Malcontento nato dalle ultime decisioni del leader, come la scelta di Quagliariello in veste di nuovo coordinatore nazionale e l'alleanza elettorale con i centristi di Cesa e Casini. Formigoni e Compagna garantiscono unità ma ammettono le fibrillazioni interne
Da un lato il benvenuto a Paolo Bonaiuti e ai possibili fuoriusciti da Forza Italia; dall’altro il rischio scissione paventato da coloro che non condividono le scelte politiche del leader. Sono giorni da porte girevoli nel Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, alle prese con il periodo forse più complesso della sua breve storia. Incassato l’arrivo dei transfughi berlusconiani, infatti, il ministro dell’Interno si trova di fronte a una situazione che rischia di compromettere la tenuta interna del partito a poco più di un mese dal primo, vero banco di prova per la creatura: l’election day del 25 maggio. Il casus belli, in tal senso, secondo il Corriere della Sera e La Stampa sarebbe una lettera con cui 15/16 senatori di Ncd avrebbero manifestato al titolare del Viminale il loro malcontento per le ultime sue decisioni. In particolare, a personaggi del calibro di Roberto Formigoni e di Luigi Compagna non sarebbero andate giù la scelta di Gaetano Quagliariello come nuovo coordinatore nazionale del partito, l’alleanza elettorale con i centristi di Cesa e Casini (sintomo di uno spostamento al centro del soggetto politico che avrebbe voluto far rinascere il centrodestra italiano), sia il veto sulla candidatura di Mario Mauro, che avrebbe voluto correre per Ncd nella circoscrizione del Nord-Ovest. Non solo. Nel mirino, anche il ‘senso’ di Alfano per i ‘suoi’ ministri Lorenzin, Lupi e Quagliariello, con i quali verrebbero prese decisioni non condivise con il resto della classe dirigente di Ncd, ovvero coloro che a ottobre 2013 decisero di appoggiare il governo Letta, salvandolo, senza aderire allo strappo di Silvio Berlusconi.
Inutile dire che l’ufficio stampa di Ncd ha subito provveduto a smentire le voci di rotture e ipotetiche scissioni, precisando “che non è arrivata alcuna lettera diretta al presidente Angelino Alfano, da parte di nessun senatore e sicuramente non si è trattato di un ritardo del postino“. Non è dato sapere se l’ironia utilizzata nel comunicato stampa sia sintomo di un certo nervosismo ai vertici. Fatto sta che, dopo la pubblicazione sui giornali dei retroscena incriminati, un paio dei presunti malpancisti si è affrettato a chiarire il proprio pensiero alle agenzie di stampa. Chiarimento però, non smentita.
Formigoni: “Dibattito interno per rafforzare il partito”
“Siamo all’inizio di una campagna elettorale decisiva per Ncd, possiamo e dobbiamo essere uniti e forti, il dibattito interno serve per rafforzare il partito, non per indebolirlo”. Parola dell’ex governatore lombardo Roberto Formigoni, che tra le righe ammette un certo malcontento: “Ncd è nato per essere un partito nel quale ci si confronta a viso aperto, si discute, si dialettizza, se del caso si dissente senza timore alcuno – ha spiegato il senatore -Anche in questi giorni si è discusso molto, almeno nel gruppo Ncd del Senato, sul modo di migliorare la partecipazione di tutti alle decisioni del partito, di affrontare i numerosi problemi che esistono con scelte condivise, a partire dalla composizione delle liste elettorali”. A conferma, quindi, di una certa turbolenza di alcuni nei confronti del vertice di Ncd per certe scelte operate senza coinvolgere il resto del gruppo. Parlare di scissione, tuttavia, per Formigoni è sbagliato: “Da queste discussioni non è mai nata alcuna lettera o documento indirizzato alla stampa, tanto meno nei termini virulenti e polemici che vedo oggi pubblicati. Chi lo avesse fatto, ha dunque compiuto un’operazione scorretta e ha dato modo a una parte della stampa di far partire un attacco contro Ncd che deve essere fermato” ha continuato il parlamentare, secondo cui “il dibattito interno serve per rafforzare il partito, non per indebolirlo. In questo momento dobbiamo e possiamo essere uniti nella campagna elettorale e nell’azione di governo per il bene del Paese”. Parole di circostanza, quindi, condite da un messaggio chiaro: Alfano ci deve ascoltare.
