La procura di Tempio Pausania è pronta a decidere sulle possibili richieste di giudizio per violazioni paesaggistiche a carico della star americana, della regina dei cristalli e di una società che ha ristrutturato la dimora di Irina Abramovic, ex moglie di Roman. Una possibile svolta dopo decenni di "tolleranza"
Tetti che spuntano dai cespugli per affacciarsi su baie da sogno. Ville da mille e una notte che diventano ancor più mastodontiche. Da trent’anni gli abusi edilizi stanno martoriando le coste sarde, ma ora potrebbe esserci il giro di boa. Si avviano infatti a conclusione le indagini preliminari dei tre casi seguiti dal sostituto procuratore di Tempio Pausania, Angelo Beccu, e dal capo della Procura Domenico Fiordalisi.
Le inchieste riguardano gli abusi edilizi commessi da Amii Stewart a Cala di Volpe, quelli realizzati dall’impresa appaltante nella vicina villa Arkadia all’insaputa di Irina Abramovich (ex moglie del magnate russo del gas Roman), e la dependance di novanta metri quadrati in più, realizzata a Porto Rotondo all’interno della villa di famiglia di Gertrude Langes Swarovski, la regina dei cristalli (guarda le foto prima e dopo e l’intervento).
La parte di proprietà di Amii Stewart ritenuta abusiva (circa 350 metri quadri realizzati a poche decine di metri dal mare) era stata preventivamente sequestrata dalla procura di Tempio, che pochi giorni fa ha chiuso l’inchiesta che potrebbe sfociare con una richiesta di rinvio a giudizio anche per il marito della star statunitense e altre tre persone (direttore dei lavori, costruttore e progettista). Per quanto riguarda il procedimento avviato dopo gli abusi edilizi commissionati dagli eredi di Swarovski, dopo il sequestro dell’immobile, in questi giorni il pubblico ministero potrebbe presentare richiesta di decreto penale di condanna per gli indagati, che di regola viene accompagnato dall’ordine di demolizione. A quel punto, lo scenario più probabile è che gli indagati facciano opposizione al decreto, dando così l’input all’apertura del primo grado di dibattimento.
Nei guai per Villa Trinitaria (questo il nome della tenuta) sono finiti l’anziana titolare della griffe di gioielli, e poi Erek Nuener, rappresentante della Jewel Establishment di Vaduz e Marina Swarovski Langes Giori, tutti comproprietari dell’immobile. Insieme ai committenti dei lavori, sono stati denunciati il progettista Savin Couelle e il costruttore arzachenese Antonio Caredda. Due le violazioni che vengono contestate: la difformità rispetto a quanto concesso dal Comune, e il fatto che questo sia avvenuto in una zona con vincolo paesaggistico. Infatti, sebbene il progetto di ampliamento della proprietà con il Piano casa fosse stato approvato dall’ufficio tecnico del comune di Olbia, i volumi realizzati tra l’inverno e la primavera del 2013 erano risultati superiori a quanto autorizzato.
Se le violazioni urbanistiche rischiano di deturpare il patrimonio ambientale e paesaggistico delle coste più belle d’Italia, l’ora del cemento selvaggio in Sardegna sembra però essere finita. Guai giudiziari infatti, anche per l’imprenditore cagliaritano Maurizio Pili, titolare dell’impresa Elis Edilizia Costruzioni 2 che, nel 2001, ebbe l’incarico da Irina Abramovich di effettuare opere di ristrutturazione all’interno e sul bagnasciuga di villa Arkadia, a poche decine di metri da quella di Amii Stewart. Il costruttore dovrà comparire davanti ai giudici il prossimo mese di ottobre, per abusi edilizi e truffa aggravata ai danni dell’ereditiera moscovita.