Nella comunicazione politica attuale è difficile parlare di “avvio” di campagna elettorale dato che i partiti sono sempre più impegnati in quella che viene definita “campagna elettorale permanente”. Con partiti e movimenti dunque in perpetua campagna elettorale possiamo individuarne l’avvio, per le europee 2014, dall’inizio della par condicio, da più o meno ufficiali eventi, dai manifesti e dai siti internet aggiornati.
In queste settimane commenterò le campagne elettorali per le elezioni europee del 25 maggio dei principali partiti, cercando come sempre di offrire oltre ad un’analisi della comunicazione dei partiti e dei candidati, anche spunti pratici per migliorare la nostra comunicazione nella vita di tutti i giorni.
Partiamo dal Pd, dalla parte visual, quella relativa alle affissioni e alle grafiche online e offline. Quella del Pd è una campagna coordinata dove vediamo l’immagine di persone comuni che “chiedono” all’Europa cose che riguardano la vita di tutti i giorni, avvicinando così i temi europei ai cittadini, con giochi di parole come “una banda larga in tempi stretti” oppure “l’Italia che vince battendo il rigore”. Il claim (lo slogan) della campagna è “ce lo chiedi tu” contrapposto all’ormai detestato “ce lo chiede l’Europa”; mentre il payoff (la frase che chiude) è, per richiamare alla vittoriosa campagna di Renzi alle primarie, “L’Europa cambia verso”.
L’uso di persone comuni in una campagna politica, al posto dei soliti volti e nomi dei candidati, lo trovo una buona scelta. Il cittadino si deve sentire rappresentato nella sua condizione attuale e così può rispecchiarsi in testimonial che gli somigliano. Al contrario, trovo stucchevoli le campagne pubblicitarie aziendali che usano lo stesso tipo di soggetti. Ad esempio Piazza Italia ed Enel (coi famosi #guerrieri). Trovo strano che un’azienda di moda come Piazza Italia, presente con una catena di negozi in tutti i centri commerciali, scelga di mettere sui cartelli delle persone comuni invece della classica immagine glamour tipica anche delle catene low cost di moda come H&M e Zara. Questo è cavalcare un populismo di convenienza che se non è seguito da atti politici serve solo a promuovere una regressione psicologica dannosa per la società.
Passiamo alla comunicazione personale del Pd, attraverso il suo segretario. Renzi ha lanciato ufficialmente la campagna con un evento a Torino il 12 aprile scorso, dove ha tenuto un discorso dal quale è risultato chiaro che stia vivendo quello del 25 maggio come un referendum su se stesso. Infatti il Premier ha accennato solo appena al programma europeo, virando subito sul suo governo e sulle riforme.
L’elemento principale della campagna di Renzi sono gli 80 euro in più in busta da maggio grazie al Decreto Irpef da lui presentato alla conferenza dal titolo/hashtag #oraics. L’evento è stato accolto con entusiasmo, soprattutto per merito di una comunicazione ancora una volta efficace ed originale: 10 tweet al posto delle classiche slide per illustrare il decreto. Quella di proiettare direttamente dei tweet alle sue spalle è stata una trovata efficace che anche Steve Jobs avrebbe apprezzato.
La scelta di Renzi di personalizzare queste elezioni traducendo la campagna per l’Europa in una campagna su se stesso è dalla sua posizione comprensibile per i seguenti motivi.
Il Pd è a favore dell’euro mentre il 58% degli italiani vorrebbe uscire dalla moneta unica (sondaggio Datamedia). Un buon motivo per non parlare bene dell’euro.
Unendo questo dato agli ultimi sondaggi che vedono gli schieramenti meno favorevoli alla politica economica europea complessivamente in netto vantaggio: M5s 27,9, Forza Italia 18%, Lega 7% (Scenari Politici) , Renzi può essere sicuro che parlando delle sue posizioni sull’Europa, sul rispetto degli accordi e della sua amicizia con Angela Merkel non può andare lontano. Per questo è meglio per lui condurre una campagna su se stesso. Infatti come leader Renzi gode di una fiducia fra il 50% e il 60% (Ixè per Agorà). E ovviamente sul bonus di 80 euro che seppur non arricchiscano nessuno saranno spesso sufficienti per strappare una X.
Anche in questo caso Renzi mostra di avere talento in campagna elettorale. Ma anche i suoi avversari principali, Grillo e Berlusconi, non sono da meno come vedremo nei prossimi post.