Il presidente del Consiglio vuole partecipare alla Partita del Cuore organizzata da Emergency per il 19 maggio prossimo (a pochi giorni dalle Europee). Ma esiste una legge sulla par condicio che vieta la presenza di politici in tv a una settimana dal voto. Critiche da M5S e Forza Italia. Il medico organizzatore: "Politica non c'entra". Grillo: "E' un regime". Lo difende il vicesindaco di Firenze Nardella: "Hanno paura"
Matteo Renzi in maglietta e calzoncini per giocare la Partita del Cuore a fianco di Baggio e Batistuta? Era forse il sogno di ogni campagna elettorale, ma la realtà è diversa. Perché esiste una legge sulla par condicio che vieta la presenza in tv di politici a una settimana dal voto. Così per vedere il premier, in diretta Rai il 19 maggio prossimo (a pochi giorni dalle Europee), giocare il match organizzato da Emergency, dovranno passare sul corpo di tanti. In prima linea Beppe Grillo e i parlamentari M5S (“E’ inammissibile”, ha detto Roberto Fico, commissario della Vigilanza) e Forza Italia. Il Pd difende il capo, mentre l’organizzatore dell’evento Gino Strada chiede una tregua: “E’ una follia dire che non può partecipare. La politica non c’entra”. Dai vertici dicono che si tratta di una casualità: il presidente del Consiglio gioca ogni anno e anche questa volta non vuole mancare. Ma se prima era il semplice sindaco di Firenze, ora Renzi è non solo il presidente del Consiglio, ma anche il leader di uno dei partiti che corre per Bruxelles. La rete nazionale vuole, come da programma, mandare tutto in onda in prima serata. Ma in molti contestano il rischio di uno spot gratuito: Matteo Renzi in calzoncini a giocare lo sport più amato dagli italiani. Un’inquadratura alla tribuna piena, una ai compagni di squadra, dai cantanti ai campioni. E se la serata è di quelle fortunate, addirittura un goal.
Così si è scatenata una bufera. La prima condanna è quella del presidente della Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico: “E’ contro la legge. Viola la par condicio”. Gli fa eco il suo leader, Beppe Grillo: “Questo è regime”. Chi cerca di spegnere le polemiche è Gino Strada, fondatore di Emergecy: “È una follia”, dice in un’intervista all’Huffington Post, “dire che Renzi non possa giocare la ‘Partita del cuore’, d’altronde ha già partecipato gli anni scorsi. Comunque è una questione tra la commissione di Vigilanza Rai e la presidenza del Consiglio. Emergency non c’entra. La partita, per noi, è un modo per festeggiare i vent’anni di umanità dell’associazione. La politica non c’entra e quando ci è stato proposto di organizzarla, noi siamo stati contenti e abbiamo accolto l’idea con entusiasmo”.
Nel frattempo il Movimento 5 Stelle ha lanciato una campagna per chiedere il blocco della trasmissione: “La Rai”, ha scritto su Facebook il leader Beppe Grillo, “violerà la par condicio per favorire Renzie? Li abbiamo beccati!. Diffondete – invita poi la Rete – Siamo in un regime!”. Critica anche Forza Italia che chiede a Renzi di rinunciare o almeno che la partita non sia trasmessa. Il Presidente dei deputati Fi Renato Brunetta annuncia la presentazione di un’interrogazione in Commissione di vigilanza Rai per fare chiarezza. “Non ci risulta”, dice, “che giocare la “Partita del cuore”, senza nulla togliere alla lodevole iniziativa benefica, rientri tra gli obblighi istituzionali del Presidente del Consiglio. La normativa in tema di parità di accesso ai mezzi di informazione è chiarissima. Siamo in regime di par condicio e al di fuori dei programmi di comunicazione politica e informazione non è ammessa la presenza di politici. La disposizioni di legge sono ancora più specifiche per quanto riguarda gli esponenti del governo, per i quali sono ammesse le presenze connesse solo agli obblighi istituzionali. Delle due l’una: il Presidente del Consiglio rispetti le regole e non partecipi alla “Partita del cuore” e questa potrà essere trasmessa dalla Rai, oppure la Rai non trasmetta la “partita del cuore”; tertium non datur”.
Chi difende il premier è Dario Nardella, vicesindaco di Firenze e ora candidato per guidare la città alle prossime amministrative: “Ogni occasione è buona per far polemica: è segno che c’è molta paura, molto timore in giro, se hanno paura anche di una partita di calcio la dice lunga. Io ho dato la mia disponibilità a giocare, se poi gli avversari sono terrorizzati perché io gioco a calcio c’è da preoccuparsi, io sono scarsissimo”, ha scherzato Nardella. “Può darsi che abbiano paura che io segni una tripletta e Renzi altri quattro, e sbilanciare troppo la partita a favore della nostra squadra…”.
Mentre il presidente della Commissione di Vigilanza dichiara “inammissibile” la decisione di trasmettere la partita in prima serata, il direttore di Rai 1 Giancarlo Leone prende tempo: “Della presenza in campo del presidente Renzi ho al momento letto soltanto su alcuni organi di informazione. Stiamo attentendo dagli organizzatori della Partita del cuore, quest’anno collegata alla raccolta fondi per Emergency, notizie sulla composizione delle squadre. Qualora sia prevista la presenza di esponenti politici ed istituzionali interpellerò le direzioni competenti in relazione ad eventuali vincoli di carattere normativo collegati alla campagna elettorale”.