La prima udienza è stata fissata per il 16 maggio. Sarà con il rito abbreviato e vedrà alla sette uomini e una donna, madre di una delle ragazzine, accusati a vario titolo di sfruttamento della prostituzione, cessione di droga, estorsione, detenzione di materiale pedopornografico e prostituzione minorile i reati contestati
Il primo processo per lo scandalo delle baby squillo del quartiere Parioli inizierà fra poco meno di un mese: il 16 maggio. Sarà con il rito abbreviato e vedrà imputati sette uomini e una donna, madre di una delle ragazzine.
Il gup di Roma Costantino De Robbio ha rinviato a giudizio Mirko Ieni, ritenuto il promotore del giro di prostituzione insieme con Nunzio Pizzacalla; la madre di una delle ragazzine; i clienti Mario De Quattro, Riccardo Sbarra, Marco Galluzzo, Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone. Sfruttamento della prostituzione, cessione di droga, estorsione, detenzione di materiale pedopornografico e prostituzione minorile i reati contestati, a seconda delle singole posizioni, dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal sostituto Cristiana Macchiusi.
Il processo sarà quindi per l’organizzatore principale del giro di prostituzione minorile e l’altro che cercava di guadagnarci, per il cliente che pagava le ragazzine con la cocaina e quello che avrebbe tentato un’estorsione a una di loro, girando immagini degli incontri e minacciando di diffonderle. Il commercialista che faceva circolare video pedopornografici. E poi una madre che avrebbe sfruttato la figlia. Parti civili di questo procedimento saranno le due prostitute minorenni – 14 e 15 anni all’epoca dei fatti – che si vendevano in un appartamento.
Da questi imputati sono separati processualmente gli oltre 50 clienti delle ragazzine, tra cui anche il marito dell’onorevole Alessandra Mussolini, Mauro Floriani. Che gli inquirenti ha dichiarato di ritenere che la ragazzina avesse 19 anni.
I magistrati di piazzale Clodio proseguono gli accertamenti sul giro di clienti delle minori. Finora sono una cinquantina quelli identificati, ed accusati di prostituzione e molti di loro hanno già fatto agli inquirenti proposte di giudizio con riti alternativi (abbreviato, patteggiamento) a quello ordinario. Una volta formalizzate, le richieste saranno valutate dai magistrati.