Rimborsi di due ex consiglieri ritenuti "palesemente estranei alle finalità del contributo pubblico". Diversa la tesi sostenuta da Maurizio Bucci (uno dei due), secondo il quale queste spese avevano “finalità di rappresentanza istituzionale”. Una tesi che non ha convinto il giudice: dovrà pagare 20mila euro (più spese processuali)
Arrivano due nuove sentenze per le “spese pazze” sostenute dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia nel 2011. Dopo la recente richiesta di rinvio a giudizio per Edouard Ballaman e le altrettanto recenti condanne degli ex capigruppo dell’Udc (Edoardo Sasco) e della Sinistra Arcobaleno (Igor Kocijancic), altri due consiglieri dell’ex giunta sono finiti nei guai per il cattivo utilizzo dei rimborsi pubblici: si tratta di Maurizio Bucci (all’epoca Pdl, ora forzista) e Paride Cargnelutti (eletto nel Pdl, ora nel Ncd e attualmente vicepresidente del Consiglio regionale).
Alfredo Lener, presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia, ha puntato il dito sugli esborsi “privi di un’oggettiva e immediata riferibilità alle esigenze istituzionali del gruppo consiliare”. A detta del magistrato queste spese costituiscono, senza mezzi termini, un “inammissibile sperpero di denaro pubblico”. Le spese contestate a Bucci, sostenute nel 2011, vanno al di là di ogni immaginazione: oltre a pranzi, cene e consumazioni da bar, il consigliere ha richiesto di essere rimborsato per l’acquisto di confezioni di cioccolatini, ricariche telefoniche, strenne natalizie, erogazioni disposte in favore di associazioni, infine per acquisti in negozi di ferramenta, di elettronica, cartolerie e autoricambi. Bucci ha infatti pensato bene di sistemarsi, coi soldi pubblici, la propria automobile: tra gli scontrini ve ne sono di relativi alla riparazione della vettura (1078€ di spesa), ai tagliandi di manutenzione (211€) e alla sostituzione degli pneumatici (563€).
Rimborsi ritenuti dal Collegio “palesemente estranei alle finalità del contributo pubblico”. Diversa la tesi sostenuta da Bucci, secondo il quale queste spese avevano “finalità di rappresentanza istituzionale”. Una tesi che non ha convinto il giudice, il quale ha condannato l’ex consigliere a pagare 20mila euro (più spese processuali), a cui si aggiungono i 3500 euro che dovranno sborsare Ufficio di Presidenza e Presidente del gruppo consiliare del Pdl per i mancati controlli. In parte diversa la situazione di Paride Cargnelutti, che lo scorso 6 febbraio ha emesso un bonifico direttamente alla Regione restituendo l’importo delle spese che gli erano state contestate, pari a 12mila euro. In questo modo è così cessata la materia del contendere, e il giudice Lener ha condannato il consigliere regionale al solo pagamento delle spese processuali (522 €).