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M5S, Di Maio: “La presidente Boldrini ci detesta. Peccato non poterla sfiduciare”

Attacco del deputato M5S alla vicepresidente della Camera dopo il video pubblicato su Youtube in cui lei lamenta i toni eccessivi in Aula: "Non ci prova nemmeno ad essere super-partes"
M5S, Di Maio: “La presidente Boldrini ci detesta. Peccato non poterla sfiduciare”
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Laura Boldrini ci detesta”. L’attacco alla presidente della Camera arriva da Luigi Di Maio, vicepresidente 5 Stelle a Montecitorio. “E’ inutile”, scrive in un articolo pubblicato sul blog, “parlare ancora di una presidente della Camera che non è imparziale. Ormai è un concetto assodato. Molti ci scrivono segnalando che la Boldrini ha attaccato un’altra volta il movimento utilizzando il resoconto ufficiale della Camera che fa ogni settimana per spararci addosso sul 416-ter (video settimanali da 1000 accessi! Brividi…)”. Il deputato dice che se si potesse fare, loro avrebbero già cercato di sfiduciarla più volte. “Che ci detesti è evidente. Che non ci provi neanche ad essere super-partes, è assodato. Ci tocca tenercela. Se ci fosse la possibilità di sfiduciarla l’avremmo già fatto. Peccato che non esiste mozione di sfiducia per Presidenti e vicepresidenti della Camera. (Peccato per noi. Meno male per lei e per Fini). Magari potrebbe inserirla nella sua tanto decantata riforma del regolamento della Camera. Potrebbe essere l’unica innovazione democratica. Ci sta presidente?”.

Nel mirino c’è uno dei video che la Boldrini pubblica ogni settimana su Youtube per spiegare l’attività di Montecitorio. Nell’ultima versione, la presidente della Camera punta il dito contro il degenerare del dibattito politico in Aula. “Nelle ultime settimane”, dice, “è capitato che il dibattito assumesse toni molti accesi. Credo che l’avvicinarsi della scadenza elettorale non sia un elemento estraneo a tutto questo e che induca qualche forza politica a usare il Parlamento come ribalta mediatica. Voglio sperare che nel mese che ci separa dal voto tutti i gruppi vogliano rispettare l’Aula parlamentare. Il che non significa mettere a tacere i dissensi, ma vuol dire essere consapevoli il fatto che lo spettacolo di urla e invettive fa male alla credibilità delle istituzioni, accredita l’idea che il Parlamento sia un palcoscenico e non un luogo dove si prendono decisioni utili per la comunità. Utili come la norma contro il voto di scambio.”

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