i creditori: Piero Cecchini, riminese, responsabile amministrativo di Idrotermica e legale rappresentante di Estate Immobiliare; Romolo Rago, rappresentante legale di Edilglobo; Sabato Nocerino, amministratore di Vega coop; Natalina Perri, rappresentante legale di Nuova Edil, il ravennate Attilio Gardelli, di Generali Investimenti.
Gli indagati verranno sentiti nei prossimi giorni per gli interrogatori di garanzia. Alcuni legali hanno già chiesto una proroga ai 20 giorni standard per poter esaminare i 30 faldoni di cui si compone il fascicolo. L’inchiesta nasce in seguito alla dichiarazione di fallimento – decretata il 14 aprile 2011 – della cooperativa Cmr, ben nota nell’ambiente industriale romagnolo per avere firmato i porti di Marinara e Casal Borsetti. La Cooperativa muratori riuniti di Filo di Argenta, nata da una costola di un’altra grande coop rossa affondata nel baratro del fallimento, la Coopcostruttori, anch’essa di Argenta (in quel caso si parlava di un maxi crac da oltre un miliardo di euro), in pochi anni era arrivata a possedere un organico di oltre 400 dipendenti e a lavorare in cantieri come le basi Nato e vedeva le proprie attività ramificate nei settori pulizie, cimiteriale, piscine e portuale. Ora di Cmr rimane un debito di 10 milioni di euro e 2600 creditori accertati dal commissario giudiziale. E un’inchiesta penale che racchiude in ventuno capi di imputazione un buco di 40 milioni di euro.