Viene chiamata ‘malattia infantile’, ma colpisce anche i ragazzi e i giovani adulti e, nonostante nell’immaginario collettivo sia considerato ancora quasi normale, averla può avere conseguenze molto gravi, fino a uccidere. È il morbillo, insieme alla rosolia, il protagonista della Settimana dell’Immunizzazione dell’Oms di quest’anno. Anche se nella lotta globale alla malattia si sono avuti dei successi, ricorda l’agenzia, i progressi possono essere persi in poco tempo “se si allenta la tensione sulle vaccinazioni“.
Secondo le stime dell’Oms la mortalità nel mondo per il morbillo è scesa da oltre 560mila casi nel 2000 a 122mila nel 2012, con almeno 13,8 milioni di morti prevenute dai vaccini in questo arco di tempo. “Nonostante il miglioramento sia impressionante – spiegano gli esperti dell’Oms – i progressi verso la totale eliminazione della malattia non sono omogenei nel mondo, e il morbillo continua a essere una minaccia globale. Cinque delle sei regioni dell’Oms hanno ancora epidemie, e Africa, Mediterraneo orientale ed Europa non riusciranno a raggiungere gli obiettivi di eradicazione previsti”.
Per quanto riguarda l’Europa, che aveva l’obiettivo di eliminare la malattia entro il 2015 e che celebra la settimana dal 22 al 26 aprile, i dati dell’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control), nel 2013 sono stati 10.271 i casi di morbillo, di cui il 91% concentrato in Germania, Italia, Paesi Bassi, Romania e Regno Unito, e i morti sono stati tre, con otto casi di encefalite acuta. Per la rosolia i casi sono stati 38.847, il 99% in Polonia. Anche per l’Italia, spiegano le cifre dell’Istituto Superiore di Sanità, l’obiettivo è ancora lontano. Nel 2013 sono stati segnalati 2.211 casi di morbillo, con 3,7 casi per 100mila abitanti. L’86,7% delle volte si è trattato di persone non vaccinate.
“Proprio sulla vaccinazione per morbillo e rosolia siamo un po’ indietro, mentre le cosiddette obbligatorie hanno una buona copertura – spiega Massimo Andreoni, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive (Simit) – bisogna ricordare che di morbillo si può morire, e che il vaccino è sicuro, nonostante periodicamente torni sotto i riflettori. Le malattie sono sempre più pericolose dei possibili effetti collaterali dei vaccini”.
Per quanto riguarda le altre malattie prevenibili, secondo Andreoni bisognerebbe puntare di più su alcuni vaccini già disponibili. “Da noi si usa poco il vaccino contro lo pneumococco, che causa la polmonite – spiega l’esperto – mentre invece i soggetti ‘deboli’, ad esempio con malattie croniche respiratorie, dovrebbero usarlo di più”. L’importanza di essere vaccinati ‘lungo tutta la vita’ è un altro dei temi principali della settimana indetta dall’Oms. “Ogni anno tra due e tre milioni di morti sono evitati grazie alle vaccinazioni, non solo di malattie ‘famose’ come polio e tetano, ma per pneumococco e rotavirus, due dei principali killer sotto i 5 anni. Tuttavia ancora un bambino su 5 nel mondo non riesce ad avere le vaccinazioni”.