Dalle carte della rogatoria di Hong Kong avviata dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta Mediaset e rimasta bloccata per anni, e ora ‘riattivata’ con tanto di trasmissione di documenti ai pm milanesi, risulta che le società del produttore statunitense Frank Agrama, ritenuto socio occulto di Silvio Berlusconi hanno incassato somme molto superiori a quelle finora conosciute.
Sono le anticipazioni di un servizio che verrà pubblicato venerdì sull’Espresso in cui si sostiene che, sebbene parte dei documenti della rogatoria siano stati “distrutti con il fuoco” a Hong Kong, dall’analisi delle carte ‘salvate’ e ora agli atti del processo sui diritti tv Mediatrade in corso a Milano, il gruppo Mediaset avrebbe versato fino al 2006, un totale di 486 milioni di dollari ad Agrama, che però ne avrebbe girati solo 169 ai produttori cinematografici di Hollywood. La differenza, cioè la presunta “cresta“, secondo il settimanale, sarebbe stata distribuita segretamente, fino al 2008, attraverso una rete di società offshore: circa 47 milioni di dollari sarebbero stati incassati dalla famiglia Agrama, altri 31 milioni sarebbero finiti sui conti esteri di una cerchia di dirigenti di Mediaset, ora imputati per la vicenda Mediatrade. Il rogo dei documenti di Hong Kong, per l’Espresso, ha però impedito di identificare gli altri destinatari: per un “tesoro nero” quantificato in oltre 190 milioni di dollari, in particolare, ci sono i bonifici in uscita, ma senza alcun nome o dato sui beneficiari. L’inchiesta del settimanale, inoltre, ha rivelato che il fisco americano, in questi mesi, ha contattato la Procura per ottenere informazioni su Agrama, che è cittadino Usa.
Per il caso Mediaset Berlusconi deve scontare, al netto del condono, un anno in affidamento in prova ai servizi sociali mentre Agrama, complice nella frode fiscale, si è visto confermare dalla Cassazione tre anni di carcere, cancellati però dall’indulto.
Intanto l’aggravante della transnazionalità del reato di frode fiscale entra a pieno titolo nel processo Mediatrade, in cui Agrama è imputato e Berlusconi è stato prosciolto in sede di udienza preliminare. Formulata lo scorso 6 febbraio dai pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro è stata ammessa dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale davanti ai quali si sta celebrando il dibattimento a carico di 11 imputati tra cui Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri. Il collegio presieduto da Teresa Ferrari da Passano, ha infatti respinto l’eccezione di nullità della contestazione suppletiva avanzata dalle difese, dando così il via libera all’aggravante con il conseguente aumento di due anni dei tempi di prescrizione e, in caso di condanna, anche della pena. Il tribunale ha inoltre rigettato tutte le richieste di nuovi testimoni avanzata dai legali degli imputati alla luce dell’aggravante, si è riservato sulla richiesta di processo in abbreviato avanzata, tramite il suo legale dall’ex manager Mediaset Daniele Lorenzano. I giudici infine hanno fissato l’interrogatorio di Pier Silvio Berlusconi, attuale vice presidente di Mediaset, per la prossima udienza in calendario per l’8 maggio. Il secondogenito dell’ex premier nei mesi scorsi aveva chiesto di rendere esame per chiarire la sua posizione e ribadire la sua innocenza. Gli avvocati di Rti, società del gruppo, hanno inoltre formalizzato in aula il versamento su un apposito conto corrente di 10,8 milioni circa per chiudere il contenzioso in corso con l’Medias