“Io continuo a fare il sindaco”. Federico Pizzarotti, primo cittadino di Parma del Movimento 5 stelle, risponde così all’attacco di Gianroberto Casaleggio che in un’intervista esclusiva al Fatto Quotidiano ha ribadito: “Chi non rispetta gli impegni deve andare a casa”. Il sindaco ribatte con poche parole rilasciate al Corriere.it, mentre dallo staff fanno sapere che non ci saranno per il momento commenti ufficiali. “Io continuo il mio lavoro di amministratore”, ha dichiarato, “parlano i risultati della mia amministrazione“.
Poi in serata, Pizzarotti ha deciso di scrivere un lungo post su Facebook: “Penso che non sia semplice far capire che cosa vuol dire amministrare una città. Una città che aveva 870 milioni di debito che, in meno di due anni, è stato ridotto di quasi la metà. Amministrare non è solo proporre la propria idea di politica: è attuare quell’idea. Un’idea che deve essere il più possibile compatibile con la realtà”. Il sindaco nel lungo intervento, difende anche l’eventualità di non raggiungere alcuni obiettivi: “Amministrare”, scrive, “significa affrontare problemi reali, a volte, vuol dire anche non vincere alcune battaglie. Vero. Ma questo non vuol dire tradire un ideale. Non conta solo il risultato ottenuto per i cittadini, ma anche che l’idea di politica che si vuole lasciare per la propria città. Tutto questo significa amministrare in piena sintonia con i valori del Movimento. Con umiltà, serietà e coraggio, sapendo che solo con l’esempio si possono coinvolgere veramente le persone”. Elementi che secondo Pizzarotti si possono capire solo una volta al governo: “Ma fintanto che non si governa tutte queste cose non si possono capire, senza viverle ogni giorno sulla propria pelle non si capiranno mai. Parma merita rispetto, i parmigiani meritano rispetto”.
E’ solo l’ultimo atto di una rottura interna che si consuma da tempo. Prima un silenzio di ghiaccio durato mesi (da agosto a marzo più o meno) a causa dell’accensione dell’inceneritore di Uguzzolo. Beppe Grillo nei suoi comizi in piazza disse “dovranno passare sul mio corpo prima di vedere accesso l’impianto”. Ma così non è stato e i vari ricorsi e blocchi nulla hanno potuto contro una procedura che era già andata troppo avanti per fermare l’avvio della struttura. “Un fallimento”, secondo il cofondatore del Movimento 5 Stelle, che ora nell’intervista al Fatto ribadisce l’importanza del “recall” per un politico: “Noi vogliamo il vincolo di mandato. E ora metteremo sanzioni anche economiche. Chi è eletto dentro il movimento deve rispondere all’elettore. Il passaggio alla democrazia diretta è culturale e richiede un’adesione, ma la nostra posizione è molto semplice: se uno entra nel movimento sottoscrive dei patti, e li deve mantenere. Nessuno, dopo essere stato eletto, può pensare di entrare dentro un recinto privilegiato, dentro un’area protetta”. Una versione condivisa dai leader 5 Stelle. Anche se poche settimane prima Grillo, nell’intervista a Enrico Mentana, aveva sminuito la questione: “Inceneritore c’era già. Capisco il povero Pizzarotti. Pizzarotti è un’istituzione. Forse ha perso un po’ di vista il movimento grillino, ma….Il movimento grillino, voi lo chiamate così. Pizzarotti ha perso un po’ il senso. Ma fa quello che può. L’inceneritore se l’è trovato già lì”.
Pizzarotti è un volto conosciuto, amato dai fedelissimi e dai dissidenti al tempo stesso. E che resta un problema per i vertici. Lui sente sulle spalle “la responsabilità di chi ha contribuito a far nascere un progetto” e non ha intenzione di andarsene, ma al tempo stesso non trattiene le critiche. Si sente a casa propria e come tale si comporta. A peggiorare la situazione ci sono state le perplessità del sindaco di Parma, prima sulle espulsioni del gruppo del Movimento 5 Stelle al Senato (“Non ho capito le ragioni”), poi sul metodo di selezione online dei candidati per le Europee (“Troppi sconosciuti in lista”). Parole che hanno scatenato il blog di Grillo che dieci giorni fa ha pubblicato un post dove veniva apostrofato “Capitan Pizza“, concludendo: “Se preferisci aspettare di vedere i risultati prima di esprimerti, che cosa parli a fare?”. Seguiva un botta e risposta a suon di citazioni musicali: il grillino chiese un incontro di chiarimento, gli rispose il blog citando Guccini (“E’ difficile spiegare se non hai capito già”). Si chiuse tutto con una pace apparente: “Ci siamo sentiti, è tutto a posto”. Anche se ora le parole di Gianroberto Casaleggio potrebbero rimettere tutto in discussione.