La società francese Orpea, che gestisce dieci strutture per anziani, verserà la metà delle retribuzioni di marzo e si riserva di sospenderle del tutto ad aprile. Alla base della decisione, un credito di 6 milioni non saldato dall'Asl di Novara
Stipendi congelati, prima per metà e poi del tutto. E’ questa la sorte che attende i 750 dipendenti delle strutture Orpea, azienda francese che gestisce dieci case di riposo nel Nord Italia, di cui otto nel solo Piemonte.
Lunedì 7 aprile, andando a lavoro, i dipendenti delle varie cliniche hanno trovato un foglio appeso in bacheca. Si tratta di una lettera inviata dalla società all’Asl di Novara, ai sindacati, all’assessorato alla Sanità e alla direzione Politiche Sociali della Regione Piemonte. Nel documento, il gruppo sostiene di vantare un credito di 6 milioni di euro nei confronti dell’Asl di Novara per le “competenze complessivamente maturate fino al 31 marzo 2014” relative a Villa Cristina, una casa di cura a Nebbiuno, nel Novarese. Queste spettanze mai pagate hanno determinato, secondo la società, “un’oggettiva carenza di liquidità”, perché le banche avrebbero negato l’attivazione di nuove linee di credito o di anticipo fattura.
Di qui, la decisione di bloccare le retribuzioni dei lavoratori. L’azienda fa sapere di avere disposto “un’erogazione dello stipendio ai dipendenti delle società riconducibili al gruppo nella misura non superiore al 50% delle competenze afferenti al mese di marzo 2014”. Insomma, nella prossima busta paga i lavoratori si troveranno la metà del dovuto. Non solo. Il gruppo Orpea si riserva di “sospendere del tutto l’erogazione delle retribuzioni, a partire dal mese di aprile 2014, se non interviene una risoluzione in merito a quanto evidenziato”. Con la promessa di riportare tutto alla normalità in caso di pagamento delle spettanze.
“Non vogliamo tenere in scacco i lavoratori, sappiamo che è una scelta impopolare”, fanno sapere dal gruppo Orpea Italia. “Ma Villa Cristina è aperta dal febbraio 2013 e, in 14 mesi, non abbiamo visto un euro delle prestazioni effettuate. Stiamo facendo da banca al sistema sanitario regionale, non possiamo più permettercelo”.
A sua volta, l’Asl di Novara punta il dito contro la Regione Piemonte. Il direttore generale dell’azienda sanitaria locale ha inviato, in data 26 marzo 2014, una lettera alla direzione Sanità regionale. “Si evidenzia – è scritto nel documento – che ad oggi questa Asl non ha ancora ricevuto ufficialmente alcuna assegnazione relativa alla copertura dei costi relativi ai contratti 2013 e 2014”. La conseguenza è il mancato pagamento delle spettanze al gruppo Orpea: “Le quote di cassa mensilmente erogate dalla Regione non consentono a questa azienda il pagamento degli acconti dovuti contrattualmente alla casa di cura”. Il direttore generale, ricordando di avere segnalato più volte il problema alla Regione, chiede quindi di “erogare all’Asl di Novara una quota utile a saldare almeno gli acconti 2013”.
In questo gioco del domino, dove i debiti non saldati fanno scattare una reazione a catena, l’ultimo tassello – quello che fa le spese delle responsabilità a monte – è rappresentato dai lavoratori. Una nota congiunta di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl condanna “la scelta del gruppo che in questo modo fa pagare ai dipendenti un prezzo altissimo per un contenzioso aperto con soggetti terzi”. Le organizzazioni sindacali sono perciò in stato d’agitazione, hanno chiesto un incontro urgente in prefettura e indetto una manifestazione davanti a una struttura Orpea, la Residenza Richelmy di Torino, per venerdì 18 aprile. “Non abbiamo ancora avviato le procedure ma, in caso di mancato accordo con l’azienda, proclameremo uno sciopero regionale”, annuncia Michele Nessenzia della Uil Fpl.