E in questa occasione vede come protagonista a teatro il Gesù originale, l’attore americano Ted Neeley, che recitò nel film diretto da Norman Jewison con il quale guadagnò una candidatura al Golden Globes nel 1974. L’attore, che sul grande schermo è comparso l’ultima volta nel film Django Unchained di Quentin Tarantino – uno che in tema di ripescaggi è il numero uno – nonostante sulle locandine del musical appaia con il volto di circa 40 anni fa, oggi è un settantunenne in gran forma, che ha fatto pure scattare l’ovazione quando ha interpretato uno dei brani clou dell’opera, I only want to say (Gethsemane), mostrando una forma e una perfezione vocale ancora intatta.
Jesus Christ Superstar, il cui segreto del successo sta nella combinazione perfetta tra il rock, il musical e una grande storia, narra gli ultimi sette giorni della vita di Gesù, rappresentato però come una figura che ha molto di umano e poco o nulla di divino. E non compie miracoli. Ma il vero protagonista è Giuda – interpretato dal bravissimo esordiente Feysal Bonciani – dipinto non come traditore, ma vittima suo malgrado, come il suo maestro, di un disegno del destino più grande di lui.
Ottime le musiche e d’impatto le coreografie, sul palco di Jesus Christ Superstar è presente, anche se defilata, un’orchestra di 12 elementi capitanata dalla band dei Negrita, questa sì in bella mostra, che dopo la tournée unplugged dello scorso anno, conferma l’affezione nei confronti del teatro. Un’occasione ulteriormente inedita per la band aretina in cui può emergere tutta la propria versatilità: durante lo show si passa dal funky al rock e alla psichedelia con gran disinvoltura. Mentre il frontman della band, Pau, interpreta uno stravagante Ponzio Pilato, che in scena si presenta con anfibi e lo sguardo coperto da occhiali da sole: “È stata una bella sfida! E pensare che all’inizio non avevo neanche accettato la proposta – racconta Pau – Poi però sono riuscito a coinvolgere anche la band e mi sono sentito più a mio agio. Jesus Christ Superstar rappresenta l’anello di congiunzione fra la mia religione che è la musica, e quella ufficiale dell’ambiente in cui sono cresciuto – racconta il cantante –. Abbiamo accettato l’invito a prenderne parte perché è un musical dalla ricchezza sonora esecutiva importante, che tratta quei temi che la società da ragazzi voleva imporci. E per me appassionarmi al musical è stato un modo per studiare certi temi che rigettavo”. Riguardo all’emozione di recitare al fianco di Ted Neeley, nel descriverla il cantante usa parole di grande ammirazione: “È un uomo spirituale, magnetico, che parla con gli occhi. E sembra che si porti dentro una bella succursale di Gesù Cristo… Lui è un mito, un grande della storia del rock”.
Sul palco ci sono anche il musicista londinese, ma con cittadinanza italiana, Shel Shapiro, che interpreta il ruolo di Caifa, mentre la brava Simona Molinari quello di Maria Maddalena, la donna investita da un amore che però non sa comprendere. E poi Paride Acacia recita nei panni di Hannas, Emiliano Geppetti in quelli di Simone. Sul palco sono 24 gli elementi hippie tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini Emozionante la scena della flagellazione di Gesù, accompagnata dalle immagini di altrettanti orrori commessi dall’umanità che scorrevano su un maxi-schermo sullo sfondo: da Auschwitz alla tragedia delle Twin Towers, dagli orrori della mafia a quelli del fenomeno del femminicidio, ogni fotogramma rappresenta il dolore del Cristo, reso “vivo” dai colpi di frusta.
Lo spettacolo verrà riproposto al Sistina almeno fino alla fine di maggio, e visto il grande successo registrato alla prima, tra gli organizzatori non si nasconde neppure l’ambizione, e il desiderio, che ad assistere allo show possa andarci anche Papa Francesco.