Sul sito ufficiale della Turris campeggia la foto in bianco e nero di un pallone, immobile sulla linea di fondocampo, con la scritta a caratteri cubitali: “Vergogna“. I fatti sono noti, dopo che la squadra di Torre del Greco ha vinto sei partite consecutive, e 3 punti in classifica dietro al Taranto resta in lotta per la promozione in Lega Pro, alcuni tifosi secondo la stampa si sarebbero presentati al campo di allenamento per “aggredire i giocatori con catene e mazze da baseball”, poi diventati “calci e pugni”. Immediatamente, su tutti i quotidiani, è partita la caccia all’ultras.
Follia ultras il titolo più gettonato, in calce ad articoli che parlavano liberamente di ‘violenza’ e ‘teppisti’. Dopo l’aggressione ci sono state due denunce a piede libero e due arresti: i due fermati sono S.P. incensurato di 43 anni e G.B, 54 anni, già noto per reati analoghi, tra cui una denuncia per tentato omicidio nel febbraio del 1998 per gli scontri nel derby tra Turris e Savoia. Il direttore generale della Turris, Franco Mango, ha spiegato: “E’ assurdo quanto accaduto, incredibile, e dire che siamo in piena lotta per il primo posto. Inutile cercare una risposta. E’ stato tutto premeditato”. Poi Mango ha annunciato la volontà del club di trasferirsi al più presto a lontano da Torre del Greco, e confermato che la proprietà non intende proseguire per la prossima stagione.
Una volontà già espressa a più riprese dal presidente Mario Moxedano, imprenditore edilizio che respinge il soprannome (dato dai media locali) di “Re dei Bingo” e minaccia vie legali contro chi lo definisce così. Anche perché tra gli aggrediti ci sarebbe Raffaele Moxedano, il figlio del proprietario spesso nelle mire dei tifosi. Da sempre innamorato del calcio, Moxedano è già stato proprietario del Savoia, che portò in B e poi qualche anno dopo vendette prima del fallimento; poi nel 2006 comprò il titolo sportivo della Sangiuseppese che trasferì a Mugnano con il nuovo nome di Neapolis. Nel 2011, dopo un ulteriore tentativo di trasferire il titolo a Frattamaggiore, e con il Mugnano retrocesso in serie D, ecco che Moxedano ha portato il titolo a Torre del Greco. E’ noto infatti che nelle serie minori (come la D) il modo per iscriversi al campionato è la proprietà del titolo sportivo di un club, che può essere trasferito tranquillamente da una città all’altra.
E’ bene però specificare che la Turris non esiste più. Dal 12 luglio del 2012 infatti, è stata iscritta al campionato di Serie D la Torre Neapolis, una s.r.l con sede a Piazza Piedigrotta 10/14, Napoli. Per questo in molti a Torre del Greco temono che Moxedano voglia trasferire il titolo altrove. Magari a Castellammare di Stabia, dove la Juve Stabia sta retrocedendo in Lega Pro. se così fosse la Turris di Torre del Greco rischierebbe seriamente di chiudere i battenti, con il titolo sportivo del Neapolis che potrebbe servire a un’altra città. Già nel febbraio del 2014, del resto, un comunicato della tifoseria della Turris diceva: “Volevamo ricordare che per noi il capitolo Moxedano era stato già chiuso il 4 luglio, quando la promessa legata al nostro titolo (da lasciare alla città, ndr) non fu mantenuta. Per quanto ci riguarda Moxedano può lasciare Torre del Greco già da adesso, mantenendo ovviamente la sua prima promessa: lasciare il titolo alla città”.
E la situazione si è surriscaldata già alla vigilia della penultima gara di campionato, quando giravano voci che l’acquisto della Juve Stabia fosse concluso e quando i tifosi allo stadio hanno trovato i biglietti inspiegabilmente aumentati. Poi la partita col Brindisi, vinta (giovedì, invece, il pareggio esterno sul campo del San Severo), e martedì l’aggressione ai giocatori e l’annuncio di disimpegno di Moxedano, che dovrebbe portare altrove il titolo sportivo. Il costruttore ha infatti annunciato che, sottoposto a continue pressioni e minacce, a fine stagione lascerà Torre del Greco per altri lidi. Ecco che allora le indagini sull’aggressione ai giocatori saranno chiamate a fare luce su una situazione torbida e complessa. Come racconta un tifoso sentito da ilfattoquotidiano.it, infatti, “di questa aggressione non sono stati certo responsabili i tifosi, ma un gruppetto di quattro-cinque persone massimo, alcune ben note in città e con precedenti penali, che allo stadio avremo visto al massimo una o due volte quest’anno”. Sbattere l’ultras in prima pagina, come spesso accade, è stato come minimo frettoloso.