I magistrati bresciani inoltre ritengono competente proprio l'autorità giudiziaria di Padova. Il segretario della Lega Salvini: "Lo Stato dovrà scusarsi". Il presidente del Veneto Zaia: "Si sta confermando quanto in tanti avevamo sottolineato circa la forza spropositata utilizzata in questa vicenda"
Sedici giorni di carcere per i secessionisti veneti arrestati in un blitz del Ros. I giudici del tribunale del Riesame di Brescia hanno disposto la libertà per sette degli indagati il 2 aprile scorso, tra questi l’ex parlamentare Franco Rocchetta e il leader dei Forconi, Lucio Chiavegato, mentre hanno deciso i domiciliari per altri cinque. Secondo gli inquirenti, che contestano l’associazione con finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra, i secessionisti erano disposti a tutto pur di spingere all’indipendenza del Veneto; anche ad azioni clamorose. In manette erano finiti in ventiquattro provincie di Treviso, Rovigo, Vicenza, Verona e Padova. E i magistrati bresciani inoltre ritengono competente proprio l’autorità giudiziaria di quest’ultima città. Secondo fonti legali i giudici ritengono sia venuta meno la gravità degli indizi per l’associazione finalizzata al terrorismo e il reato più grave ipotizzato sarebbe la costruzione del Tanko, un carro armato artigianale costruito in un capannone a Casale di Scodosia.
“Da Brescia arriva una buona notizia ma resta la vergogna dei giorni di galera fatti a causa di una idea – dice all’Ansa il segretario della Lega Matteo Salvini – Sono contento perché avevamo detto che avremmo passato Pasqua in galera noi per solidarietà. Quello di oggi è solo l’inizio di un percorso in cui lo Stato dovrà alla fine scusarsi per aver fatto fare la galera a dei cittadini solo per le loro idee. Perchè questo è un processo alle idee”. Anche il presidente del Veneto Luca Zaia esulta: “Giudichiamo la scarcerazione come un ottimo segnale, con l’auspicio che tutta la vicenda giudiziaria si risolva in modo positivo e soprattutto in tempi rapidissimi. Si sta confermando quanto in tanti avevamo sottolineato circa la forza spropositata utilizzata in questa vicenda – aggiunge – un trattamento e un’attenzione che vengono dedicate soltanto ai peggiori delinquenti. Speriamo ora che torni il sereno in queste famiglie”.
“La liberazione di alcuni indipendentisti certifica il fallimento di uno Stato che – dichiara il deputato del Carroccio Roberto Caon – oltre ad opprimere fiscalmente il popolo ha scelto di punire anche chi sostiene l’idea di libertà. Adesso ci aspettiamo che sia fatta giustizia, anche se con grave ritardo, e che vengano liberate tutte le altre persone innocenti che sono state trattate come dei criminali per aver espresso le proprie idee di indipendenza”.