I giochi per bambini d’un tempo: belli, innocenti, immortali
Di che generazione sei? Chi è nato alla metà degli anni Settanta o nei decenni successivi appartiene alla generazione Bim Bum Bam o a quella della playstation, alla precaria X Generation o al mondo dei videoclippomaniaci di MTV, alla Net generation (o Generazione Y) o al pianeta dei superdigitalizzati degli smartphone. Un volume di Alessandro Aresu ha rievocato la prima (Generazione Bim Bum Bam, Milano 2012), e, con la trasmissione cult della tv dei ragazzi degli anni Ottanta, ha recuperato i miti di milioni d’imberbi di allora: Lady Oscar e il dottor Dolittle, Hello Spank e Felix il gatto, le parodie di Batman (BatRoberto) e di Perry Mason (Perry Nason).
Nomi che farebbero inorridire i “ragazzi del ’99”, i giovani italiani coscritti (1917) e spediti al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, o gli hippie cannabizzati e politicizzati, che facevano la rivoluzione sessuale e ascoltavano i Beatles; un po’ meno – ma le distanze sono anche qui incolmabili – i giovani appassionati di jazz degli “anni ruggenti”, o i Baby Boomers dell’esplosione demografica del secondo dopoguerra. I ragazzi del ’99 scattavano sull’attenti quando riascoltavano le note della Canzone del Piave, che «mormorava calmo e placido al passaggio /dei primi fanti il ventiquattro maggio»; i nati negli anni Settanta e Ottanta, in pieno edonismo reaganiano, si emozionano ancora se risentono Ufo Robot: «Si trasforma in un razzo missile / con circuiti di mille valvole». Gli adulti anzitempo, per effetto delle traumatiche devastazioni della Grande Guerra, e gli eterni bambini, i bamboccioni afflitti dalla sindrome di Peter Pan: due generazioni separate da un abisso.
Ma se i ragazzi che hanno conosciuto la vita in trincea e la vittoria mutilata, il Ventennio e la Resistenza, il secondo dopoguerra e il miracolo economico italiano, il ’68 e il ’77, hanno ben poco (o proprio niente) in comune con i loro omologhi che assistevano alle performance televisive del pupazzo rosa di nome Uan, molti giochi hanno resistito al tempo, alla tecnologia, alle mode. Asteroids (1979), Pac–Man (1980) o Donkey Kong (1981) sono ormai videogame rétro. Riuscirebbero ad affascinare ben pochi fra i nostri piccoli nativi digitali. I quali però, se vedono girare una trottola o sfrecciare qualcuno sul monopattino, riescono ancora a emozionarsi.
Amarcord a bordo di un trenino La vista di un trenino che corre tra le colline, gli alberi, le casette che hai tirato pazientemente su dal nulla, arrangiando magari il tutto su un vecchio tavolo di casa, non ha eguali. Mancherà pure il fumo sprigionato dalla ciminiera, o il frastuono delle rotaie, e la foga di rendere il tuo plastico sempre più affollato ti avrà fatto perdere di vista la coerenza storica (il passaggio a livello cui ti sei ispirato, traendolo da qualche film inglese degli anni ’80, non c’entra molto con la tua ricostruzione), ma tutto ciò passa in secondo piano quando vedi quel serpentone solcare la prateria, e ti figuri decine di indiani a cavallo che provano ad assaltarlo: poco importa se sono di plastica, e se alla bella età di quarant’anni, al momento dell’attacco, immagini di metterti a fare il tipico verso con la bocca che hai sentito in tanti film western. E se non hai mai amato il generale Custer e le sue imprese ti fanno anzi sentire a disagio, l’immaginazione potrà condurti, sulla scia di Harry Potter, al binario 9 e ¾ della stazione londinese di King’s Cross, per consentirti di prendere lo Hogwarts Express; oppure farti viaggiare nello spazio con il fantastico Galaxy Express 999, in compagnia di Masai e della bella Maisha. Stiamo pur sempre parlando di treni.
I treni giocattolo appaiono poco tempo dopo l’inaugurazione, nel 1825, della prima linea ferroviaria europea: costruita in terra inglese, collegava Stockton a Darlington; nel 1830 il primo “servizio regolare”, fra Liverpool e Manchester. I primi modellini servirono proprio per far conoscere le locomotive vere; sarebbero diventati sempre più complessi, con i convogli guidati da locomotive caricate a molla o alimentate a vapore che si sarebbero ben presto affiancati ai precedenti, assai meno coinvolgenti (come le loro riproduzioni “statiche”, piatte o tridimensionali, in legno o in metallo). Per i primi trenini elettrici si sarebbe dovuta attendere la fine del secolo.
Con l’avvento del collezionismo la scena sarebbe cambiata di nuovo, ma il fascino esercitato dal trenino sarebbe rimasto intatto. Come per tanti giochi d’un tempo. E non è solo una questione di vintage.
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La Redazione
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".
