Putin alza l’asticella della sfida nella crisi ucraina. Il leader del Cremlino ha infatti promulgato la legge che rende più facile e veloce ottenere la cittadinanza per i madrelingua russi i cui ascendenti diretti vivono o abbiano vissuto in Russia o in un territorio che faceva parte dell’impero russo o dell’Urss. La legge riduce i tempi e le difficoltà dell’iter, stabilendo che ogni richiesta deve essere valutata entro tre mesi. In caso positivo, l’interessato deve rinunciare alla sua precedente cittadinanza ma può contare su alcuni programmi di prima accoglienza ed inserimento lavorativo. E’ previsto un test di lingua. Il provvedimento è stato pensato in particolare per sveltire le domande di cittadinanza degli abitanti della Crimea dopo l’annessione, ma potrebbe avere un effetto a cascata anche su tutti gli ex Paesi satelliti di Mosca.

E quella della cittadinanza, non è l’unica mossa politica del Cremlino. Tra le proposte di Putin anche quella di creare in Crimea una zona in cui liberalizzare il gioco d’azzardo. Alla fine del suo secondo mandato presidenziale, Putin aveva lanciato una crociata contro il gioco e lo aveva abolito nel 2007, confinandolo in quattro aree del Paese, tra cui quella di Azov, vicina alla Crimea. Ora la nuova proposta che sarà sottoposta ai dirigenti filorussi della neo “indipendente” Crimea.

Intanto, è sul fronte militare che si verificano le maggiori novità. La difficile tregua raggiunta giovedì scorso a Ginevra ha infatti mostrato le prime crepe nel giorno di Pasqua. La notte scorsa una sparatoria nei pressi di un posto di controllo eretto dai separatisti filo-russi a Bilbasivka, villaggio a 18 chilometri da Slaviansk, città orientale in mano agli insorti, ha causato cinque morti (tre filo-russi e due assalitori). L’autoproclamato sindaco Viaceslav Ponomarev ne ha subito approfittato per chiedere al presidente russo Vladimir Putin di inviare truppe “a protezione della popolazione locale russofona” o, se ciò non é possibile, armi perché – ha spiegato – “non ne abbiamo abbastanza mentre i militari ucraini hanno aerei e blindati”. Ponomarev ha inoltre decretato il coprifuoco in tutta la città di Slaviansk, a tempo indeterminato, da mezzanotte alle sei di mattina. Con tanto di minaccia al ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov, nell’est del Paese per ispezionare le unità della Guardia nazionale di Kiev dispiegate per fronteggiare i separatisti. “Se verrà a Slaviansk – ha dichiarato – sarò il primo a sparargli”.

Nel frattempo,  il Cremlino ha accusato Kiev di non fare nulla per eliminare le cause della profonda crisi ucraina, violando così grossolanamente gli accordi di Ginevra, firmati neanche una settimana fa. A sottolineare la circostanza è stato il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, secondo cui la dichiarazione del governo ucraino che il Maidan si può mantenere occupato è “inaccettabile”. Lavrov, inoltre, prima ha promesso che la Russia metterà fine a qualsiasi tentativo di scatenare una guerra civile in Ucraina e poi ha sottolineato che la sparatoria di Pasqua vicino a Sloviansk è “oltre ogni limite” e dimostra l’incapacità o la riluttanza delle autorità di Kiev a controllare gli estremisti. Lavrov ne ha avute anche per gli Stati Uniti: “Prima di lanciare ultimatum, vorremmo invitare la controparte americana a capire la responsabilità di quelli che ha portato al potere” ha detto il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov.

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