Media & Regime

Belen Rodriguez, 32mila firme per chiedere la chiusura di Come mi vorrei

"Per piacere non serve omologarsi", dice al fattoquotidiano.it la studentessa padovana di 20 anni che ha lanciato la petizione contro il programma di Italia Uno, definito "maschilista" e "pieno di stereotipi"

Oltre trentaduemila firme per chiedere la chiusura del programma di Italia Uno Come mi vorrei, definito “maschilista” e pieno di stereotipi.

Nello show delle giovani ragazze si rivolgono alla conduttrice Belen Rodriguez per essere aiutate a “piacersi di più e risolvere problemi relazionali con fidanzati, parenti o colleghi di lavoro”. La showgirl argentina, un po’ coach e un po’ psicologa, dopo aver selezionato uno dei videomessaggi inviati dalle aspiranti partecipanti, incontra la prescelta, ispeziona il suo armadio per fare una diagnosi del “problema”, e decide come intervenire per migliorarne l’aspetto. Il look viene stravolto, dai capelli al trucco, passando per l’abbigliamento. Così, alla fine della puntata, la ragazza assume uno stile alla Sex and The City e finalmente piace. 

A lanciare la petizione contro lo show, sulla piattaforma Change.org, è stata Camilla De Luca, una studentessa padovana di 20 anni, che su Facebook si firma Camilla Bliss. “Quando ho visto questo programma – racconta al fattoquotidiano.it – mi sono indignata. Ho pensato che fosse eticamente sbagliato che alle ragazze arrivasse il messaggio che se vogliono piacere devono cambiare loro stesse, si devono omologare, trasformandosi in bamboline. Avrebbero dovuto chiamarlo ‘Come mi vorreste voi’ piuttosto”, ironizza. “Non dovrebbero essere mandati in onda show del genere”.

“Quando ho scritto la petizione e l’ho pubblicata non pensavo che avrebbe avuto successo, era la prima volta che facevo una cosa del genere”, spiega Camilla. “Invece l’hanno firmata in più di 32mila persone, probabilmente perché in molti sono stufi di questo genere di televisione”.

La petizione, ci tiene a precisare la studentessa padovana, non è contro Belen. “A condurre al suo posto poteva esserci chiunque, quello che non va è proprio il format”. Ma non nasconde di aver trovato profondamente sgradevoli alcune battute della showgirl, tipo: “‘Se ti vesti così è normale che ricevi commenti negativi, io se tu passi per strada così una battuta con le mie amiche te la faccio’, detto ad una ragazza vestita in maniera normale”, con qualche tendenza allo stile dark.  

Il format, prodotto per Mediaset da Ambra Multimedia, non si è salvato dalle critiche neanche su Twitter, molti utenti l’hanno definito “sessista” e “pieno di stereotipi“. “Qui si insegna che c’è un solo modello giusto, e che se non rientri in quei canoni devi cambiare, o non sarai mai accettata. Questa è la perfetta definizione di donna-oggetto”, scrive una ragazza di Brescia spiegando il motivo della sua adesione alla petizione. 

Ma già di suo il programma non gode di buona salute. Il lancio del 7 aprile è stato un flop: si è fermato intorno al tre per cento di audience. Ed è ben lontano dalla popolarità di competitor come Ma come ti vesti? e Guardaroba Perfetto di Real Time.