A Parma continuano le polemiche dopo il duro attacco del cofondatore del Movimento contro Pizzarotti ("Se prendo l'impegno di chiudere l'impianto o lo faccio o vado a casa"). Dall'Olio (Pd): "E' un flop del M5S in generale". Guarnieri (Altra politica): "Dov'erano i leader durante la campagna elettorale quando si facevano promesse impossibili?". Il sindaco Forlì Balzani: "Primo cittadino coerente"
Nella Parma a Cinque stelle di Federico Pizzarotti Pasqua e Pasquetta sono stati due giorni di festa poco spensierati. Dopo l’attacco di Gianroberto Casaleggio al sindaco nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il gruppo locale del Movimento non si sbilancia. Poche le dichiarazioni rilasciate dai più vicini al sindaco. Casaleggio è stato chiaro: chi non rispetta gli impegni presi, deve andare a casa. O comunque, fare i conti con chi lo ha eletto. E l’inceneritore, uno dei crucci più grandi del sindaco sin dai primi giorni alla guida del Comune, è il “tradimento” su cui punta il dito il cofondatore dei Cinque stelle.
Un tema su cui Pizzarotti ha risposto indirettamente, parlando di “fallimento”, e su cui ora in sua difesa si sono schierati anche il suo assessore all’Ambiente Gabriele Folli e il sindaco uscente di Forlì Roberto Balzani. Su Facebok il delegato della giunta, che prima di diventare assessore era un membro dell’associazione Gestione corretta rifiuti e quindi un veterano della lotta al forno, non ci sta a ricevere giudizi da chi è estraneo alla vicenda e rispedisce al mittente le accuse. “Ho combattuto la battaglia contro l’inceneritore da molto prima di entrare nella giunta di Parma e pochi sanno quanto mi è costato non riuscire nell’impresa – scrive Folli – Ora leggo questo tizio che pensavo fosse dalla nostra parte e che peraltro in due anni non si è mai fatto vedere a Parma, pontificare su cosa dobbiamo fare senza conoscere il duro lavoro che una squadra di persone eccezionali sta portando avanti in mezzo a difficoltà enormi, per il bene di una città saccheggiata da una politica senza scrupoli”.
Sull’inceneritore di Ugozzolo la giunta, dopo l’accensione ad agosto, sta tentando nuove forme di opposizione. Sindaco e assessore stanno cercando di contrastare il piano regionale dei rifiuti di Vasco Errani per non ricevere immondizia da fuori provincia o addirittura da fuori Regione. Lo testimonia sempre su Facebook il sindaco Pd Balzani, che con Pizzarotti ha condiviso le battaglie contro il piano rifiuti della Regione, e che ha toccato con mano la sua battaglia contro il forno. “Non voglio entrare nelle polemiche interne al M5S – spiega in un post – Però voglio dire, da cittadino, che il sindaco Pizzarotti ha mostrato, fra mille difficoltà, una sua coerenza e che la battaglia comune per la società post-incenerimento e per la revisione del Piano regionale per la gestione rifiuti non è affatto banale”.
Anche a Parma sul tema inceneritore perfino l’opposizione spezza una lancia a favore del sindaco e sposta invece il problema a monte, su una campagna elettorale basata su una promessa che era già impossibile da mantenere. “Oggi si rasenta quasi l’assurdo con Casaleggio che cita il termovalorizzatore come esempio di promessa non mantenuta e come motivo per cui Pizzarotti si dovrebbe dimettere. Dove erano lui e Grillo in campagna elettorale? – si chiede Maria Teresa Guarnieri di Altra Politica – Non sapevano forse che il blocco del termovalorizzatore era una promessa irrealizzabile? Come spiegano il fatto che Grillo aveva promesso che sarebbero dovuti passare sul cadavere di Pizzarotti prima di avviare il termovalorizzatore e poi, al momento dell’avvio, aveva giustificato il suo sindaco?” Guarnieri vede nell’attacco a Pizzarotti piuttosto un modo per Grillo e Casaleggio di levarsi di torno il sindaco: “Forse hanno capito che a Parma l’amministrazione Pizzarotti è un flop e pensano di scaricarla prima che la deriva arrivi fino a loro”.
Anche per Nicola Dall’Olio, capogruppo Pd in consiglio comunale e candidato alle europee, la questione va ben al di là del forno, ma inchioda il sindaco alle sue responsabilità su altri fronti. “Adesso Grillo e Casaleggio sono passati a riscuotere. Vogliono il cadavere politico del sindaco e vogliono che il Movimento esca bene dalle macerie amministrative della città. Perché a Parma non c’è solo l’inceneritore e sono molti i settori in cui i 5 Stelle hanno fallito”. Per il capogruppo Pd però non è solo il fallimento di Pizzarotti, ma quello di “un Movimento che si propone di cambiare le cose, fare l’interesse della gente e abbattere il sistema dei partiti con persone impreparate, senza esperienza né capacità. Dei perfetti sconosciuti intercambiabili e revocabili dai loro incarichi, come sottolinea compiaciuto lo stesso Casaleggio al Fatto Quotidiano”.
Quello che è certo è che per ora di dimissioni a Parma ancora non si parla, almeno nel Movimento. Il gruppo Cinque stelle sta pensando a un confronto con la base a metà mandato per rinnovare la fiducia, come suggerito da Casaleggio e Crimi. La questione però è delicata. In ballo nella città ducale lasciata con un buco di oltre 800 milioni di euro dal centrodestra finito travolto dalle inchieste su tangenti e corruzione, non ci sono solo il rapporto con gli elettori dei Cinque stelle e le questioni interne. Se Pizzarotti e la sua maggioranza venissero sfiduciati, per la città ducale vorrebbe dire finire nuovamente commissariata e ritornare nell’incubo dell’incertezza di una guida dopo appena due anni in cui sembrava che le cose potessero tornare alla normalità.