Secondo Adusbef e Federconsumatori, per il pranzo della festa gli italiani hanno speso il 13,8% in meno rispetto al 2013. Uova e colombe giù del 21,5%. Ma per il Codacons i consumi sono calati solo del 3,5% e i dolci tipici al massimo del 12%. Stime? Previsioni? Rilevazioni a campione? Non è dato saperlo
Puntuale come ogni anno, insieme all’uovo di cioccolato arriva l’immancabile statistica creativa. Per il pranzo di Pasqua di quest’anno, fanno sapere Adusbef e Federconsumatori, gli italiani hanno speso esattamente il 13,8% in meno rispetto all’anno scorso. “Nettissimo calo” per uova e colombe: addirittura -21,5%. Strano, perché invece il Codacons ha calcolato che le tavole della festa sono state “più povere mediamente del 3,5%”, i consumi sono calati di 200 milioni e i dolci tipici sono scesi “rispettivamente del 9 e del 12% sul 2013”. Par di capire che i dati risultino da un sondaggio condotto nella giornata di domenica, ma non dev’essere così se già martedì 15 aprile l’associazione dei consumatori, in un comunicato, diffondeva gli stessi numeri – all’epoca, però, presentati nella veste di “propensione agli acquisti”. Il mistero si infittisce quando si legge la nota di Coldiretti: da un’indagine condotta dai coltivatori insieme all’istituto Ixè emerge che il 62% delle famiglie ha “mantenuto lo stesso budget” e il 5% lo ha persino aumentato. Stime? Previsioni? Rilevazioni a campione? Non è dato saperlo, anche perché nel giorno di Pasquetta gli uffici studi e i presidenti delle associazioni risultano irraggiungibili. Saranno in vacanza, in buona compagnia visto che, rivela Coldiretti, 4,1 milioni di connazionali sono partiti per qualche giorno di svago. Federconsumatori e Adusbef però sono più ottimisti: a staccare dalla routine sono stati 4,6 milioni di italiani. Federalberghi però batte tutti e, alla faccia dei gufi, assicura che “14,4 milioni di persone” hanno trascorso almeno una notte fuori casa. Resta una certezza: 4 su 10 hanno mangiato agnello.