Compagna: “Compatti per le elezioni, ma nel partito c’è delusione”
Meno diplomatica la reazione del senatore Luigi Compagna, che parla apertamente di “delusione interna al partito” pur promettendo impegno e compattezza in vista delle prossime elezioni. “Ora c’è la campagna elettorale e il Nuovo centrodestra sarà determinato e compatto come si conviene a ogni partito in queste occasioni. Tuttavia – ha aggiunto – non si può nascondere che c’è uno stato d’animo di delusione per come sono maturate le liste all’ultimo momento, anche perché in congresso sembrava tutto sereno e tranquillo, forse anche troppo, visto che è stata un’assemblea più di autocelebrazione che di discussione politica”. Il senatore Compagna, poi, scende nel merito delle scelte, come quella di escludere Mauro: “Ad esempio, come membro della delegazione Osce posso dire che Mario Mauro ed Erminia Mazzoni nel Partito popolare erano tra gli europarlamentari più stimati, quindi non capisco perché non li abbiamo candidati”.
Compagna, poi, ha sottolineato, le “molte perplessità sull’attività parlamentare che ci attende”. Il riferimento è soprattutto al decreto legge sul mercato del lavoro, sul quale alla Camera il governo potrebbe porre la fiducia: “Noi – è stato il parere del senatore – siamo partito di Sacconi non il partito di Damiano“. Un passaggio non a caso. Compagna, infatti, lo ha esplicitato subito dopo: “Renzi ha tutto il diritto di fare la campagna elettorale per il suo partito, ma dobbiamo farla anche noi e perlomeno non contro di noi. Dal governo è uscito un testo soddisfacente, ora è stato tutto emendato e addirittura si vuole porre la fiducia. E’ chiaro – ha concluso Compagna – che in Senato faremo la nostra battaglia, perché non si può smontare la legge Fornero e poi rimontarla, è questione che fa parte della nostra identità liberale prima ancora che popolare”.
Sacconi: “Lacerazioni? Operazione faziosa e infondata”
Chi smentisce qualsiasi tipo di problema interno è Maurizio Sacconi, secondo cui “risulta davvero incredibile quanto cosiddette indiscrezioni apocrife di agenzia possano tradursi in un po’ di rumore mediatico”. Il capogruppo al Senato di Ncd, tuttavia, non ha potuto non parlare di “comprensibili discussioni del giorno dopo la formazione delle liste come in qualunque altro gruppo parlamentare“. La sottolineatura, tuttavia, è servita per denunciare una sorta di campagna di stampa: “Dedurre da esse divisioni o addirittura lacerazioni alla vigilia del voto è stata davvero un’operazione mediatica faziosa perché totalmente infondata” ha detto l’ex ministro. Il quale ha promesso a breve “la prova provata dell’unità e della determinazione del gruppo” quando si tratterà di “riportare il decreto lavoro al testo originario di governo, il determinato sostegno al provvedimento della manovra fiscale e la partecipazione di ciascuno ad una campagna elettorale con la quale tutti, unanimemente, vogliamo costruire l’unità dei moderati di governo“.
Savino (Forza Italia): “Pronti ad accogliere i delusi di Ncd”
Chi ha provveduto a gettare benzina sul fuoco della polemica è stata la parlamentare di Fi Elvira Savino: “Capiamo i disagi che stanno vivendo tanti amici di Ncd che se ne sono andati da Forza Italia credendo di fondare un partito di centrodestra e invece si ritrovano in un partito centrista, l’ennesimo, con tanto di scudo crociato nel simbolo elettorale – ha scritto sul suo sito internet la deputata – Capiamo anche quelli a cui hanno fatto credere che stavano combattendo una battaglia per una maggiore democrazia interna, e poi invece hanno scoperto che stavano solo difendendo i posti di potere dei pochi che in Ncd comandano e decidono per tutti. Capiamo – ha proseguito Savino – anche quelli che erroneamente hanno ritenuto esaurito, a causa degli attacchi giudiziari, il ruolo politico del presidente Berlusconi la cui leadership invece è ancora intatta e vincente. Senza rancore siamo disposti ad accogliere in Forza Italia tutti i delusi di Ncd che credono ancora nel progetto di dare una casa comune al popolo dei moderati e dei riformisti”.