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Giocabolario
Giochi quotidiani e stranezze ludiche
Piacere quotidiano - 20 Aprile 2014
I giochi per bambini d’un tempo: belli, innocenti, immortali
Di che generazione sei?
Chi è nato alla metà degli anni Settanta o nei decenni successivi appartiene alla generazione Bim Bum Bam o a quella della playstation, alla precaria X Generation o al mondo dei videoclippomaniaci di MTV, alla Net generation (o Generazione Y) o al pianeta dei superdigitalizzati degli smartphone. Un volume di Alessandro Aresu ha rievocato la prima (Generazione Bim Bum Bam, Milano 2012), e, con la trasmissione cult della tv dei ragazzi degli anni Ottanta, ha recuperato i miti di milioni d’imberbi di allora: Lady Oscar e il dottor Dolittle, Hello Spank e Felix il gatto, le parodie di Batman (BatRoberto) e di Perry Mason (Perry Nason).
Nomi che farebbero inorridire i “ragazzi del ’99”, i giovani italiani coscritti (1917) e spediti al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, o gli hippie cannabizzati e politicizzati, che facevano la rivoluzione sessuale e ascoltavano i Beatles; un po’ meno – ma le distanze sono anche qui incolmabili – i giovani appassionati di jazz degli “anni ruggenti”, o i Baby Boomers dell’esplosione demografica del secondo dopoguerra. I ragazzi del ’99 scattavano sull’attenti quando riascoltavano le note della Canzone del Piave, che «mormorava calmo e placido al passaggio /dei primi fanti il ventiquattro maggio»; i nati negli anni Settanta e Ottanta, in pieno edonismo reaganiano, si emozionano ancora se risentono Ufo Robot: «Si trasforma in un razzo missile / con circuiti di mille valvole». Gli adulti anzitempo, per effetto delle traumatiche devastazioni della Grande Guerra, e gli eterni bambini, i bamboccioni afflitti dalla sindrome di Peter Pan: due generazioni separate da un abisso.
Ma se i ragazzi che hanno conosciuto la vita in trincea e la vittoria mutilata, il Ventennio e la Resistenza, il secondo dopoguerra e il miracolo economico italiano, il ’68 e il ’77, hanno ben poco (o proprio niente) in comune con i loro omologhi che assistevano alle performance televisive del pupazzo rosa di nome Uan, molti giochi hanno resistito al tempo, alla tecnologia, alle mode. Asteroids (1979), Pac–Man (1980) o Donkey Kong (1981) sono ormai videogame rétro. Riuscirebbero ad affascinare ben pochi fra i nostri piccoli nativi digitali. I quali però, se vedono girare una trottola o sfrecciare qualcuno sul monopattino, riescono ancora a emozionarsi.
Amarcord a bordo di un trenino
La vista di un trenino che corre tra le colline, gli alberi, le casette che hai tirato pazientemente su dal nulla, arrangiando magari il tutto su un vecchio tavolo di casa, non ha eguali. Mancherà pure il fumo sprigionato dalla ciminiera, o il frastuono delle rotaie, e la foga di rendere il tuo plastico sempre più affollato ti avrà fatto perdere di vista la coerenza storica (il passaggio a livello cui ti sei ispirato, traendolo da qualche film inglese degli anni ’80, non c’entra molto con la tua ricostruzione), ma tutto ciò passa in secondo piano quando vedi quel serpentone solcare la prateria, e ti figuri decine di indiani a cavallo che provano ad assaltarlo: poco importa se sono di plastica, e se alla bella età di quarant’anni, al momento dell’attacco, immagini di metterti a fare il tipico verso con la bocca che hai sentito in tanti film western.
E se non hai mai amato il generale Custer e le sue imprese ti fanno anzi sentire a disagio, l’immaginazione potrà condurti, sulla scia di Harry Potter, al binario 9 e ¾ della stazione londinese di King’s Cross, per consentirti di prendere lo Hogwarts Express; oppure farti viaggiare nello spazio con il fantastico Galaxy Express 999, in compagnia di Masai e della bella Maisha. Stiamo pur sempre parlando di treni.
I treni giocattolo appaiono poco tempo dopo l’inaugurazione, nel 1825, della prima linea ferroviaria europea: costruita in terra inglese, collegava Stockton a Darlington; nel 1830 il primo “servizio regolare”, fra Liverpool e Manchester. I primi modellini servirono proprio per far conoscere le locomotive vere; sarebbero diventati sempre più complessi, con i convogli guidati da locomotive caricate a molla o alimentate a vapore che si sarebbero ben presto affiancati ai precedenti, assai meno coinvolgenti (come le loro riproduzioni “statiche”, piatte o tridimensionali, in legno o in metallo). Per i primi trenini elettrici si sarebbe dovuta attendere la fine del secolo.
Con l’avvento del collezionismo la scena sarebbe cambiata di nuovo, ma il fascino esercitato dal trenino sarebbe rimasto intatto. Come per tanti giochi d’un tempo. E non è solo una questione di vintage.
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